Wildflower

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I should put it all behind me, shouldn't I?
But I see her in the back of my mind
All the time.

————

Avevo dimenticato il tuo nome finché qualcuno non me lo ha lanciato addosso. É difficile scoprire di non aver mai cambiato cuore.

Tutto quel tempo... Tutto quel tempo e niente di diverso. I minuti che dilatano lo spazio sono una metafora non una realtà. Nessuna lancetta squarcia la linea temporale come un ricordo. Le lancette sono l'alibi, i ricordi il coltello. É più importante spiegare perché si é un assassino o pulirsi le mani dal sangue?
É questo lo scontro fra tempo e memoria. E vince sempre la seconda, perché essa é l'unica cosa esistente a vivere in assenza del primo.

Questo l'ho scoperto quella mattina, mentre la vita mi scorreva fra le dita come una fuga e io nemmeno me ne rendevo conto. Poi, improvvisamente, il suo nome riempie l'aria, l'appesantisce, la solidifica. Lauren é tornata. Ed io che ti aspettavo. Ti aspettavo inconsapevolmente, con la libertà di chi sa ancora respirare da solo ma non si ricorda di avere un petto. Ti aspettavo, é inutile dichiarare il contrario se queste parole servono a inchiostrare la verità. Questo posto, questi luoghi, questi angoli di solitudine ho imparato a ignorarlo per non tornare a te, ma evitare é sinonimo di ricordare, perché ciò che non vuoi vedere é ciò che ti cambia gli occhi.

Mi giro di scatto verso la fonte. Un allarme nello sguardo che risuona nel mio respiro. Nessuno se ne accorge. Qui nessuno sa di noi. Qui sono la sola a tradire un segreto. Torno a rimirare il mio caffè, le mie mani. É sempre rimasto tutto uguale o lo é tornato oggi che sei qui? Perché la vita sembra comunque vita anche se non ci piace più? Perché illudersi di essere felici é come esserlo davvero se si é bravi.

Pago e non ritiro il resto. Esco dal bar, ed improvvisamente é tutto così chiaro, evidente. Questo angolo dove mi hai sfiorato la mano é sempre stato qui, sono io ad aver cambiato strada. Questo posto dove mi hai abbracciato non é mai andato via, sono io ad aver abbassato lo sguardo passandoci davanti. Questo luogo dove le tue labbra mi hanno trovato é rimasto qui per tutto questo tempo, sono io ad aver chiuso gli occhi. Il dolore c'era, ma le mani lo coprivano. E ora che sei qui, come farò a pronunciare il tuo nome senza spezzarmi? Come farò a fingere se devo guardarti?

Ora tutti mi sembrano te. Ogni volta che qualcuno mi passa accanto, la sua ombra mi spaventa come se avesse i tuoi occhi. Prima, quando non c'eri, nessuno ti assomigliava e questo era un bene. Ora che sei qui, nessuno é più sé stesso. Non so dove nascondermi. Scappare é vano, rincorrersi inutile, restare fermi straziante, allora che alternative ci sono per quelle come noi?

Quando rientro a casa, so già che tutti lo sanno. Vorrei poter trovare un posto in questa città dove non arrivi la notizia, ma invece mi sforzo di sorridere e annuire, sorridere e annuire fino a tarda sera quando Dinah, una volta che tutte le altre sono andate a letto, viene a cercarmi. La nostra amicizia si potrebbe riassumere proprio così, nel sapere dove trovare l'altra.

«Ho versato un bicchiere anche per te.» Mi allunga il calice e noto le bollicine toccare il vetro.

La ringrazio con un sorriso mentre attingo al primo sorso. I miei occhi stanno ancora interrogando il vuoto mentre la sua presenza cerca faticosamente di interrogare me.

«Come stai?» Chiede direttamente, non trovando alcun modo per raggirare l'argomento. Perché l'argomento é un sasso, é una roccia, é un meteorite: non lo puoi superare.

Mi stringo nelle spalle. Sembra quasi un gesto di rifiuto, ma in realtà é solo disorientamento. Sono stata sbalzata in un tempo che conosco ma che non esiste, é come essere parte di un atomo, materia nera sconosciuta alla vita. E di nuovo la memoria si oppone al tempo. In questo momento credo che l'universo sia memoria.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora