🔶Palermo-La Casa De Papel🔶

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__Shieldmaiden__
Spero ti piaccia!♥











































<<Non pensare nemmeno per un attimo, gattina, di potermi controllare con il ses*o. Non qui dentro, almeno.>>
<<Non funziona?>>
<<No, tesoro. Non funziona.>>

Devo riuscire a convincerlo, devo far liberare Nairobi, e a quanto pare dopo averle provate tutte, questa è l'ultima chance.

Mi inginocchio, lui mi segue con lo sguardo tenendo stretto il suo fucile dietro la schiena.
Abbasso leggermente la zip della tuta rossa fermandomi quando il reggis*no si intravede.
<<Proprio come piace a te.>>
Gli sorrido e mi avvicino a lui, porto le mani sul suo bacino e mi siedo proprio sui miei piedi. <<No?>>
Lo vedo osservarmi con un sorrisino, è compiaciuto.

Con la mano libera mi afferra il capo dolcemente e accarezza i capelli rigirandosi alcune ciocche tra le dita.
<<Sei spietata. Usare il mio punto debole per una cosa così insulsa.>>
<<Se non posso usarlo per questo per cosa dovrei usarlo?>>
<<Mh.>>
Continuo a sorridergli e comincio a sfoderare gli ultimi due punti deboli.

Mi lecco le labbra per poi mordermi quello inferiore stringendolo a lungo fra i denti.
<<Potrei essere più flessibile se avessi...due buone ragioni.>>
Ed ecco l'ultima arma.

Gli porgo la mano per aiutarmi a tirarmi su.
Una volta difronte a lui, anche se in realtà sono leggermente più bassa di lui, gli rubo un bacio.
Martín non si accontenta e mi afferra il viso con una mano, prendendone un altro rude e lungo.
Quando ci stacchiamo i nostri nasi si sfiorano e io gli lecco il mento furtivamente.
Lui non si tira indietro, è una gara di sguardi e nessuno dei due intende cedere.
<<Spogliati.>>
<<Dii a Helsinki di slegarla.>>
<<Spogliati.>>
<<Liberala.>>
<<Micetta...>>
Impossibile ma vero accorcia di più la distanza, adesso le nostre labbra si toccano mentre lui mi stringe le guance tra il pollice e l'indice.
<<...non uscirai da qui fino a quando non mi avrai dato ciò che voglio. E per tua fortuna, oggi voglio solo guardare.>>
Lo sfido ancora per qualche decina di secondi, poi lo accontento.

Il suo profumo mi distrae.

Abbasso la zip senza distogliere lo sguardo da quegli occhi gelidi ma infuocati di passione che reprime, che trattiene gelosamente.
All'improvviso cambia bersaglio, da una lunga occhiata al mio s*no, la tuta è abbassata fino ai fianchi e lui ha la piena visuale del mio punto vita.

<<Liberala.>>
<<Abbassala di più, piccola.>>
Posa il fucile sulla scrivania sul quale lui stesso è poggiato e quando ha la mano libera mi abbassa la zip facendomi scivolare la tuta fino ai piedi.
<<Ho un occhio solo ma voglio godermela a pieno.>>
La sua mano si sposta sulle mie mutandine, il suo lato viscido e maligno viene fuori e il gioco non mi piace più.

È sempre dolce, rispettoso, gentile, con me. Questo è uno dei motivi che mi hanno fatto innamorare di lui, ma a volte non riesce a trattenere la parte sessista che lo spinge a voler seguire solo il suo ca*zo.

Nemmeno con me.

La mia mano si scontra con la sua guancia e mi allontano velocemente, mi rivesto e lo guardo con occhi furenti.
<<Non sono la tua sgualdrina, Martín, sono tua moglie, ca*zo. Libera quella figlia di put**na o ti giuro che a casa ci torni senza ca*zo. Se ci torni.>>

Lo lascio lì,
ad ammirarmi.

Perché so che adora quando mi comporto così, so che lo eccita vedermi inc**zata.
Ed è il nostro gioco migliore.

<<Come desideri, mamacita.>>

Just One Shot|COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora