🔴Chris Evans🔴

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robertabimbo
Fammi sapere se è ciò che volevi!❤️



































Ne stavano parlando in bagno, circa dieci minuti prima di partire per la serata degli Oscar.
Chris sembrava genuinamente convinto che sua moglie avrebbe fatto una gran bella figura cantando all'apertura della premiazione.
Non stava andando lì in quanto attore, bensì come accompagnatore per l'artista più amata degli ultimi anni, il quale sicuramente avrebbe vinto l'Oscar con la sua nuova colonna sonora.

<<Non faranno vincere Billie, è acclamata ma per gli Oscar cercano qualcosa di più sofisticato.>>
<<Stai dando della cavernicola a quella poveretta>>
<<No, dico solo che dopo una carriera di dieci anni in colonne sonore che hanno vinto infiniti premi, tu sei la scelta migliore. E loro lo sanno. Vincerai tu.>>
<<Grazie, tesoro. Ti amo.>>
Terminato il make up posò un veloce bacio sulle labbra del marito e si diresse verso la scarpiera per indossare le sue decolleté rosse.

Tornò in bagno e lui era ancora lì a rovistare nella sua pochette dei medicinali.
Rhoby la prese e se la mise in borsa, poi tornò in camera e tentò di indossare gli orecchini.
Venne fermata dalle mani di Chris sul grembo, sentiva il respiro caldo sul collo e nonostante avesse i tacchi era travolta dal corpo tonico del marito.
<<Siamo in ritardo.>>
Disse lei sottovoce strofinando la mano sulla gamba di Chris.
<<Lo so, lo so.>>
<<Quando torniamo a casa, d'accordo?>>
<<Mh mh.>>

Con estrema nonchalance le abbassò la zip del vestito sulla schiena e le baciò le spalle, scendendo lungo la pelle calda della sua adorata moglie.
<<Chris...>>
<<Aspetta...>>
Aveva il fiato corto quando il suo corpo si poggiò su quello di Rhoby, la donna sentì subito qualcosa spingerle contro il fianco ed ebbe un brivido lungo la schiena.
<<... dobbiamo andare.>>
<<Sei cattiva.>>
<<Potrai punirmi dopo, piccolo.>>
Prese la borsa e si diresse fuori dalla stanza, lui la seguì frustrato dopo aver sospirato pesantemente.
<<Piccolo... piccolo. Aspetta che torniamo a casa.>>
























La serata si era conclusa con la vittoria del terzo classificato, Rhoby non aveva vinto l'Oscar ma era comunque orgogliosa di aver cantato difronte a quell'egreggio pubblico di colleghi e amici.
Chris d'altra parte era sì fiero, ma più felice del fatto che sua moglie non volesse partecipare al party dopo la cerimonia.

Voleva tornare a casa e continuare ciò che aveva cominciato.
Si può dire che quella sera Chris fosse in calore, anche la stessa settimana dato che nei giorni successivi in realtà non avrebbe lasciato in pace Rhoby nemmeno per un secondo.

Voleva fare l'amore.
E subito.

<<Ma sei davvero una furia stasera!>>
<<Stà zitta ti prego.>>
Chiuse con forza la porta di casa e vi scosse Rhoby contro imprigionandola tra il legno bianco e i suoi muscoli tesi.
<<Ho bisogno di te, amore, adesso.>>
Non voleva perdere tempo, non riusciva a perdere tempo, non poteva perdere tempo.

Rhoby ormai, dopo tre anni di matrimonio, quattro di convivenza e sei di sopportazione, era abituata a questi rari momenti di derealizzazione.
Lo lasciò fare perché sapeva che più di una svel*ina non poteva fare, e pur di andare a dormire presto lo accontentò.

In effetti non le dispiaceva così tanto.

<<Sono qui, amore, rilassati.>>

Era come avere un bambino, sapeva esattamente come parlarci quando volava in un altro mondo.
Il punto è che durante quei momenti Chris non sembrava in sé, non era concentrato e sembrava estremamente bisognoso.
Disperato e alla ricerca di conforto.
L'uomo grande e grosso che voleva avere una numerosa famiglia si trasformava in un bambino che necessitava delle attenzioni della madre.
E questa era una perversione che Rhoby non rifiutava mai.

Mai.

<<Toglilo, toglilo.>>
Le chiedeva sottovoce tirando con le dita il bordo del prezioso abito da cerimonia.
<<D'accordo, d'accordo.>>
Sentiva il suo peso addosso.
<<Piano, amore. Andiamo di là, si?>>
<<Mh mh.>>
Annuì e si diresse lentamente verso la camera da letto al piano di sopra.
Rhoby lo seguì e si liberò del vestito non appena lo vide sedersi sul letto e allentarsi la cravatta.

Non indossava il reggis*no, il che fece irrigidire ancora di più i pantaloni di Chris.

<<Vieni qui.>>
Le disse, la voce ancora spezzata.
Mentre saliva sul letto, Rhoby fece scivolare giù le scarpe e si distese sul materasso, subito Chris le gattonò incontro baciandole il s*no e stuzzicandole il capezzolo.
Velocemente, ma con cura, prese a slacciarsi la cintura e si tolse senza problemi i vestiti.
Strofinò per qualche secondo le dita sull'umidità di Rhoby e poi riprese a far danzare le loro labbra.

<<Sfogati, amore. Lasciati andare.>>
<<Ti amo. Ti amo da morire.>>
Le sussurrò a fior di labbra prima di entrare lentamente dentro di lei.

Dopodiché si lasciò davvero andare.

Rhoby era travolta dal peso dei muscoli di Chris, lui la teneva stretta contro di sé mentre si spingeva al limite.
Gli schiocchi dei suoi baci risuonavano nella stanza, le loro pelli che si scontravano facendo un gran fracasso.
Rhoby teneva le gambe ben salde attorno alla vita del marito mentre lui dava sfogo a settimane di stress e giorni di astinenza.

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