Falling

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And if you bury that girl
I will bury that axe.

————

Al quarto bicchiere di vino, Dinah ride già buttando la testa all'indietro.

«Fai piano o sveglierai Celia.» Dico, bagnandomi il sorriso con un ultimo sorriso.

«Quella donna é troppo per te, accettalo.» Mi punta il dito contro, ma sorride con affetto.

«L'ho accettato sull'altare.» Alzo il calice, ma Dinah scuote la testa.

«Non saprai mai quanto sei fortunata ad avere una moglie bellissima e che ti ama pure.» Inarca le sopracciglia come se non immaginasse qualcosa di più arduo. La colpisco amichevolmente sul braccio, racchiudendo una risatina nel bicchiere. 

«Forse hai ragione.» Annuisco ripassando il bordo del calice con il dito. «Ho perso troppo per conoscere la profondità delle cose.»

Dinah fa spola fra me e la bottiglia. É vuota e siamo sole, dunque non esisterà un momento migliore per dire quello che vuole dire da diverso tempo ormai. «Lo sai che Lauren si sposa?»

Pensavo il tempo potesse attutire i colpi, ma anche se il corpo sa perfettamente dove cadranno, non riesce ancora oggi ad evitare il livido. Anzi, forse il livido é tutto ciò che gli rimane.

Annuisco piano, senza alzare lo sguardo dal tavolo: «Ho sentito.» Mi sforzo di sorridere perché dopo tanti anni penso di essere ancora io a dover dimostrare qualcosa. Eppure ho una casa, una moglie, una carriera, ma sono sicura che a Lauren non riservano questo sguardo.

«Io sono invitata al matrimonio.» Sembrano delle scuse, per questo mi costringo a guardarla e a sorriderle.

«Falle i miei auguri.» Poggio una mano sulla sua prima di alzarmi per sgombrare le tracce della serata.

Dinah prende un grosso respiro. Un segreto non può essere solo tuo se copre la vita di più persone, e lei ha aspettato fin troppo per porgere la domanda alla quale sta pensando: «Che é successo, Camila? Voglio dire, fra di voi, che cosa é davvero successo?»

Stendo le braccia sul lavabo. Delle immagini confuse mi raggiungono, sento il suono dell'acqua ma il rubinetto é chiuso. La prepotenza della vita che non tiene testa alla violenza del ricordo. Questo naufragio in mezzo agli attimi, questa lotta per far sopravvivere il presente di cui solo io sono testimone e per questo non varrà mai molto.

«Beh, lo sai...» La tempesta é finita. Mi stringo nelle spalle mentre mi volto verso di lei.

«Conosco solo la versione ufficiale, ma la versione ufficiale é stata stipulata da degli avvocati.» Reclina la testa di lato con fare scettico. Suo padre é avvocato, sa come vanno queste cose.

Inspiro a fondo. Questa é una notte molto lontana nel tempo da quella a cui sto pensando, ma non lo sarà mai abbastanza per concedere quiete alla verità. La verità sarà sempre sepolta dentro di me e mi attraverserà come un fantasma ogni volta che qualcuno farà il suo nome. Non posso fare altrimenti.

«Dinah, c'è un accordo, tu lo sai.» Taglio corto. Questo é il massimo che posso offrirle, una conferma alla sua intuizione.

«Ci sono tanti accordi, fra di voi. Per esempio, come mai avete siglato un patto per non parlarvi mai più? E chi lo ha chiesto, soprattutto.» Un sorriso sconcertato ancora oggi tradisce il suo affetto. Mi vuole bene, ci vuole bene, ma é stanca di sentirsi dire che non potrà mai sapere. A volte, l'unico modo per salvarsi é l'oblio, vorrei dirle, soprattutto perché non sa quanto sia meglio vivere senza un fardello del genere, ma non si arrenderà finché la verità non le avrà tolto la pace che il dubbio le regala.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora