Anniversario pt.2

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«Si, grazie Normani. Ne avevo proprio bisogno.» Inspirai l'aria fresca di Los Angeles, perdendomi nello skyline sotto di me. Un'intera città all'onta dei miei occhi.

«Figurati, puoi stare quanto vuoi. Tornerò fra due settimane.» Anche Ally era partita insieme alla combriccola, mentre Dinah le aspettava già in Messico.

Io no. Avevo bisogno di stare un po' con me stessa. L'uscita del video e della canzone erano andati meglio del previsto, superando ogni mia aspettativa. Avevo altre idee in mente, ma non riuscivo a concretizzarle. Forse il trambusto di New York, dove avevo trascorso gli ultimi mesi, o probabilmente la troppa calma di Miami, dove avevo speso le ultime tre settimane estive, o magari le foto di Shawn e Camila su ogni social. Non mi interessava più, sia chiaro, ma lei mi aveva mentito, mi aveva mentito e lo sapeva benissimo. Perché non dirmi la verità? Perché non raccontarsi le cose come stavano?

La cantina di Normani non deludeva mai le attese. Scelsi un buon vino bianco e misi sul fuoco del pesce con verdure alla julienne. Intanto il clima permetteva di pranzare in terrazzo, motivo per cui stesi la tovaglia direttamente sul lettino prendisole e portai piatto e calice con me. Il quaderno degli appunti era diventato la mia ombra: dove andavo io, c'era anche lui. Speravo di essere colta dall'inspirazione quando meno me l'aspettavo, ma la penna per la mia mano era come filo spinato per un detenuto. Avevo deciso di fermarmi una settimana, cosicché potessi fare ordine nelle idee senza fretta, concedendomi tutto il tempo necessario per ricaricare autostima e ispirazione.

Los Angeles era la città giusta per me. Una via di mezzo agli eccessi e alla noia, un sedativo alle esagerazioni e un eccitante al tedio. Già pranzare in terrazzo, accompagnata da un buon vino e il raspare degli skaters per strada era tutto ciò che potevo chiedere. Ecco perché credevo di poter ritrovare e ritrovarmi qui. Dove un po' tutto era cominciato, fra l'altro... Primo concerto, primo meet&greet, primo bacio... Un po' tutto. E per conseguenza empirica dunque, speravo in una nuova corsa.

Il telefono squillò. Era Ty. A proposito di nuovi inizi. Stavo tentando di averne uno in quanto a relazioni sentimentali. Ty si era rivelato una sorpresa. C'era affinità mentale, comunicazione, mi trattava con rispetto e non mancava mai agli appuntamenti importanti. Non mi sentivo innamorata, ma mi faceva star bene.

Parlammo del più e del meno. Lui si trovava a Washington per un concerto. Mi passò sua figlia, che lo aveva seguito per quella data, e restai a telefono abbastanza tempo per lasciarmi bruciare le spalle dal sole. Quando rientrai, mi dimenticai anche di controllare gli ultimi messaggi e semplicemente mi addormentai, un po' stordita dal sapore forte del vino bianco.

                                          *****

Mia madre era presa dai preparativi natalizi, quell'anno si sommava all'entusiasmo stoico anche un pizzico di emozione. Shawn, infatti, avrebbe pranzato con noi. Era un'occasione importante, visto che non avevo mai portato nessuno a casa, a parte Lauren, con la quale avevamo riunito le famiglie per due Natali e trascorso la giornata tutti insieme.

Lui la stava aiutando con gli addobbi, mentre papà pensava al giardino insieme a Sofi. Io mi ero presa una pausa meritata, e mi stavo riposando le gambe in veranda. A Miami il sole non scemava nemmeno sotto i giorni natalizi, ma era una vera goduria poterne beneficiare quando altrove le temperature erano rigide o quasi siderali.

«Ti ho portato un po' di cioccolata calda.» Mia madre sorrise dietro le volute di fumo. Afferrai la tazza, affondando le labbra nella crema densa. Era proprio come piaceva a me, lei lo sapeva.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora