Just One Shot|COMPLETA

🔴Berlino-La Casa De Papel🔴

_Alhena_Black_
Spero ti piaccia!♥

⚠️TW⚠️

<<Faccio appello al mio diritto di co-capitano dell'operazione.>>
<<Diritto di che?>>
<<Diritto di prendere decisioni.>>
<<Puoi prendere decisioni solo se io non sono disponibile.>>
<<Non è vero.>>
<<Chiedi al Professore.>>
Lo guardo sfidandolo a braccia conserte.
Lui sembra rilassato e sfodera il suo sorrisetto più compiaciuto.
<<Stai bluffando.>>
<<Chiamalo.>>
Ride incoraggiandomi.
<<Ti faccio vedere le tet*e.>>
<<Caspita, sei davvero disperata.>>

Si volta e si riempie il bicchiere di qualche intruglio di cui non mi interessa.
Si prende gioco di me ma torna a guardarmi quando gli faccio sentire il rumore della zip che si abbassa.
Può vedere solo la canottiera nera e il mio ombelico.
<<Spudorata.>>
<<Te le faccio toccare se la lasci stare.>>
<<Non se ne parla, pecorella.>>
<<Ok, stronzo. Lo facciamo su questo tavolo se la ignori.>>
Prende un sorso e posa il bicchiere facendo sbattere i due vetri molto rumorosamente.
Alza lentamente il capo e mi guarda arrabbiato, serio.

<<Prima cosa: non cercare di abbindolarmi con il tuo bellissimo e grazioso corpicino da giovane donna.>>
Lo vedo avvicinarsi e l'istinto mi dice di alzare di nuovo la zip, nonostante quello che viene verso di me sia mio marito da ormai due anni.
<<Seconda cosa, pecorella: non chiamarmi mai piu in quel modo. Sai che non mi piace quando parli così e sai che voglio una moglie decente e decorosa. Si?>>
Il suo indice e il suo pollice affondano nelle mie guance, il mio viso è contro il suo e sono costretta a mettermi in punta di piedi per seguirlo.
<<Si.>>
<<Si, cosa?>>
<<Si, papìto.>>
Allora mi sorride, cambiando nel giro di mezzo secondo umore, e poi mi bacia, mantenendo il potere che ha su di me.

Perché onestamente, lui vorrebbe mettermi paura, ma mi mette solo una gran voglia di scop*re.

E in effetti succede, perché non sia mai che Berlino lasci insoddisfatta la moglie.

Con la mano ancora sul mio viso, ma in modo meno violento, mi spinge contro la finestra e mi aiuta a togliere la tuta, poi si spoglia anche lui.
Nessuno ci vede, le finestre sono coperte dalle pensiline.
Quindi per noi è semplice accingerci in un amplesso improvvisato e selvaggio.

Mi bacia gentilmente il collo, coperto da alcune ciocche che sposta arrabbiato, mentre una delle sue mani si da piacere e l'altra gioca con la mia intimità.
Si stanca presto e afferra la mia di mano, per portarsela addosso, e lascia fuggire un gemito grottesco e graffiato quando lo stringo tra le dita e lo tocco con tanta rabbia quanta delicatezza.

<<È questo che volevi, pecorella?>>
<<Si, papìto.>>
<<Non si dica mai che non ti accontento.>>
Rido contro il suo collo che moridicchio con foga, se lo merita e ne è consapevole.
Il problema è che non vuole perdere e mi incita a voltarmi per mordermi avidamente le spalle.

Gli do uno schiaffo sulla nuca e lui insiste le dita sul mio fianco, ferendomi.
Allora afferro il suo membro e lo stringo fino a farlo piegare leggermente.
<<Perché ca*zo devi sempre vincere tu?>>
<<Perché sono io al comando, principessa delle mie p*lle.>>
Mi spinge via la mano e mi piega violentemente fino a farmi scontrare con la finestra, entra e comincia a muoversi indisturbato.

Lo adoro, ma è uno str**zo.

Un braccio è saldo sulla mia schiena per impedire che mi tiri su, l'altra mano mi tira i capelli tenendoli stretti in una coda.
Si avvicina al mio orecchio e lo morde, mi fa male.
<<E non provarci mai più.>>
Dice prima di baciarlo dolcemente e succhiarlo fino a far passare il dolore.

Quando mi sente arresa, in preda al piacere che le sue spinte mi stanno provocando, si calma e mi bacia il collo.
Toglie il gomito dalla mia schiena per abbracciarmi e stringermi gentilmente i s*ni.
Il suo petto è contro la mia schiena, sento ogni spinta, ogni sfregamento delle nostre pelli.

E non potrei chiedere di più.

Perché Andrés è cosi.
È amaro e dolce, ma sopratutto deve averla vinta lui per poi dimostrarmi tutto il suo amore.