Non ricordo quando fosse stata l'ultima volta che ho composto il numero di Camila, ma se prima, prima di questo momento, pareva improbabile tornare a farlo, adesso mi chiedo perché abbia fatto trascorrere tutto questo tempo. Non riesco a comprendere se il tremore delle mani deriva dalle turbolenze dell'aereo o dalla mia paura. Per sicurezza inspiro profondamente per calmare i nervi. Non voglio che ricordandosi di me debba ricordare anche la disperazione.Purtroppo non risponde al telefono.
Non saprò mai quello che sta facendo adesso, a chi sta pensando, se abbia già appreso la notizia o meno. Non so se si pentirà per il resto dei suoi giorni di non aver alzato la cornetta o se conservare un audio della mia voce nel suo telefono le permetterà di non cancellarmi del tutto. Non lo so. So solo che prima di morire io voglio parlare solo con lei, ma che purtroppo me ne andrò senza sentire di nuovo la sua voce.
«Ciao Camila, è da tanto tempo che non ci sentiamo quindi ti farà strano sentire la mia voce di nuovo. Probabilmente quando la sentirai io non... non sarò qui a risponderti. Il che rende tutto questo ancora più strano, vero?» Abbozzo una risata. Voglio che mi ricordai così, malgrado le palpitazioni. Le persone attorno a me stanno facendo la stessa cosa, chiamano chi amano sperando di essere fortunati più di me. «L'ultima volta che ci siamo viste pensavo che mi odiassi, spero tanto che ora tu non mi odi più, perché per me sarebbe peggio che morire. Certo, non che la cosa abbia molta importanza adesso... Ma se mi rimangono cinque minuti di vita volti viverli sapendo che non mi odi. Quindi immaginerò che sia così perché tu non sei qui a dirmelo.» Pausa. Non è qui, già. Trattenere le lacrime diventa più difficile. Per la prima volta realizzo che me ne sto andando senza poter sentire di nuovo la sua voce.
«Quando mi sono imbarcata non ti ho pensato. Non ti ho pensato per tanto tempo, a dire il vero. Questo perché le persone si abituano a vivere senza chi amano e voglio che tu ricordi questo. Lo so che sono passati mesi interi e forse nemmeno hai bisogno di sentirti dire questo, ma voglio dirtelo, d'accordo? Voglio dirti che passerà. Non penserai a me tutto il tempo. Ti mancherò forse, almeno tu mi sei mancata sempre, ma passerà tutto il resto. Non ti sentirai così per tutta la vita, non ti assillerà per sempre il mio ricordo. E ti prego non ti incolpare per non aver risposto. Si avrei voluto sentirti, altrimenti non avrei chiamato te penserai, vero? Ma è meglio così. Si all'inizio non ci credevo, ma è meglio così. Non voglio tu senta la...» Deglutisco e mi ordino di non piangere. Ancora un po'. Ancora un po' e sarà finita. Non piangerò ora. «Ascoltami, una parte di me sente che tu avrai bisogno più di chiunque altro di sentire queste parole. So che tante persone mi amano e forse anche più di te, ma sento che nessuno avrà bisogno come te di sapere che starò bene. Le cose andranno bene soprattutto. Le cose andranno bene. Oggi non finisce tutto. Ricordati che le cose non finiscono mai solo perché non gli viene donato un dopo. Andrà bene. E se davvero ti mancherò, io sarò con te. Anche tu sarai con me. Vedi? Ci sei anche adesso. Ci sei sempre. Le persone non ti lasciano solo perché non ci sono più, va bene? Tu non l'hai fatto con me e io non lo farò con te. Le cose andranno bene. Stanno già andando meglio del previsto dato che stiamo parlando. Più o meno, beh.... Si insomma, io sto parlando, il che non era scontato comunque perché ho impiegato 10 mesi quasi per chiamarti, ma meglio tardi che mai giusto? Sono sempre pessima nel riconoscere ciò che conta davvero. Arrivo prima in tante cose, ma ultima in quelle che contano davvero. Non credo ci rimanga molto tempo, comunque. Credo di averti detto tutto però. Forse adesso dovrei salutarti, ma non ci riesco. Sono stata tanto tempo senza nemmeno salutarti e ora non riesco a lasciarti andare. Penserai che sono una stupida. La verità è che avevo paura, più di quanta ne abbia adesso. Avevo paura di non trovare più la persona che amavo o che mi amava, della freddezza e dell'indifferenza che non mi hanno mai sfiorato quando si trattava di te. Non volevo sentire un mutamento in te perché in me non era cambiato niente. Però adesso devo davvero andare. Vedo le torri farsi sempre più vicine e non è buon segno, non credi?» Il viso mi si contrae per un singhiozzo, ma modulo la voce per coprirlo al meglio delle mie possibilità. «Non so cosa ci sia dopo, Camila. Non ho paura, ho solo timore di non ritrovarti dall'altra parte perché... perché vorrei almeno avere una possibilità di risentire la sua tua voce quando sarà il momento. D'accordo attaccherò adesso perché non voglio tu senta, no. Non devi sentire. Non ti dirò ciò che già sai, ti ho chiamato e questo dice già tutto. Spero che tu... che tu sappia che...»
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Ciao a tutti.
Anzitutto mi dispiace per l'assenza dovuta ai molteplici impegni. Spero davvero di conciliare presto il da farsi per poter tornare a scrivere e pubblicare, ma nel frattempo ci tenevo a ricordare ciò che accade oggi a modo mio. Non sono una persona che parla troppo o si dilunga in spiegazioni, semplicemente mi sono sempre chiesta perché le persone che hanno vissuto il dramma dagli aerei abbiano avuto meno voce o meno risonanza e perciò ho deciso di scrivere per appianare questa sensazione che avevo.
Grazie a tutti.
E ricordate sempre.
Sara.
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One shot Camren
FanficOne shot Camren Comprenderanno anche alcuni capitoli "interattivi" e capitoli riguardanti storie presenti sul mio profilo (come fight back, she loves her etc...)