Living Proof

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Ciao a tutti.

Sto riscrivendo alcune one shot che avevo lasciato in sospeso (compreso queste) e ne sto anche togliendo alcune, perciò, se doveste notare dei cambiamenti, é ovviamente colpa mia.

Sara

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Show your demons, and I might show you mine.

Can you feel me?
Cause I can't breathe.

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L'umanità si basa su un solo assunto: la verità va in una sola direzione. Uno può nascere e morire sapendo solo questo. Eppure, in questa storia, la verità va in entrambe le direzioni, anzi, forse ne ha più di due, ed ognuna le appartiene. Cosa succede quando due verità raggiungono finalmente la realtà? E cosa succede quando ormai é troppo tardi?

Dinah bussa alla porta, salutandomi con la mano dall'altra parte del vetro. Le sorrido mentre le vado incontro. Giro la chiave e la taccio entrare.

«Lo sai che ore sono?» Domanda.

«Beh, é notte anche per te.» Mi stringo nelle spalle per schermarmi dal suo sguardo sinistro.

Si accomoda sul divanetto accanto alle macerie di carta; sono residui di pensieri di una notte insonne, ispirazione derivata da parole che non posso pronunciare ad alta voce o comunque non posso dirle con la mia voce, ma se qualcuno le proferisse per me, lo ringrazierei. Dinah raccoglie un foglio a caso dal mazzo, può essere un asso di cuori come un due di picche, con le parole non si sa mai quanto stai perdendo.

Legge attentamente le poche idee venute al mondo per mano, poi mugola e solo dopo qualche istante sospira rumorosamente.

«Lei lo sa?» É come tagliarsi un dito mentre si sfoglia un libro o inciampare in un laccio o mordersi la lingua... Un incidente banale che segna la pelle.

«Di che parli?» Un dettaglio si può nascondere, si può occultare, anche se ne siamo assillati, finché resta invisibile agli occhi altrui, non deve esistere anche per noi.

«Ti conosco da quando non avevo ancora l'età per bere alcolici, pensi che funzionerà questo gioco che attui con tutti?» Mi sgrida perché mi vuole bene.

Roteo gli occhi al cielo: «Quale gioco?»

«Ok, va bene!» Sa che arrendersi é l'unico modo per permettermi di ripensarci.

Nel silenzio si alterna un fruscio. Dinah continua a leggere mentre, con le cuffie calcate in testa, cerco il suono giusto per le parole che ho sulla punta della lingua. Inspiro a fondo mentre il mio riflesso mi spia dal vetro. La sala registrazioni é vuota, dormono tutti. Vorrei avere sogni leggeri come i loro. Sento che se non le dico adesso, quando nessuno ascolta, quando il buio della notte mi offre un'ombra a cui affidarmi, dopo ore ad aver cercato il modo giusto di nascondere fra righe ambigue un sentimento tanto schietto, non lo dirò più. Posso vivere senza dirlo mai? Si, certo che posso. Ma posso accettarlo, di aver avuto paura?

«Si sta per sposare.» Non potrei essere più diretta di così. Non c'è un altro modo più limpido per dirlo, per farle capire che a me rimane la carta e l'inchiostro, a lei tutto il resto.

Dinah alza lentamente il capo dalla lettura. É attonita, anche se non lo dà a vedere. Pensava non lo ammettessi mai, sa quanto può essere testardo il mio silenzio, quanti sacrifici posso fare pur di non darla vinta alla mia perdita.

«Avresti dovuto dirmi "non mi interessa perché sono fidanzata."»

Scatto in piedi: «Se non vuoi sentire le risposte, non fare le domande.» Arraffo i fogli per riunirli tutti insieme.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora