Fortnight

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And for a fortnight there
We were forever

Your wife waters flowers
I want to kill her.

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Ho sposato una brava donna. La mia casa é più grande di quella dei miei genitori. La domestica viene a pulirla due volte a settimana e il giardiniere pota sempre il prato la domenica mattina. Compriamo le bottiglie di vino rosso più raffinato per ogni cena in famiglia e tutti i nostri amici desiderano sapete dove abbiamo scattato quella o l'altra foto che abbiamo in quello o l'altro angolo.

Eppure manca qualcosa.

A lungo l'ho cercato negli altri. Ho indagato le loro vite e le ho confrontate alla mia ogni notte. Ma niente. Non avevano niente che noi non avessimo, anzi, molto spesso eravamo noi ad avere quello che a loro mancava. Allora perché Judy dormiva serena accanto a me ed io fissavo il soffitto?

Forse, ad un certo punto, succede sempre a tutte le coppie: si tormentano. Hanno già tutto quello di cui hanno bisogno, allora cominciano a perderlo pur di avere uno scopo comune. Però, molto spesso, é un gioco pericoloso. Uno dei due finisce sempre per farsi male. L'altro per ricordarsi di esserne stato capace.

Io non avevo intenzione di iniziare alcuna partita. Ma non mi rendevo conto che ero il destino aveva decretato che fossi io il dado. Un numero, un passo avanti, un altro giro da affrontare.

Quella mattina, quando suonò il campanello e io andai ad aprire la porta, non captai alcun segnale, nessuna anomalia, nessun chiaro segno di diffidenza. Tutto appariva normale quanto una causalità. E altrettanto crudele si sarebbe rivelato.

«Ciao, sono Lauren, abito poco più avanti.» Un gesto vago con la mano, un'occhiata distratta, un sorriso sbrigativo. «Per sbaglio hanno consegnato la vostra posta al mio indirizzo.» Il fato agisce per vie traversarli, coinvolge attori e comparse nei suoi dialoghi, fino a rendere l'intero spettacolo un unico grande monologo. Le nostre voci sono solo la sua commedia preferita.

«Oh, non sapevo nemmeno avessimo una cassetta della posta.» Abbozzo un sorriso, ma la tristezza dietro tale frase mi scoverà stanotte.

«A quanto pare non ne avete bisogno finché usano la mia.» La sua espressione tiepida non permette di discernere fastidio da ironia. Scommetto che sia il suo modo prediletto per conquistare ammiratori.

Accenno un sorriso solo come tentativo. Adesso che la guardo meglio, so chi é lei. A volte, tornando a casa, l'ho vista a leggere sul patio o a tagliare l'erba del giardino. So che anche lei ha una moglie, una bella casa e tanti amici. Chissà se sarà felice.

Forse sono le similitudini, la curiosità, la speranza che qualcun altro possa avere il mio stesso mondo e la mia stessa infelicità; comunque sia, la invito ad entrare.

«Posso offrirti qualcosa?» Domando cortesemente, mostrandole le buste della posta come segno di scambio.

Tentenna, ci pensa. Adesso é lei che studia me. Alla fine annuisce flebilmente: «Perché no.»

Perché no, ecco. Perché se conoscessimo la verità prima dei fatti, ci potremmo salvare appena in tempo. Invece ci é dato conoscere solo gli eventi, spogli come sanno essere solo le vulnerabilità.

«Mi dispiace per il disordine, non aspettavamo ospiti.» Il rintocco dei miei tacchi la guida attraverso il grande salotto fino alla cucina.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora