Back To Black

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We only said goodbye with words
I died a hundred times.

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Quello che a diciannove anni nessuno ti dice é che nessun marito lascerà mai la moglie... Ma se é la moglie il tuo problema?

É vera la formula per cui ogni azione corrisponde ad una reazione uguale o contraria, dunque dovremmo dedurre che nessun'azione corrisponde al nulla, ma non sempre é così. Diverse volte anche il nulla é in movimento, anche la materia che non conosciamo ci consente la vita, eppure per noi é un nulla, ma nulla che avviene.

E fra me e Lauren era nulla che non smetteva di essere.

Suo marito era il partner in affari di mio padre. Quell'estate dovevano parlare di un'importante fusione fra aziende, ma mia madre si era rifiutata di trascorrere le vacanze in casa. Mio padre e Nolan avevano fatto quello che sapevano fare meglio: patteggiare. Avevano riunito le due famiglie sotto un'unica grande villa sulle coste degli Hamptons, dove ognuno avrebbe scelto come impiegare il tempo.

«Ma non é giusto!» Mi impuntai. «Io e Dinah dovevamo andare in California quest'anno.»

«Camila, non fare l'egoista. Non ti stiamo di certo trascinando nel posto peggiore del mondo.» Si rese conto di aver usato un po' troppa austerità perché si sedette sul bordo del letto con un sospiro amorevole: «Mila, tuo padre ha bisogno di pensare solo all'affare in corso, non possiamo darci pena anche per te dall'altra parte del paese. É solo per quest'estate.» Allungò una mano verso la mia. Roteai gli occhi al cielo, ma annuii comprensiva. Lo dovevo a lui tutto quello che avevo, perciò un favore non era niente di eclatante da restituirgli.

Così partimmo tutti insieme. I grattacieli di New York non mi sarebbero mancati, ma salutavo lo stesso il paesaggio scintillante che, piano piano, lasciava spazio al verdeggiante lusso della costa più ambita degli ultimi decenni. Le enormi ville non erano mai troppo esuberanti da ombreggiare la vista, i prati verdi risaltavano più di qualsiasi architettura. Qui la vita andava lenta.

La nostra Villa era posizionata in fondo ad una strada particolarmente isolata. Avevamo solo altri due vicini e una lunga strada che ci collegava al resto dell'isola. La prima cosa che notai fu il silenzio, immacolato e onnipresente. La seconda cosa che notai fu la donna sulla soglia. I suoi boccoli corvini scendevano poco sotto le spalle muovendosi leggermente sotto l'influenza del vento. Gli occhi verdi rilucevano anche in mezzo ai prati. Era l'estate in viso e tutte le stagioni in corpo. Le forme sinuose si adagiavano sotto la camicetta allentata e si mettevano in mostra nei pantaloni leggermente più attillati. Il mio sguardo venne ricambiato, ma eravamo cosi lontane da poter sempre mentire a riguardo, anche a noi stesse, che era la parte più importante di ogni bugia.

La donna ci venne incontro con le mani nelle tasche dei pantaloni, i piedi scalzi e lo charme scanzonato di chi non si deve impegnare per creare armonia. Per un momento, mentre la osservavo muoversi, non capivo se desiderassi assomigliarle o solamente starle vicino; era una di quelle persone che non sai mai se invidiare o volere, ma soprattutto non puoi dire quale delle due sia più pericolosa per te che non hai nessuna delle due.

«Lauren!» Mio padre aprì le braccia per stringerla in un abbraccio. Lei lo accolse modicamente, limitandosi ad un saluto rapido.

«Dove si é cacciato tuo marito?» Mio padre teneva la mano sulla sua spalla ma guardava oltre.

«Non sei per niente educato, Alejandro.» Lo riprese mia madre, scusandosi con le tipiche maniere femminili carpite solo fra donne. «Sei sempre più bella, tesoro.» Le baciò una guancia. Era la prima volta che invidiavo mia madre.

«Queste sono le mie figlie. Sofia, la birbante di casa.» Le spettinò i capelli facendola ridere. Lauren si chinò per salutarla. «E questa é Camila, anche lei non ci rende le cose facili.» Mi rivolse un sorriso complice a cui risposi con uno altrettanto sarcastico.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora