9 crimes

460 22 0
                                    


It's the wrong kind of place
To be thinking of you.
...
And it's alright to give away my gun
When it's loaded?

———

Tutti dovrebbero sapere che certe domande non sono un sì e non sono nemmeno un no. Certe domande sono quello che hai fatto di te stesso, e le risposte le hai dimenticate per farti un favore.

Molto spesso, nascondi così bene quelle parti di te da aver bisogno del mondo per ricordartela. Per loro é solo una curiosità quella che designa la storia della tua vita o almeno, la storia che hai smesso di raccontare a te stesso per vivere.

Era un sabato sera e come ogni sabato sera, avevamo degli ospiti. Erano sempre nomi ripetuti qualche volta, ma mai volti conosciuti. Perlopiù erano amici di Vanessa, non miei, ma venivano a casa nostra per me. Era questa la grande trappola del matrimonio: se uno dei due fa successo, tutti gli amici dell'altro lo ricorderanno sempre come "il marito di" o "la moglie di".

Vanessa era mia moglie da un po' per saper accettare, con indicibile serenità, di sentirsi dire prima "quando finisce Camila il suo ultimo libro?" e poi "come stai?". Era una regola del suo sorriso non incolpare nessuno, nemmeno quelli a cui voleva bene, perché, a suo dire, anche lei viveva la mia fantasia come un mondo a parte. Vivere con te é come guardare l'universo attraverso il telescopio, mi appartiene ma non lo conosco, per questo mi affascina, erano stati i suoi voti matrimoniali.

«Mila?» Bussò piano alla porta, ma la sentii solo quando superò la soglia.

«Scusami, ero...» Avrei voluto dire impegnata, ma a giudicando il foglio bianco scelsi un'altra opzione: «Pensierosa.»

«Ancora niente?» Arricciò le labbra dispiaciuta.

«Ancora niente.» Fui costretta a rassegnarmi.

«Non pensarci troppo, ok? Ho comprato la miglior bottiglia di vino del supermarket. Ti aspetta giù assieme a Tom e Lydia.» Ammiccò, socchiudendo l'uscio defilandosi.

Sospirai rimirando la pagina. Era vuota da troppo tempo. Erano mesi che aspettavo l'ispirazione e mesi che le parole si rifiutavano di collaborare. Succede a tutti, certo, ma quando succede a te... Il grande proverbio della vita: tutto accade solo quando ci hai pianto sopra. E anche se non scendono lacrime ma non ci dormi la notte, é lo stesso.

Lasciai cadere la penna al centro del buco bianco e mi diressi al piano di sotto. Le voci riscaldavano il corridoio, assieme alla fioca luce proveniente dalla sala da pranzo. Avevano già stappato la bottiglia quando mi unii a loro. Vanessa mi aveva versato un calice in anticipo. Le carezzai la spalla mentre mi sedevo al suo fianco.

Tom e Lydia non erano mai venuti prima, o almeno non avevo ricordo di loro. Non si presentarono. Un altro difetto dell'essere famosi é che tutti credono di conoscerti prima ancora di averti conosciuto. Seguii la loro conversazione con discrezione, aggiungendomi solo quando interpellata. Non ero dell'umore per intrattenere i nostri ospiti, pensavo a quel foglio in attesa di una storia e mi ricordavo che, ogni storia, é il riflesso di quello che l'autore non ha saputo dire a sé stesso, e mi tormentava il dubbio di non avere più niente da scoprire di me, di aver già discusso tutto quello che la mia coscienza non aveva saputo accettare.

«...E poi, ci siamo infilati in questa caletta sconosciuta e abbiamo fatto l'amore per ore ed ore.» Sorrisero entrambi, il che mi confuse: come si può rivelare l'intimità a cena?

«Sono felice per voi, ragazzi, davvero. Tutti sapevano quanto vi volevate, ma nessuno dei due l'ha capito prima di aver sposato la persona sbagliata.» Ridacchiammo della battuta, ma purtroppo non c'era niente di scontato. Con lo sguardo interrogai gli astanti.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora