🔴🔵Chris Evans🔵🔴

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<<Ah ah.>>
Annuisce annoiato davanti alla tv e si lamenta di ciò che dicono le news.
"... aveva appena compiuto otto anni la bambina che questa mattina è stata trovata senza vita nel..."
<<Continuate a far fare figli a chi non li merita.>>
Adoro vederlo immerso nel suo mondo, quando si comporta da tipico uomo americano di mezza età mi fa morire dal ridere. Devo abituarmi.

O quando la mattina deve rigorosamente avere il suo giornale durante la colazione.

Lo osservo poggiata al muro, nel buio della cucina la mia presenza passa inosservata.
È stanco tanto quanto me, da quando è nato Morgan le nostre giornate sono piene, frenetiche e stancanti.
Siamo stati privati del sonno, siamo entrambi nervosi, siamo lontani anni luce dal riuscire ad avere l'intimità che avevamo prima.
Ma vedere quel piccolo sorriso sulla faccia cicciotta di nostro figlio vale due milioni di queste giornate.

In effetti, vederlo così mi provoca qualcosa.
<<Certo.>>
Sussurra, e si tocca la barba, dannazione.
Guardo l'orologio, sono ancora le undici, possiamo farlo prima che Morgan si svegli per mangiare.

Mi avvicino e mi siedo di fianco al grosso omone che mi accoglie circondandomi la vita con il braccio.
La sua barba mi si posa sulla guancia, mi da un dolce bacio e mi stringe a sé.
<<Tutto okay?>>
<<Mh mh.>>
Senza aggiungere altro mi sposto sulle sue gambe aggrappandomi alle sue spalle, lascia scivolare le mani lungo il mio corpo accarezzando la pelle calda scoperta dalla canottiera e dalla gonna lunga che arrotola facilmente sul mio fianco.

<<La mamma vuole un pò di coccole?>>
Annuisco con un gran sorriso, pochi secondi dopo le nostre labbra si incastrano e danno inizio ad una lenta e romantica danza accompagnata dai nostri corpi che si muovono l'uno contro l'altro.
Una cosa che mi piace da impazzire è tastare la sua pelle nuda, tesa, che rabbrividisce al passaggio della mia mano.
Gli tiro via la maglietta nera e ammiro per qualche secondo la meraviglia di marito che ho davanti.

Sono passati degli anni dalla prima volta che l'ho visto, il lontano 2014.
È cambiato molto, certo, è più maturo e responsabile come ci si può aspettare da un uomo di quarant'anni con un figlio e una moglie, una casa sulle spalle e una carriera importante. Questo è ciò che mi piace di più, siamo cresciuti insieme e queste serate, questi piccoli momenti di privacy tra un attimo e l'altro, sono tutto ciò che desideriamo adesso.
Eravamo giovani, immaturi, piccoli e scalmanati, adesso siamo genitori, abbiamo una famiglia, e l'uomo che ho davanti mi rende sicura, mi incoraggia ad andare avanti, mi da fiducia e cosa più importante, rispetto.

<<Sei incantevole con questa gonnellina.>>
In effetti in questo esatto momento sembriamo una tipica coppietta degli anni 60, questa gonna mi rende molto una Marylin Monroe dei poveri.
<<Non la togliamo, okay?>>
Annuisco ancora, non ho le forze per parlare e i miei pensieri sono rivolti ad una sola cosa: il tempo che passa.
Velocizziamo un pò le cose; mi libero della canottiera, Chris si meraviglia ancora una volta del fatto che non porto più il reggis*no e si tuffa a capofitto sul mio decolleté.
Intanto mi appresto ad abbassare i pantaloni della sua tuta e poi anche i boxer.
<<Abbiamo fretta?>>
Mi chiede continuando a baciarmi il collo per salire e mordermi il labbro.
<<Si.>>
Rispondo, dopodiché elimino completamente la distanza tra di noi.

Geme contro la mia guancia, sono tre settimane che non lo facciamo.
<<Mi sei mancata, amore. Ti amo, ti amo da morire.>>
Lo ripete all'infinito mentre mi muovo su di lui, circondata dalle sue braccia e travolta dalle sue mani che toccano tutto ciò che possono.
Tira su anche la gonna senza toglierla solo per poter afferrare i miei glutei e aiutarmi a muovermi.

Lo adoro quando è talmente immerso nel momento che non riesce a tenere chiusa la bocca, parla, parla e non la smette.
Mi riempie di complimenti e mi ripete quanto mi ama e quanto adori stare con me.
Non posso fare altro che continuare a dimostrargli che per me è lo stesso.

Mi avvinghio a lui e seppellisco il volto sulla sua spalla, geme e non sta zitto, ho il suo fiato contro l'orecchio.
Gli stringo i capelli, le braccia, cerco il più possibile un contatto sebbene io sia già incollata a lui.
Chris mi abbraccia, mi bacia, mi coccola.

È un momento troppo romantico per durare davvero fino alla fine, infatti poco prima che io venga sentiamo dal baby phone un pianto stridulo.
<<No aspetta, aspetta, due minuti.>>
Mi chiede, ma il mio istinto materno esce fuori e sono costretta a distruggere il nostro attimo di felicità.
<<Ha fame, Chris.>>
<<Ma due minuti?>>
<<Non possiamo, e lo sai.>>
Mette il broncio e mi lascia andare, rimane sul divano, con la tv accesa, i pantaloni abbassati e un espressione vuota.

Sarà per la prossima volta.

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