Is it over now?

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Is it over now?

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C'era troppa gente. Quando si tratta di me e te, c'è sempre troppa gente. Quando ti ho baciato, c'era troppa gente. Quando ti ho salutato, c'era troppa gente. Quando mi mancavi, c'era sempre troppa gente attorno. Quando ti ho rivista, c'era troppa gente. Perché quando si tratta di noi c'è sempre qualcun altro?

Mi sono detta che sarebbe andata bene, che non era così importante come credevo. Mi sono detta che sarei riuscita a sorridere e tenere le spalle dritte. Poi i tuoi occhi hanno incontrato i miei. Tutto quello che mi ero detta erano bugie. Una bugia per sopravvivere, due per scordare chi sei, uno sguardo per ricordartelo.

Eri diversa. Potevo rendermene conto dal modo in cui la tua voce indugiava sul mio nome. Quello che prima era stato un salto a due piedi ora pareva un passo falso. Percepivo il mio nome così solo perché avevi cambiato una lettera. L'amore non mi é mai sembrato così stupido come quando l'ho dato a te. Era stato infantile, crudele, spietato, insopportabile, dolce, ma stupido no, mai. Non credevo un cuore potesse maledire sé stesso, poi ho scoperto che se il sangue é rosso c'è un motivo: l'amore é sempre una ferita. Mi sono chiesta tante volte quale cicatrice saresti stata, se un taglio sul gomito o un'incisione sul polso. Sei stata altro. Sei stata la forma del coltello dietro la nuca, li dove nessuno avrebbe guardato o sospettato mai, ma dove la spina dorsale reggeva tutto il corpo. Immagino significhi questo amare stupidamente: tagliarsi la testa.

«Ho visto Parigi, Milano, Amsterdam... Vorrei ripartire adesso.» Il tuo sguardo trasognato verso mondi nei quali non appartenevo, nei quali neppure mi avevi immaginato probabilmente e dove ero stata solo col pensiero per cercarti quando le mani non ti stringevano la notte.

«E voi? Che é successo qui?» Il tuo sorriso spensierato e svagato premuto contro il mondo come una lama sulla tela. Ci passavi in rassegna aspettandoti una risposta, ed io mi sentivo uguale a loro, identica a tutte quelle persone a cui rivolgevi solo circostanziale educazione. E se da una parte mi struggevo per una
parola, finivo per odiarla a fine giornata, quando diveniva perfettamente simile a tutte le altre.

Avrei voluto ignorarti, chiudere gli occhi e non vederti, aprirli la mattina dall'altra parte del mondo, ma invece tu eri sempre lì, le nostre case affacciate l'una sull'altra. Come si fa a dimenticare quello che ti sveglia la mattina? Come si può mentire a sé stessi quando la verità ti cammina accanto? Come si può fingere se le sue mani ti toccano ogni giorno? Io non ero mai stata così vicina a quello che volevo con la cruda consapevolezza di non potermelo permettere. Non ero mai stata così vicina alla follia. Ed era follia pura. Desideravo di non incontrarti, ma percorrevo la tua stessa strada. Speravo di non vederti, ma venivo a cercarti. Mi ripetevo di parlarti il meno possibile, ma stavo bene solo con te. Follia sono semplicemente gli opposti che convivono dentro di te.

«Stai bene?» La tua mano sulla mia spalla. Il tuo braccio spoglio, una promessa infranta. I tuoi occhi verdi mi chiedono scusa mentre annuisco. Vorrei dirti quanto mi sei mancata. Vorrei darti tutto quello che ho nel petto e renderlo molto di più che inchiostro. Invece mi rifugio nel foglio perché le parole non escono.

«Non mi hai nemmeno salutato.» Come posso, Lauren, salutarti quando vorrei abbracciarti? Come posso dirti ciao se vorrei dirti mi manchi? Tutto quello che voglio é proibito. Tutto quello che voglio ha il tuo nome e tu non lo sai. Come posso convivere con questa consapevolezza senza esserne schiacciata? Se solo potessi dirtelo, una sola volta, un'unica volta, che penso a te come si pensa al rumore del sangue nelle orecchie.

Vorrei solo stringerti invece dico soltanto: «Tutto bene.» Ma se sapessi come mi uccido ogni giorno solo sapendo che oggi ti vedrò e come muoio ogni giorno sapendo che oggi non ti vedrò. Mi vedresti stupida, illusa o disperata? Quale aggettivo avrebbe il mio viso da quel momento in poi? Quale potrei sopportare senza esserne per sempre marchiata? Ho il presentimento tu sia stata fatta per me e allo stesso tempo sei tutto l'impossibile che c'è.

Occhieggio la tua mano. Il mio cuore sprofonda un po' più in giù. Il mio anello non é più sulle tue dita. So che mi guardi mentre me ne accerto. So che vorresti dirmi che ti dispiace, o forse semplicemente sorriderne e scrollare le spalle, ma io non te lo chiederò mai, non avrei mai il coraggio di ammettere sia facile farsi male  con te. Mi renderei un'idiota e io non sono idiozie che mi perdoni.

Questo spazio che ci separa tutti i giorni e ci tiene unite tutti i giorni é un inferno nel quale non finisco mai di bruciare. Vorrei questa fiamma mi spegnesse il respiro invece mi tiene incollata a vederla ardere. É giusto? Per te é giusto essere amati tanto da qualcuno da non trasformarlo nemmeno in cenere col tuo fuoco? Almeno avessi potuto polverizzarmi avrei saputo volare via.

«Ti odio.» Ti dico ridendo perché le altre parole sarebbero rischiose, sarebbero una spada e basterebbe per iniziare una guerra. E io sono venuta senza armi, senza elmetto. Sono venuta solo con dei fiori.

«Anche io.» Ripeti incattivita. Perché non capisci che i miei attacchi sono un modo per abbracciarti? Quanto a Fondo devo spingere il coltello per farti capire che mi sei mancata ma non so dirtelo senza urlare? Quanto ancora devo resistere per farti capire che ho perso? Ho perso. La notte ti cerco nelle mani di un'altra. Ho perso. Te lo ripeto così lo puoi ricordare: ho perso. Ti sento anche quando ti respingo, mi spezzo quando non ti posso accarezzare e ti rispondo male solo perché ti voglio. É folle, lo so, ma come posso attraversare questo landa fra me e te se i miei passi non coprono nemmeno una buca? Ti odio perché improvvisamente non so fare a meno di te. Improvvisamente nessuna ti somiglia. Improvvisamente nessuno mi tocca se non ha le tue mani. Improvvisamente non sei più innocua e innocente, improvvisamente sei crudele e minacciosa. Sei tutto quello che voglio. Dove posso scrivertelo?

E poi, un giorno qualunque, mi guardi e i tuoi occhi non sanno se uccidermi o salvarmi, però mi dice soltanto: «Mi sei mancata.» E tutto tace.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora