Retropalco

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Avrei voluto dire di essermi preparata o quantomeno di sentirmi pronta, ma né l'una né l'altra erano opzioni tangibili al momento.

Nella mia mente si affollavano storie immaginarie, scelte ed epiloghi dal dubbio gusto che andavano a frantumarsi e ricollegarsi con pensieri antecedenti o appena nati. Non riuscivo a darmi una risposta visiva, forse perché sia aspettative che orgoglio tiravano la corda dalla propria parte.

«Lauren, ti cercano al trucco.» Non feci in tempo a ringraziare Mary che si era già involata verso il prossimo camerino.

Respirare non bastava a calmarmi. Se avevo preso quella decisione era stato in un momento di ingenua inconsapevolezza, maturata solo dopo, nei giorni, quando l'effetto entusiasmante era tramontato dietro la collina della realizzazione. Ovvero: quando era troppo tardi per tirarsi indietro.

«Lauren..»

«Si, vado.» Tagliai corto sempre sorridendo, congedando Mary più brusca di quanto volessi apparire.

Ricordavo a me stessa quanto fosse importante per me, sia come cantate che come persona, trovarmi ad un evento come gli AMA, ed avere anche l'onore di viverlo in prima persona con i protagonisti dell'edizione. Malgrado l'opportunità e la fiducia che mi era stata data -ma che un po' mi ero certamente meritata-, il mio circuito mentale girava in tondo.

Ero stata così stupida a non contemplare la possibilità di ritrovarmi faccia a faccia con Camila.

Ma ormai il danno era fatto, inutile ritrattare quando stavano già incipriando le mie guance e ridefinendo gli ultimissimi dettagli del vestito. Il mio collega mi aveva assicurato che avevano pianificato un piano B, in caso Camila fosse stata così temeraria da soffermarsi proprio davanti al mio microfono, ma tutti erano convinti del contrario; non si sarebbe azzardata ad avvicinarsi durante una serata così importante messa in risalto del suo romantico spettacolo con Shawn.
Ed era proprio per questo che volevo andarmene, perché sapevo che avevano ragione.

Normani e Dinah mi avevano spedito un messaggio di augurio e anche Ally si era fatta sentire attraverso le emoji. Mi chiedevo se avessero mai fatto lo stesso con Camila, ma anche in quel caso conoscevo la risposta, ed era la stessa per cui spensi momentaneamente il telefono.

La cipria aveva ridato colore e tonalità al mio viso, insabbiando le rughe della preoccupazione sotto uno strato brunito di fard. Le ultime tracce vennero annebbiate poi da mascara e rossetto. Era incredibile quanto un po' di make-up potesse nascondere. Certo, non bisognava dimenticare di sorridere.

Passai poi da Tyler, dove gli ultimi ritocchi stavano completando il velo del mio vestito. Lo indossai senza difficoltà, sentendomi a mio agio nel corsetto tornito. Non poté dire lo stesso sui tacchi.

Mancava ancora circa un'ora prima che lo show iniziasse sul serio, ma i fan erano già assiepati dietro le transenne, alcuni invitati minori stavano già prendendo confidenza col red carpet e più di un cameraman mandava in onda le immagini. Il mio partner si trovava già in posizione. Fu quel maledetto microfono impiantato nelle orecchie ad avvertirmi di raggiungerlo.

Non mentirò dicendo quanto mi sentissi rilassata e sgombra da previsioni nebulose. Ogni passo era come affondare nella sabbia quando è bagnata. Mi costringevi a respirare malgrado faticassi, mi ricordavo di essere lì solo ed esclusivamente per me stessa, ma tutti i tentativi di massimizzare la mia presenza e minimizzare quella di Camila erano un buco nell'acqua. Ricordavo di essere lì per me, ma non potevo dimenticare di esserlo anche per Camila.

«Pensavo mi lasciassi solo.» Aj Gibson mi avrebbe accompagnata durante quelle due ore di up and down.

«Ti sarebbe piaciuto.» Ammiccai amichevolmente, permettendomi un'ultima volta di respirare a pieni polmoni prima di entrare nella parte.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora