⚪Levi Ackerman-AOT⚪

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"Nessuna emozione.
Non mostrarti debole.
Non fargli capire di aver perso.
Non dargli alcuna soddisfazione.
Sii impassibile.
Sii forte.
Sii coraggioso.
Combatti.
Combatti, combatti."

Le parole di Akane gli riempirono presto la mente mentre attorno a lui i giganti facevano il loro dovere.
Quattro mostri, ognuno aveva avuto il proprio pezzo, proprio davanti a lui.
Levi aveva perso, aveva perso tutto.
Levi aveva perso il cuore.

In un momento si concesse di provare dolore, di rimpiangere quell'ordine, di averla lasciata sola contro quei maledetti.
In un momento ricordò la promessa che le aveva fatto prima di attaccare, non l'avrebbe mai sposata però.
In un momento Levi sentì ogni sensazione sulla propria pelle, facendola sua e assaporando ogni senso di colpa, ogni insicurezza, ogni errore.
In un momento cadde, si lasciò trasportare dal vento che lo spingeva giù, sulle ginocchia, e che gli scompigliava i capelli sporchi di rosso.
Persino le lacrime volarono via, tanto era immobile, assorto nella oscura cella della sua mente mentre osservava ad occhi chiusi il proprio cuore spezzarsi e cadere in una fossa profonda, con la consapevolezza di non essere in grado di riprenderlo.
In un momento il Capitano Levi divenne semplicemente Levi, un ragazzo che aveva visto la sua amata morire, dilaniata dai giganti, le sue ossa spezzarsi ed essere tirate via con tanta foga e cattiveria da innescare in lui il più brutale e selvaggio degli istinti.

Fu li che si accese.

In un secondo momento Levi aprì gli occhi, furenti, di ghiaccio e infiammati allo stesso tempo.
La sua gola stava per esplodere, il petto anche. Le lacrime si mescolavano con il sangue e i denti erano stretti pressati gli uni contro gli altri.
Il suo obbiettivo fu chiaro.
E in un attimo i quattro giganti furono annientati.
Letteralmente.

Talmente veloce, talmente arrabbiato, da ridurli in brandelli, e persino i mille migliaia di pezzetti furono tritati dalle lucenti lame del Capitano Levi, che più di ogni altra cosa voleva vendetta.
Liberò ogni istinto, ogni sensazione, ogni briciolo di rabbia.
Il suo viso era rosso e persino Mikasa fece un passo indietro alla vista di un tale orrore.
Non stava più combattendo per liberare il mondo, stava combattendo per liberare se stesso.

Dal senso di rabbia.

Dal senso di colpa.

Dal senso di vuoto.

Avrebbe adesso dormito da solo.
E le loro teste caddero al suolo talmente pesanti da creare delle buche.
Nessuno lo avrebbe confortato.
Quaranta dita si trasformarono in settecento lembi di pelle che volavano nel vento.
Nessuno avrebbe più cucinato per lui.
Alcuni occhi vennero divisi a metà, per puro risentimento.
Non avrebbe più fatto l'amore.
Le ferite sui corpi ormai distrutti dei giganti non erano mai abbastanza.
Non avrebbe più sentito la sua risata.
La sua voce che lo chiamava però gli tornò in testa non appena Mikasa e Armin lo fermarono bloccandogli le braccia.
<<Capitano, è finita, i giganti sono stati abbattuti! Si fermi!>>

Rimase immobile, ricoperto di sangue e lacrime, ma soprattutto di rabbia e odio.
Per se stesso, che aveva permesso a dei mostri di strapparle via gli arti, e per loro, che l'avevano circondata e sopraffatta.
Con quei sorrisi orridi sulle labbra, con quelle espressioni da idioti, denti deformati e corpi stupidi.
Voleva ucciderli, ridurli in polvere.

Ma si fermò, era stato fermato.

E in un attimo, ancora, si voltò verso di lei.
Un busto con ancora la testa attaccata.
Lo sguardo spento, gli occhi sbarrati e le labbra aperte.
Non riusciva né a guardarla né a non guardarla.
Mentre il fumo si alzava attorno a sé, mentre la cenere e la pelle dei giganti lo ricoprivano, Levi si rese conto di essere stremato, senza più forze.

Capì che aveva appena perso tutto, l'amore della sua vita e la pazienza, ma soprattutto, ogni briciolo di umanità.

Just One Shot|COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora