🔵🔴Denver-La Casa De Papel🔴🔵

1.5K 40 1
                                    

<<Non ho capito, che significa che si è buttato? Si è buttato per cosa?>>
<<Tesoro, ti prego calmati. Non è successo niente.>>
<<Si ma che vuol dire che si è buttato?>>
Non appena Denver comincia ad alzare la voce ecco che il grande Arturo ricomincia a parlare, dovrei cucirgli la bocca.
<<Era da tanto che non la vedevo, e in quel bagno probabilmente ho interpretato male i suoi movimenti. Lei era così bella e quando ci siamo abbracciati io mi sono eccitato. E una cosa tira l'altra, sai, ho sbagliato ma...>>
<<Voi vi siete abbracciati?>>
<<Den->>
<<-Questo grandissimo figlio di puttana...ti si è strusciato addosso? Arrapato?>>
<<Denver, mi sono difesa, guardami.>>
Le mie mani sul viso di solito riescono a trasmettergli molta calma, lo guardo negli occhi e cerco di rassicurarlo.
È una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
<<L'ho allontanato, con la pistola. Non è successo niente->>
<<-Mi erano mancate le sue labbra.>>
Chiudo gli occhi rassegnata, adesso non c'è più speranza.
<<Che cosa?!>>
Perdo il contatto con mio marito e sento subito dopo un forte colpo, quando apro gli occhi Denver è sopra Arturo e lo sta picchiando.
Chiamo subito gli altri dietro di noi per fermarlo e quando ci riusciamo porto in un altra stanza Denver mentre Nairobi e Bogotà pensano a quel coglione.

<<Che diavolo ti salta in mente?! Lo stavi uccidendo!>>
<<E forse avrei dovuto farlo! Cazzo voi vi siete baciati! Lui ti ha...ti ha toccata con quelle mani di merda e ti ha ficcato la lingua in gola! Che cosa hai fatto dopo, eh? Sei venuta a baciare me?! Cristo che schifo!>>
<<Ma hai sentito almeno una parola di quello che ho detto?!>>
<<Ho sentito solo che lui ti si è strusciato addosso e ti ha baciata! Co-co-cosa cazzo devo fare? Ballare? Uno sbatte il cazzo addosso a mia moglie e io devo essere felice?!>>
Sospiro cercando di mantenere la calma.

Ha ragione e non posso contraddirlo, neanche ripetergli che mi sono difesa servirebbe a qualcosa.

<<Tu volevi fargli vedere nostro figlio?>>
<<Non l'avrei mai fatto. Lo sai.>>
<<No non lo so. Perché eri nel bagno con lui? Da sola?>>
<<Denver, ti prego...>>
<<Che volevi farci nel bagno, da sola, con lui eh?>>
<<Lui mi ha confuso la testa, mi ha detto che è il padre del bambino e io->>
<<-Non è vero, lui non è un cazzo per quel bambino. Noi, insieme, siamo i suoi genitori. Giusto?>>
Annuisco ricordando solo adesso quanto tiene a nostro figlio, alla nostra famiglia,  nonostante l'abbia trovata già creata.
Allora corro da lui e mi rifugio tra le sue braccia, sentendolo più calmo che mai mentre mi circonda i fianchi tenendomi stretta.
<<L'ho respinto, te lo giuro.>>
Dico ormai tra le lacrime e i singhiozzi.
<<Lo so, amore mio. Lo so. Non sono arrabbiato con te.>>
<<Mi ha confuso.>>
<<Lo so.>>
Mi lascia dei dolcissimi baci sulla testa, sulle guance, sul collo, e mi stringe forte, accarezzandomi la schiena.
<<Mi fa schifo.>>
<<Non è successo niente, te lo giuro, lui ci ha provato ma non è successo niente.>>
<<Ti ha baciata, cazzo, perché ti sei messa in mezzo? Lo voglio ammazzare.>>
<<Vale la pena mandare tutto all'aria per lui?>>
Mi guarda negli occhi, con uno sguardo profondo, come se volesse leggermi dentro.
Poi mi sorride lievemente e mi abbraccia di nuovo. <<No. Non per lui.>>

Mi divincolo un pò dal suo forte abbraccio e quando riesco ad uscirne afferro il suo viso con le mani e ci baciamo.

Come fosse la prima volta, come se non ci fossimo visti per mesi.

Le sue mani si spostano velocemente sulla mia vita, poi sempre più giù, per stringermi la pelle e avvicinarmi a sé.
Sento il suo corpo contro il mio, sento il suo respiro sulle labbra mentre continuiamo a baciarci in questa stanza chiusa a chiave.

Non so se ci siano delle telecamere anche qui, ma a nessuno dei due sembra importare.

<<Mi piaci un sacco, cazzo.>>
Dice mentre si lamenta o geme, non riesco a capirlo.
Poco dopo abbassa la cerniera della mia tuta,  solo fin sopra l'ombelico, e intrufola la mano sinistra per avventurarsi sotto la maglietta e accarezzarmi la schiena.
Il bacio si intensifica, come i nostri respiri.
Mi spinge presto sul divanetto dietro di me e una volta sdraiati su di esso sento la sua lunghezza spingermi contro la coscia.

Non so se abbiamo il tempo, non se è opportuno, ma cazzo vogliamo farlo entrambi e non intendiamo rinunciare.

Anche io mi appresto ad abbassare la sua cerniera mentre lui mi sta già liberando delle scarpe. Alcuni minuti dopo siamo già spogli, solo con le magliette girgie addosso e le tute per terra.

Se ci fossero delle telecamere qui, e il Professore potesse guardarci, sarebbe davvero imbarazzante.
Ma immagino distoglierebbe lo sguardo e ci lascerebbe fare.

Spero.
Nessuno fortunatamente ci interrompe.

Mi bacia il collo, la mano sotto la maglietta per stringermi e accarezzarmi, le sue spinte sempre più profonde e veloci, i suoi respiri e i gemiti.

Tutto mi manda in estasi, tutto mi fa impazzire.

Abbiamo completamente dimenticato il piano, per ora, Arturo, il bambino, il Professore.
Ci siamo solo noi.

Noi e i nostri corpi frementi e bollenti.

Just One Shot|COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora