⚪🔴Stefan Salvatore-The Vampire Diaries🔴⚪

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La conosceva bene quella sensazione, da anni la vedeva così. Succedeva spesso.
Una vampira depressa non era mai una buona cosa.
Non sapeva mai quale dei tanti tormenti la costringeva a restare chiusa in casa per settimane.

Le pareti erano circondate da muffa, le finestre barricate, cocci di vetro in giro per le stanze e altrettante bottiglie vuote su i tavoli.
Stefan percorse quell'infinito corridoio per bussare alla porta della camera dove Elizabeth si era sicuramente rinchiusa. Nessuno rispose ma lui entrò comunque, trovando davanti a sé un raccapricciante spettacolo.
Lei era, nei momenti di quiete o gioia, una delle vampire più coraggiose e potenti di sempre, poteva difendere con grinta, proteggere con astuzia e resistenza, ma per se stessa non aveva voglia di combattere.
Il suo dolore era più difficile da affrontare. Si lasciava sempre cadere. Ma mai come adesso.

La pelle pallida e rinsecchita di Elizabeth si intonava perfettamente con lo sporco nei suoi capelli, le cicatrici sul suo viso e il buio dei suoi occhi. Stefan capì che non mangiava da settimane, il suo corpo era un contenitore per rum e gin, il suo cuore sicuramente era ridotto ad una nocciolina marcia.
La ragazza era rannicchiata in fondo alla stanza, le ginocchia al petto e il viso rivolto verso il vuoto.
<<Liz.>>
La chiamò lui, ma non ebbe risposta.
Si avvicinò attentamente a lei, cercando di non spaventarla.
E vi si chinò difonte accarezzandole il viso.
Elizabeth ebbe un sussulto che si esaurì quando vide gli occhi dolci del ragazzo. Si lasciò prendere la mano e portare in bagno.

Le sue paure la rendevano fragile, la rendevano scostante dal mondo reale. I traumi di un passato agghiacciante, le insicurezze di un presente pessimo e la confusione dovuta alle incertezze del futuro. Sembrava forte, sembrava reggere tutto, ma il suo cuore, no, non era abbastanza forte per reggere tutto.
E quando crollava, e crollava molto spesso perchè molto spesso il mondo la feriva ripetutamente e con cattiveria, aveva bisogno di amore.
Di conforto.
E Stefan aveva amore per tutti e due, aveva il tempo di confortarla e la forza di reggere tutto, anche per lei.

<<Voglio vivere in un mondo dove nessuno si fa male. Dove tutti siamo felici.>>
L'unica frase che riuscì a dire dopo settimane di solitudine, non ricordava il suono della sua stessa voce.
Stefan non disse niente, ma si prese cura di lei con affetto e delicatezza.
Cercando non di riparare i pezzi distrutti del suo cuore, ma quanto meno di raccoglierli e posarli accanto al suo che, per fortuna, resisteva ancora.
Perché non è facile vedere la persona che ami ridotta uno straccio, non è facile vederla vacillare con la consapevolezza di star vacillando, fino a vederla crollare e disintegrarsi lentamente nel buio dei meandri del suo fragile cervello.

La lasciò a riflettere e nutrirsi avvolta da un semplice accappatoio, seduta sul divano con la luce del sole che entrava dalle finestre, le aveva persino rimesso l'anello.
E si dedicò velocemente a ripulire quella casa dalle bottiglie, dai topi essiccati sotto al tavolo e dagli svariati insetti che si erano annidati negli angoli bui della casa. Quando ebbe finito tornò da lei, la aiutò a vestirsi, avendo l'impressione di star vestendo un manichino di ossa, freddo e rigido. Infine si sdraiò insieme a lei su un mucchio di cuscini che avevano sistemato a terra.

Le braccia le erano attorno al bacino, strette e gentili le sfioravano la pelle sotto il maglione. Pian piano riacquisiva vivacità, calore e colore.
Come se Stefan le stesse trasmettendo la sua stessa energia vitale, come se lui la stesse lentamente ricaricando come si fa con i cellulari.
E passarono infinite e lunghe ore in quella posizione, senza dire una parola; non serviva.

Fu poi Elizabeth stessa a cercare qualcosa di più.
Più calore, più affetto.
Lo baciò con una tale gradevole pacatezza da causargli una fitta estremamente lunga allo stomaco, il bisogno di starle vicino e l'amore che provava per lei si fecero altroché sentire rumorosamente.
Il corpo minuto di Elizabeth si ritrovò presto sovrastato e riscaldato sotto quello di Stefan che le accarezzava i capelli, il viso, i fianchi, le gambe.
Per controllare che ogni cosa fosse ancora al suo posto.

Non ci fu bisogno di spogliarsi, per nessuno dei due, volevano entrambi fare l'amore.

E basta.

Le sollevò piano il maglione di lana rosa per baciarle il s*no e per giocare con l'altro mentre Elizabeth gli slacciava la cintura abbastanza da mostrare ciò che serviva.
Bastarono alcune carezze, qualche dolce parolina, qualche sguardo, per farli scattare.
Stefan le abbassò i pantaloni e come il pezzo di un puzzle che ritrova il suo compagno, entrò in lei senza staccarle gli occhi di dosso. Sorridevano entrambi, si baciavano, si coccolavano.

Era proprio su quei cuscini che per l'ennesima volta e non l'ultima, Stefan riportò alla vita la sua amata.
Con l'amore.
Perché tutti hanno bisogno di amore. Sempre.

Just One Shot|COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora