Camila era diversa. Almeno, diversa da tutte le persone che avessi mai conosciuto. Da tutte quelle che mi piacevano ancora di più. Camila non si presentava a nessuno, eppure tutti conoscevano il suo nome. Camila non cantava mai per qualcuno, ma tutti gli anni la pregavano per salire sul palco. Camila non si fermava mai in aula per scambiare due chiacchiere, eppure chiunque incontrassi sapeva quanto fosse simpatica.
La mia scuola non è mai stata un'oasi di pace in cui l'odio non giungeva, eppure vi assicuro che non ho mai dovuto litigare con qualcuno per aver pronunciato una parola sbagliata nei confronti di Camila.Non ci eravamo mai parlate, eppure mi aveva già cambiato così tanto che non sospettavo potesse farlo ancora.
Camila era sempre felice e se capitava un giorno in cui fosse triste, sembrava comunque grata di essere viva. Non è così scontato come può sembrare. Ma lei lo capiva. Capiva cosa significava la vita. O perlomeno sapeva come bisognava viverla e la cosa che mi sconvolgeva era che ne aveva ancora così tanta da vivere, eppure aveva già imparato gran parte di ciò che noi tutti, seduti in quella in mensa, non avremmo probabilmente appreso mai se non per sconvenienti coincidenze.
Tutti la guardavano da lontano per non permettere alla loro ammirazione di ridicolizzarli, ma Camila questo non lo sapeva. A lei non interessava chi aveva qualcosa da apprendere da lei, bensì solo chi aveva qualcosa da insegnarle. Forse era per questo che aveva pochi amici. Anzi sicuramente. Altrimenti sarebbe stata la ragazza più popolare della scuola, ma a lei non interessava nemmeno quello. Sembrava oltre. Oltre le stupide categorie, oltre le inutili differenze, oltre le sottili stigmatizzazioni, oltre le esuberanti esultanze, oltre addirittura le agognate élite. Avrei voluto che tutti fossero come lei per rendere il mondo un posto in cui non avrei avuto paura di svegliarmi. Avrei voluto che chiunque le somigliasse. Io volevo somigliarle.
Non so perché stia raccontando di questo. Di lei. È passato così tanto tempo che non credevo di avere più nemmeno dei ricordi così tanto nitidi. È incredibile quello che la memoria conserva. Ho dovuto eliminare altri ricordi per trattenere questo immacolato nel tempo, eppure per le mie funzioni celebrali era più importante sacrificare il colore degli occhi di mia madre che le movenze delle mani di Camila. Potrei descriverle anche adesso. Potrei alzare le mie braccia a mezz'aria e imitarle come se fossero davvero le sue, ma la verità è che non ne ho alcun diritto. La memoria non conferisce alcun prestigio, ricordatevelo. Adesso che gli anni sono trascorsi, non so più come potrebbe essere o dove. So che non avendo il diritto di chiederlo, preferisco anche non immaginarlo. Le immagini sono speranza. Quella speranza che non si confessa più ad alta voce perché il giorno dopo dovremmo ancora guardarci allo specchio ed è meglio avere un motivo in meno per non farlo che uno in più per farlo. Perciò lei è ancora nei miei ricordi, ma non più nei miei sogni. È lì che bisogna custodire l'amore non detto. Quello represso e contrito. Quello sofferto e fuggito. È lì che rimane e permette comunque di amare di nuovo.
Ho sposato una donna dai capelli lunghi e rossi. Ha gli occhi grandi come le sue lentiggini e non si scorda mai di volermi bene anche nei giorni in cui mi faccio odiare persino da mia madre. Ha un vestito giusto per ogni occasione e crea la nostra quando manca da troppo tempo. So che mio fratello ci invita a cena solo perché c'è lei, altrimenti si sarebbe dimenticato delle mie brutte maniere tempo fa. So che mio padre indossa il maglione che gli ho regalato per Natale solo perché lei lo ha amato dalla prima volta che glielo ha visto addosso. So che non sarò mai brava, Bella, generosa, simpatica la metà di quanto sia stata lei in tutta la sua vita. Eppure, quando mi addormento e la amo, giuro di amarla, avverto la nostalgia di quella ragazza minuta a cui non ho Mai rivolto la parola ma di cui sapevo tutto fin dal primo giorno. Non è terribile il dolore. Non può esserlo, non ne ho diritto. Però la malinconia è figlia della luna e io sono la loro sorella. Avrei solo voluto sapere quanto sarebbe stata diversa la mia vita oggi se avessi avuto solo un po' più coraggio. Se fossi stata più me stessa e meno l'espressione degli altri. Se non mi fossi fatta frenare dalle conseguenze del domani scordando che era già oggi. Non lo saprò mai.
Camila ora non è più una ragazza. E Certamente non è la mia.
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One shot Camren
FanfictionOne shot Camren Comprenderanno anche alcuni capitoli "interattivi" e capitoli riguardanti storie presenti sul mio profilo (come fight back, she loves her etc...)