🔴🔵Chris Evans🔵🔴

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<<Nell'armadio?>>
<<Ovunque.>>
Mi ritrovo chiusa in un armadio completamente travolta dall'uragano Evans mentre al piano di sotto il signor Smith continua ignaro a godersi la festa.
I nostri incontri non sono rari, spesso alle feste organizzate dal mio capo, del quale Chris è molto amico, capita che i nostri sguardi si incrocino per poi costringerci a ritirarci da qualche parte per del buon ses*o proibito.

Perché sì, non è scritto da nessuna parte, ma non è carino intrattenere una relazione così mal vista dal pubblico con l'amico del proprio capo.
È un'azienda conosciuta, rispettata e responsabile, non dovrei rovinare tutto infangando la reputazione del signor Smith.

Eppure, eccoci qua.

<<Mi sei mancata, cavolo, ti ho pensata ogni giorno.>>
È indaffarato a slacciarmi il reggis*no e intanto farfuglia sotto al mio orecchio tra un bacio e un morso al collo.
Nel frattempo i jeans gli sono già arrivati alle caviglie e sotto di me sento la familiare er*zione di Chris spingermi contro le mutand*ne.
Le sue mani mi tirano verso di sé per baciarmi in modo più aggressivo, come se gli servisse per vivere, una ricerca disperata della mia lingua lo spinge a stringermi e farmi sentire ogni centimetro del suo corpo.

Tocco le sue spalle, le sue braccia, mi spingo più giù e gli sollevo la maglietta solo per poter ammirare il Dio che ho davanti.
Ha gli occhi chiusi, le dita sotto la gonna che scorrono dritte verso la mia intimità, ha il respiro corto, il suo petto si alza e abbassa in fretta.
Creo una scia immaginaria con la lingua che gli attraversa il collo, l'addome, per arrivare al bordo dei suoi boxer.

Lo spazio è ristretto quindi sono costretta ad inginocchiarmi e sdraiarmi per non farmi schiacciare dal muro, Chris è seduto difronte a me pronto a ricevere ciò che ho promesso durante la nostra precedente chiaccherata.
Sento le sue mani accarezzarmi i capelli e legarli in una coda disordinata mentre cerco in tutti i modi di soddisfarlo, per quanto possa in queste condizioni.

Geme e da segni di piacere quando lo prendo completamente nella mia bocca e comincio a muovere la lingua lungo la sua er*zione.
Il suo corpo si contorce, è completamente alla mia mercé, vittima delle mie labbra.
Mi incoraggia dicendomi quanto gli piaccia tutto questo ed elogiandomi.
È lui stesso qualche minuto dopo a chiedermi di raggiungerlo.

Continua a baciarmi, i suoi muscoli tesi e rigidi sono una droga per le mie mani che non riescono a non toccargli le braccia.
Mi aiuta a togliere definitivamente la camicia di seta e poi lascia dei dolci baci sulle mie spalle.
Mi sposta i capelli e si concentra a succhiare una parte di pelle con l'intento di lasciare un segno.

Non stiamo effettivamente insieme, nonstante lui abbia qua e la lanciato qualche battuta, non credo sarei in grado di pensare ad una relazione romantica al momento.

Tuttavia questo non ci impedisce di guardarci in questo modo mentre facciamo ses*o.

Ho il suo caldo respiro contro l'orecchio mentre mi dice di alzarmi.
Mi appoggio al muro, la mia guancia è totalmente schiacciata contro di esso e le sue mani sono impegnate a sollevarmi la gonna quel poco che basta per spostare le mutand*ne ed entrare con tutta la calma possibile.

Mi bacia l'altra guancia, con una mano mi tiene il fianco per potersi muovere liberamente dentro di me, con l'altra mi accarezza dolcemente il petto.
Le sue labbra scendono, si piega per giocare con il mio s*no.
Il suo bacino si scontra con il mio fondoschiena, riesco a sentire la pelle calda sbattere contro la mia schiena, le sue gambe strofinarsi con le mie e più di tutto sento la sua prepotenza nell'accorciare la distanza ogni volta.
Si spinge completamente dentro di me, sempre più in profondità, costringendomi a tapparmi la bocca per non farci scoprire.

<<Non trattenerti, non farlo, mi piace sentirti, mi fa impazzire.>>
<<Se ci scoprono sono licenziata.>>
<<Non pensarci, pensa a questo.>>
Mi aiuta a voltarmi e mi solleva sulle braccia, si fa strada di nuovo dentro la mia intimità ma stavolta mi guarda negli occhi.
Le sue pupille sono luminose come un cielo d'estate a mezzogiorno, quell'azzurro limpido e glorioso mi imbarazza.
<<Pensa a noi, pensa a quanto ti piace.>>
<<Chris...>>
<<Perché so che ti piace. Guardami.>>
Nel momento in cui chiudo gli occhi vengo riportata alla realtà dalla sua mano sul viso, e mi stringe con l'altra, siamo letteralmente appiccicati.
<<Fammi sentire, Veronica, fammi sentire quanto ti piace farlo in un armadio mentre il tuo capo ti cerca di sotto.>>
Lo bacio per zittirlo e lui decide di portare una mano sul mio clitor*de.

Inutile dire che resisto per poco.

Già al limite della pazienza vengo travolta dalle sue dita mentre si muove arrogantemente dentro e fuori me.

È un gemelli, dopotutto, cosa ti aspetti se non provocazione e limiti da superare?

<<Stai già andando fuori di testa?>>
<<Continua, continua.>>
<<Sono qui, piccola, sono qui.>>
Mi bacia il collo, continua a muoversi, lo sento, lo sento arrivare.
Lo rincorro, adesso le sue labbra sono attorno al mio capez**lo, lo tira, lo morde, lo bacia, è troppo, devo farlo.

Vengo dicendo il suo nome, esattamente ciò che fa lui qualche minuto dopo, viene dicendo il mio nome.

Rimaniamo per qualche minuto in piedi, l'uno di fronte all'altra, nudi e stanchi, soddisfatti e sfatti, le sue labbra ancora posate sulla mia pelle.

La lucidità si impossessa di nuovo di me.

<<Non può succedere ancora.>>
<<No.>>
<<Dobbiamo smetterla, Chris.>>
<<No.>>
Lo spingo a sollevarsi e guardarmi negli occhi, mi sorride, è un battito più forte che mi colpisce il cuore.

Sembra un orsetto gigante.

<<Non voglio che questa sia una cosa da niente. Voglio passare del tempo con te, fuori da quest'armadio, fuori dalle feste.>>
<<Chris...>>
<<Io voglio passare del tempo con te, Veronica. Sempre.>>

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