Strange

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Oh no, I saw you and her out on the street
You were never that public with me

I know that you met her when you were with me
I said I had doubts

And you said I was crazy, baby
Was I crazy after all?

————

Quando é entrata nella stanza, ho desiderato scomparire. Per tanti anni aspetti lo stesso momento e, quando arriva, comunque non sei pronta. Ti chiedi come hai fatto a volere tanto un attimo di eterna paura. Con quale coraggio hai potuto sperare di trovarti in questo esatto luogo, se l'unica cosa che adesso vuoi é non averlo mai conosciuto.

I suoi occhi mi trovano anche dall'altra parte della stanza. La violenza con cui trattiene il sospiro é riassunto di una colpa mai espiata. Non si può chiedere scusa per quello che non si é provato, le vorrei dire, ma si dovrebbe chiedere scusa per aver voluto un cuore tutto per sé.

Stringeva una mano che non era la mia e credo sia arrossita quando se ne é resa conto, ma non l'ha lasciata. Con me non l'ha mai fatto, é stata la prima cosa che ho pensato. Da te non l'ha mai voluto, é stata la seconda cosa che ho pensato. E comunque ho sorriso. Mi sembrava ingiusto manifestare il dolore di un ricordo mentre era impegnata a crearne un altro. Ho più rispetto per quello che sento, ma che non ha senso d'esistere. Lo tratto come un orfano: una vita senza identità ma con un nome tutto suo. É questo quello che provavo per Lauren, ma che avevo giurato di non dirle mai più.

Poi ha mosso il primo passo verso di me. Merda. É molto facile essere forti quando ciò che rinneghi ti sta lontano, ma non lo é altrettanto quando ti viene incontro guardandoti negli occhi. Ho cercato Dinah nella stanza. Non c'era. Doveva essersi appartata con quel ragazzo da qualche parte...

«Camila.» É stato crudele. É sempre crudele sentire il proprio nome dalla bocca che ti amava maledicendoti. Dovrebbe essere impossibile poter pronunciare il nome dell'altro dopo essersi detti addio. Ho come l'impressione che sarebbe tutto più semplice.

«Ciao, Lauren.» Sono stata forte. Di tutte le cose che non le avevo mai detto, di tutte quelle che mi si erano fomentate dentro, di tutti i silenzi dei miei giorni soli, di tutte le urla nei miei giorni stanchi, ho scelto solo un ciao.

«Che ci fai qui?» Ha farfugliato qualcosa, forse ricordandosi di quanto meschina suonasse quando un tempo mi rivolgeva la stessa frase: «Voglio dire, mi fa piacere vederti. Non me lo aspettavo.» No, quello che voleva dire era esattamente quello che aveva proferito: perché siamo ancora nella stessa stanza? Si era impegnata tanto per far sì che non succedesse più, di questo devo dargliene atto. Purtroppo, e questo farà fatica ad accettarlo, al cielo importava poco dei suoi intenti.

«Dinah mi ha costretto. C'è un ragazzo che le piace, qui da qualche parte... perciò...» Mi sono stretta nelle spalle e mi sono sentita immediatamente stupida. Dopo tutto questo tempo, ancora ci tenevo a farle sapere che non ero lì per lei. Ho annegato il pensiero in un sorso di champagne e ho distolto lo sguardo sperando se ne andasse, ma allo stesso tempo temendo lo facesse davvero. Non puoi dire di amare qualcuno se non hai desiderato almeno una volta stringerlo e invece hai fatto un passo indietro.

«Certe cose non cambiano mai.» Azzarda un sorriso e rimane delusa dalla mia immobilità. Non si aspettava tanta serietà dal mio dolore? Scusa se non ho imparato a scherzare con quello che hai rotto. Sono felice tu possa farci una risata su.

«Altre sì.» Le dico duramente, rimirandola dritta negli occhi. Ho lo sguardo impavido di chi non teme più niente, ma il cuore spaventato di chi ha paura di sbagliarsi. Quanto é arduo fingere di essere indifferenti a quello che ti scuote il petto? E quanto é meritevole riuscirei? Ed é davvero importante?

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora