It Don't Male It Hurtless

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NB: la canzone é un capolavoro, ma il video é un film di 3 minuti. Fortemente Consigliata. (Non mi assumo responsabilità per i danni collaterali inevitabili).

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Camila corre, ma per quanta forza possa mettere nei suoi passi, non troverà mai un luogo dove scappare da ciò che la rincorre da dentro. Cento dei suoi passi,  sono uno per il dolore.

«Camila!» La sua voce la raggiunge come un proiettile alla schiena. Continua a camminare. Dovrà mirare meglio la prossima volta. Ha già la pistola carica. «Camila, smettila!»

Si arresta. Se l'ha colpita, é morta. Voleva che morisse? No. Voleva solo che si fermasse. Lo voleva anche a costo di ucciderla? Forse. O forse non ha più paura di ammazzarla, dopo la prima volta non si può morire una seconda, e lei ha già perforato il suo cuore una volta; adesso può fare centro solo in un foro nero.

L'afferra per il polso, tremando gentilmente. Camila é cemento nelle sue mani. Lauren si guarda attorno con circospezione. Pochi addetti scambiano due chiacchiere. Le hanno notate, ma fanno finta di niente. Ci sono abituati a fingere di non vedere e non sentire, soprattutto quando si tratta di Lauren e Camila. «Non facciamo scenate qui, per favore.» Sibila vicino al suo orecchio, ma Camila non si muove. Una statua pronta a sbriciolarsi se la pressione si intensifica su di lei. Lauren lo sa. Lei é la pressa dentro cui si piega. «Vieni.» La guida verso la stanca più vicina. Una porta nasconde un segreto, ma non ne contiene le urla, tantomeno i sussurri.

Lauren chiude con la doppia mandata. Forse crede quattro mura dividano a metà la vergogna, ma non sa ancora che uno sguardo ne moltiplica il peso. Gli occhi di Camila glielo spiegano. Adesso si sente in trappola, una trappola di pochi passi che ha fabbricato lei stessa.

«Non puoi impazzire davanti ai giornalisti in questo modo.» Anche sottovoce trapela il gelo nel suo tono, ma il timore nel suo viso non ne é raffreddato.

«Lauren...» Camila sospira pesantemente, rilasciando un sorriso sardonico. «Ti vorrei spiegare, educatamente...» Il tono é tutt'altro che incline alla cortesia. «Che non me ne frega un cazzo!!» Sbraita.

«Shh, porca puttana!» La corvina abbrevia le distanze con un balzo e poggia la mano sulle sue labbra ancora trafelate, ma Camila non le permette nemmeno questo. Si scosta bruscamente, senza chiedere perdono al suo sguardo ferito. Rimane austera e impassibile.

Se finge di essere marmo, prima o poi lo diventerà.

«Ti devi dare una calmata.» Deglutisce, scrutando la sua maschera impenetrabile; cerca una feritoia da cui colpire il forte. «Non mi piace quando fai così.»

«Spiegamelo tu come dovrei comportarmi. Ho appena saputo, in un'intervista del cazzo, che la mia ragazza mi tradisce da 5 mesi!» Schiude la mano mostrando le dita ben tese, l'intercapedini fra di sono baratri di dolore in cui é caduta nell'arco di un minuto.

Lauren si porta una mano sul viso. Nascondersi non funzionerà. Camila sa chi é, la riconoscerebbe anche se non avesse volto e voce.

«Non ti Ho tradito, ho solo dovuto accettare dei cavilli da contratto.» Si massaggia le tempie. Lì il sangue si sta mischiando alle immagini e lei cerca di far defluire entrambi.

«Ci sei andata a letto.» Non é una domanda. Non ha bisogno di chiedere che non abbisogna di risposte.

Lauren fa scattare la testa su di lei. Vuole dirle di no, negare, vuole trovare dentro di se il recesso più recondito per relegare laggiù la verità, ma più la grotta é profonda, più gli echi risuonano. Non ci saranno mai montagne abbastanza alte dentro di lei.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora