Galleria

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Prima di iniziare di tengo a ringraziare -spacebetweenvs per la copertina! È decisamente meglio di quella che avevo fatto per conto mio hahah. Grazie mille ancora!

Buona lettura.

«Smettila di essere nervosa, per favore. Alle persone piace vederti sorridere.» La riprese Dinah, ottenendo niente più che un'occhiata sinistra.

«Ecco perché non mi fotografano spesso.» Lauren sospirò, tichettando con le dita sul sedile di pelle. 

«Quello è perché li paghi abbastanza per permetterti una vita privata.» Dinah aveva un gran gusto per gli eventi, ma non sarebbe bastato quello per non farsi licenziare. Fortunatamente poteva dirsi amica abbastanza amica della corvina per rischiare la propria carriera non più di quante volte si lavasse i denti al giorno.

«Questa mostra è importante per i miei affari. Spero tu abbia scelto bene la curatrice.» Forse non poteva licenziarla,  ma era ancora in tempo a ucciderla.

«Lauren, stai tranquilla, va bene?» Ma Dinah sospirò come se fosse lei quella a doversi rilassare. Perché invece dei teleschermi in auto non impiantava un frigo bar? Non che le dispiacesse la visita di Kate Moss, ma sarebbero state più utili le bollicine.

Lo spazio di fronte alla galleria era gremito da una folla di giornalisti sia coscienzosi che poco seri. Per entrare si doveva fare una doccia di flash e schiamazzi. Erano molte le signore che speravano di non aver indossato un abito troppo lungo per non varcare la soglia senza inciampare. Lauren arrivava rigorosamente mezz'ora dopo l'inaugurazione, perché era così che desiderava fare le sue entrate: attesa e desiderata. In più, Dinah non curava solo la selezione del suo personale ma anche la sua figura pubblica, ed era ai suoi consigli che la corvina prefissava i propri tempi.

Le bastò aprire lo sportello per essere individuata e riconosciuta dagli obiettivi felini.

«Non più di due domande.» Le sussurrò all'orecchio la bionda mentre la oltrepassava con nonchalnce, per niente in apprensione malgrado il lembo strasciante del vestito argenteo. 

Lauren si approssimò alla calca di microfoni e si attenne al suggerimento di Dinah, dopodiché non concesse ai paparazzi foto migliore che delle sue spalle.

I nomi più rinomati facevano a gara per partecipare alle sue mostre. Concorrevano anche in quanto ad accompagnatrici. Jake, per esempio, pretendeva che nessuno sapesse come mai cambiava fidanzata ogni mese. Allan giocava a testa o croce per apparire una volta con la moglie, una volta con "l'amante": entrambe sapevano dell'esistenza dell'altra tanto quanto Allan sapeva perché nessuna delle due si lamentasse. Persino Keana, una sua vecchia amica di scuola, gareggiava per il podio tenendo a braccetto solitamente una modella slanciata o un'attrice esordiente. Ma per quanto Lauren fosse affascinata dal mondo femminile, gli sguardi erano tutti per lei durante quelle sere, i suoi occhi non avevano altro interesse che per i quadri. Non era solo un'estimatrice dell'arte, si prendeva anche del tempo per considerare chi il giorno dopo avrebbe dovuto sgombrare l'ufficio.

Per quella mostra era stata lei a indire il tema. Aveva prediletto un tuffo nel passato del mondo astratto. Le pareva interessante mettere a confronto il mondo newyorkese, concreto e competitivo, con il mondo dell'evanescenza e dell'interpretazione. Era facile cadere nel banale, ripescando nomi altisonanti che metà del suoi ospiti sfoggiavano già fra le loro cucine e camere da letto, ma più scrutava i quadri, più si rendeva conto che nessuno dei presenti conosceva autori o titoli, e per questo stavano già rilanciando con cifre da capogiro.

«Abbiamo venduto già cinque opere. E tu che ti preoccupavi tanto.» Dinah l'affiancò sorridendo da dietro il bordo del calice. Era andata lì per gongolare, ma non senza aver portato delle bollicine anche pe Lauren.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora