One shot Camren

Stupid Liar

So come funziona: quando la luce si accende, io sorrido. Non è più difficile di quanto sia respirare né meno automatico. Questo mi rende ancora più triste. La mia vita pubblica è una farsa. La mia spensieratezza è una farsa. I pettegolezzi, tutto finto. Eppure alle persone piace. Io piaccio. Ma tutto ciò che sanno di me è una bugia. Piaccio solo per ciò che non sono. Potrei accettarlo, non sarebbe così difficile adeguarsi all'immagine creata da altri per me, ma lo accetterei solo se ci fosse un motivo valido, e quel motivo non c'è più. Non c'è più perché, anche nella verità, mi hanno mentito.

Gli altri mi amano per ciò che non sono: bugie. Lauren non mi ama per ciò che invece sono: bugiarda.

Lucy mi è stata simpatica fin da subito e proprio per questo il pericolo è stato evidente. Mi si parava davanti come una scogliera, ma il faro della ragione ancora non ne illuminava il profilo: sapeva che era lì, dovevo però scoprire quanto "lì" fosse vicino. Poco, meno di quanto credessi, ma finché c'era mare c'era anche la possibilità di aggirarla, giusto? Sbagliato.

«Non mi piace.» Lo dissi solo una volta. Mi promisi di non dirlo mai una seconda.

«Camila...» Sospirò rumorosamente, ma il sorriso delicato era foriero di una tenerezza rassicurante. Guardai altrove per non essere persuasa a desistere troppo facilmente, anche se era l'unica necessità che volessi assecondare. Desistere, lasciar perdere, rasserenarmi. Eppure, c'è una cosa che ho imparato a mie spese è proprio questa: l'istinto vale più del desiderio.

«Non mi fido.» La sua risata fu cristallina, ma furono le mie difese a rompersi come vetro. No. Troppo presto per cedere. Piuttosto sarei rimasta in piedi sui vetri illudendomi di essere al sicuro pur sanguinando.

«Anche tu passi gran parte del tuo tempo con Shawn.»Appoggiata alla parete, a braccia conserte, squadrava le mie paure dall'alto in basso proprio come faceva con me prima di baciarmi.

«A me non piacciono i ragazzi,» fronteggiai il suo cipiglio arcuato ignorando il sorriso dolcemente spiritoso. «Non mi piace Shawn.»

«Ok, a me non piace Lucy.» Incassò le spalle, scacciando via ogni dubbio come si sarebbe spazzata la polvere dalla stanza.

Alzai gli occhi al cielo, sospirando teatralmente. Aveva già vinto e lo sapeva, per questo mi attirò a sé in un abbraccio a cui non opposi resistenza.

«So che questa situazione diventa spesso insostenibile, ma fra un anno saremo libere di fare come vogliamo.» Sussurrò contro la mia fronte.

«In un anno cambiano tante cose.» Le mie braccia stringevano la sua schiena riconoscendo i respiri indolenti traversarla.

«Non questa.»

«Non puoi saperlo.»

«Camila.» Mi distanziò dal suo petto per afferrare il mio viso fra le mani. Non avrei pianto di fronte a lei, non volevo affogare la verità in una lacrima. «Non rendere le cose più difficili di quanto siano.» La sua insofferenza era malcelata dietro l'indulgenza. Mi amava per abbastanza per rassicurarmi, ma non senza la pena di stufarsene. «Lucy è una mia amica, non c'entra niente con me e te. L'ho chiesto a lei proprio per non darti pensieri. Una sconosciuta sarebbe stato meglio?»

Fissai i suoi occhi abbastanza a lungo da rimanerne convinta. Scossi debolmente la testa. Niente sarebbe stato meglio, ma c'era qualcosa di peggio? Si, solo che ancora non lo sapevo.

Furono i mesi a rivelarlo prima dei giornali e prima ancora di lei. Avevamo accettato di apparire accanto ai nostri relativi partner, ma senza mai superare il limite. Lauren non solo lo superò, si scordò di averne uno. E si scordò anche di me. Forse non subito, ma molto velocemente. Troppo per credere fosse stata sincera quella sera. Quando l'unica persona che dovrebbe proteggerti ti ferisce, è la rabbia a prevalere sul dolore. Il dolore arriva dopo. La rabbia come arma, il dolore come scudo, ma l'ultima cosa che desideravo era difendermi. Volevo solo attaccare, scatenare una guerra e anche morire se fosse stato necessario, ma prima avrei distrutto tutto ciò che restava, portandomi il dolore sotto terra.