All Again

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And I hate how much I still love you,
Such a tragedy.
It's impossible to comprehend this hold you got on me.

————

«Possiamo almeno parlarne?» Tenta di mediare Lauren mentre a grandi falcate percorro il corridoio degli studi, incurante delle occhiate.

«Non voglio parlare di niente!» Sbotto senza nemmeno voltarmi. I dipendenti mi fanno largo senza nemmeno che lo chieda.

Lauren sparge sorrisi di circostanza per rassicurare i più curiosi. Io non vedo nessuno, non sento nessuno, non mi interessa di nessuno. Tutto il mio corpo é una pulsione rossa che mi imporpora mani e viso. Le prime vorrebbero agire, il secondo riposare.

La corvina riesce a livellare il mio passo: «Stai fraintendendo la situazione.» Dice osservandomi da vicino.

«Come sempre direi.» Le faccio eco, lanciandole un'occhiata truce. Quando qualcosa va male, é solo per colpa della mia interpretazione. Ma dubito si possa confondere un bacio.

Spalanco la porta del mio camerino. Lauren sgattaiola all'interno con un sospiro di sollievo. Chiude a chiave la serratura; dice di andare fiera dei suoi sbagli, ma preferisce parlarne sottovoce.

«La smetti di comportarti come una pazza?» Sospira quasi spazientita, come se quello che provassi per lei fosse un peso.

Sono stanca di sentirmi sbagliata se é lei a mettermi nel posto errato. Mi volto di scatto, catturo il suo sguardo e dimezzo marzialmente la distanza fra noi.

«No, perché lo sono.» Mi assumo la colpa così da non può più usarla contro di me. «E tu sei una bugiarda. Abbiamo tutti i nostri difetti.» Mi stampo un sorriso sardonico, ma sento ogni mia parte dissaldarsi, disarticolarsi: le mie mani vogliono una cosa, il mio petto un'altra, la mia gola un'altra ancora. Non sono mai stata così indecisa sullo stesso desiderio per via dello stesso nome.

«Camila, veramente credi che bacerei un'altra davanti a te?» Scuote la testa sbeffeggiando la mia accusa. Non so più quello che credo di lei. Non so più nemmeno quello che credo di me. Dinah aveva ragione: certi sentimenti sono troppo grandi per ridurli ad un concetto astratto, ed ora il mio corpo sa cosa significa.

«Hai fatto cose ben peggiori.» Mormoro sfinita, continuando a riempire lo zaino con i pochi indumenti ammassati nella stanza.

«Ok, vero. Ma non questa!» Si sbraccia per permettere alla sua immagine di sfarfallarmi fra le ciglia, ma stavolta nemmeno la sua ombra può ingannarmi.

«Lucy la pensa diversamente.» Chioso austera.

«Lucy é una stronza.»

«No, tu sei una stronza, Lauren.» Punto il dito contro di lei e non so perché mi senta in colpa quando é lei ad avermi tradito. C'è ancora una parte di me che non vuole ferirla, non so dove e in quale zona della mia pelle, ma c'è.

La corvina incassa a spalle dritte l'insulto, ma distoglie lo sguardo. Sta per dire qualcosa di cui si pentirà, solo perché non sopporta di essere messa all'angolo, però si trattiene. Trattenersi é il minimo che possa fare per me ora come ora. Chiudo la cerniera dello zaino e lo carico in spalla.

Lauren staziona davanti alla soglia. Spengo il suo sguardo contrito con il mio collerico. «Fammi passare.» Ingiungo, ma é più paura la mia, paura che se le resterò vicina così a lungo troverò il modo di perdonarla. Non sarebbe la prima volta.

La corvina scuote flebilmente il capo osservandomi afflitta. Se solo potesse essere sempre così, tutto sarebbe più facile, invece ha timore di perdermi solo quando mi vede andare via.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora