🔴Dylan O'Brien🔴

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robertabimbo
⚠️Toxic relationship⚠️




















<<Non fare sempre la vittima della situa->>
<<-Sei un bambino capriccioso e io ho la maledizione di sopportarti!>>
<<E allora vai! Nessuno ti obbliga a stare qui!>>
<<Sei un pezzo di me*da, se non ci fosse lei lo avrei già fatto!>>
<<No, vai via perché io non ti voglio più! Sei odiosa! Ca*zo eri sempre gentile e disponibile e ora non posso nemmeno chiederti di far venire i miei amici a guardare la partita! Sei un asociale del ca*zo! Non ti sopporto più!>>
<<Sparisci dalla mia vista Dylan!>>
<<Vai a->>
Non fece in tempo a voltarsi per finire di mandarla al diavolo che un piatto gli si ruppe proprio a due centimetri di distanza, nel muro era rimasta una scheggia e la ceramica aveva graffiato persino il suo braccio scoperto.

<<Tu sei pazza.>>
La osservò meglio e vide qualcosa di impressionante.

Rhoby aveva gli occhi rossi e il trucco sbavato, le mani ricoperte di bolle di sapone ma le labbra ormai gonfie e qualche goccia di sangue, era certo che per tutto il tempo le avesse morse dal nervosismo.
Sua moglie, che fino a un anno prima era la donna più dolce e gentile del pianeta, si era trasformata in una matta dalle pupille di fuoco.

<<Io ti odio.>>
Sussurrò stanca, accasciandosi a terra distrutta dal suo stesso peso.
Istintivamente Dylan corse verso di lei, le mise una mano sul grembo, una fra i capelli per tentare di sistemarli, e la abbracciò.
<<Lo so.>>
Rispose.
<<Lo so.>>

La vita di coppia era stata stravolta da quella gravidanza inaspettata, Rhoby aveva lottato con tutte le sue forze per rimandare quel grande sogno di una famiglia felice, ma Dylan l'aveva pregata in ginocchio di portare avanti la gravidanza.
E aveva ceduto a quello sguardo e a quelle lacrime, sacrificando il suo lavoro, la sua indipendenza, persino il sushi, pur di accontentarlo.
Ma otto mesi erano bastati per farla uscire fuori di testa.

Quella sera Rhoby era esplosa.

Non era vero, non lo odiava, anzi lo amava ancora immensamente, però nel profondo una piccola parte di lei lo incolpava delle taglie in più, delle spese, e dei dolori.
Anche lui sapeva quanto crudele fosse la rabbia e si era lasciato prendere la mano, entrambi avevano ceduto al rancore.

<<Piccola...>>
<<Non volevo dire quelle cose.>>
<<... tesoro.>>
La convinse a guardarlo e poi le asciugò la multitudine di lacrime incresciose che fuoriuscivano da quei grandi occhi blu.
<<Sono qui. Sono sempre qui, con te.>>
Disse prima di baciarla e Rhoby, consapevole di essere ancora una volta caduta fra le sue braccia, lo lasciò fare.
Sapeva quanto bravo fosse a farle fare ciò che voleva, e sapeva che lui era consapevole della sua consapevolezza.

<<Sono qui. Sono qui.>>
Le ripeteva tra un bacio e l'altro mentre la aiutava ad alzarsi e la accompagnava in camera da letto.
Era sempre stato convincente, non aveva cattive intenzioni, solo voleva dimostrare di potere avere una moglie, un bambino e una vita perfetta.

Ogni essere umano ha i propri difetti, e l'apparire innocente era il difetto di Dylan.

<<Sei ogni giorno più bella, sempre di più.>>
E intanto la stava già spogliando continuando a baciarle il collo, a stringerle i fianchi e a pressarsi contro di lei in ogni punto, la stava circondando mentre Rhoby, succube consapevole, si godeva ogni tocco del suo amato marito.
Sentì presto le sue mani accarezzarle il s*no e giocare dolcemente con i capezz*li, adorava ricevere quelle attenzioni.
Con l'altra mano Dylan era già arrivato sotto le mutand*ne, conoscendo il corpo di sua moglie da ormai diversi anni sapeva benissimo cosa fare per renderla docile.
Sussurrava il suo nome pronta a rendersi completamente disponibile, nella sua mente sapeva già cosa doveva fare.

Nessun obbligo, era solo una gentile richiesta continua.

Lo accolse nella sua bocca guardandolo dritto negli occhi e lo lasciò farne ciò che voleva.
Non era mai violento, ma spesso aveva delle idee davvero umilianti per Rhoby, ma nella vita di coppia, si ripeteva lei, si scende spesso a compromessi.
Dopotutto ogni sua minima fantasia era stata accontentata, Dylan non le aveva mai negato nulla e le sembrava giusto ripagare quei grandi gesti d'amore.

<<Brava, tesoro.>>
Sentiva le guance riempirsi ad ogni spinta e una parte di lei era soddisfatta nel vedere l'espressione beata di Dylan.
Qualche minuto dopo si apprestò ad aiutarla a sdraiarsi e si diresse dritto tra le sue già frementi, calde e tremanti cosce, le baciò e le morse piano solo per sentire la voce stridula di Rhoby che gli diceva di smetterla perché le faceva il solletico.
Ma lui non si fermò e lei cominciò a ridere dimenticando di essere nuda sotto di lui.
Stava giocando con la sua consorte.
Mentre la mordicchiava cercava di tenerla ferma per continuare a stuzzicarla ma quando la vide ansimare dalle troppe risate decise di spostarsi e concentrarsi sulla sua intimità.

Andò a fondo, sia con le dita, sia con la lingua.
Sapeva come fare, conosceva i suoi punti deboli e nel giro di pochi minuti la osservava già contorcersi per averne di più. Dylan sentì le farfalle nello stomaco quando in preda all'orgasmo, una dozzina di minuti dopo, lei pronunciò il suo nome con tanta leggerezza da doverla riportare sulla terra ferma entrando nella sua amata grotta.

La ancorò a sé e la fece, ancora una volta, sua.

Just One Shot|COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora