💗🔶Darkling-Tenebre e Ossa🔶💗

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Basandoci su ciò che sarebbe avvenuto nei giorni a seguire, potremmo assodare che quella sera Aleksander stesse fingendo di piangere, di avere un cuore, di essere un umano in fondo.
Avrebbe presto sterminato famiglie intere, reso orfani dei bambini e vedove delle mogli, come poteva essere vero?
Amara però lo conosceva sin dall'inizio, da prima della Faglia, da prima che diventasse l'Oscuro.

Amara conosceva il piccolo Aleksander.

E sapeva benissimo dove voleva andare a parare il Generale Kirigan, perciò puntava proprio su quella parte di lui, su quella fanciullesca innocenza che aveva messo da parte tanto tempo fa.

<<Ricordi ancora la nostra prima volta?>>
<<Come dimenticare.>>
L'Oscuro osservava deciso le mappe sotto di lui, stava considerando la possibilità di lasciare Amara al Piccolo Palazzo per controllare la situazione invece di portarla con sé. Ma lei lo distrasse abilmente dai pensieri omicidi che gli passavano per la testa.
<<Sei stato così gentile, e amorevole, e premuroso, Aleksai.>>
La pallida mano della Grisha stava accarezzando il braccio dell'Oscuro da sotto la lunga manica della tenuta da notte.
Il contatto obbligò Kirigan a voltarsi ed osservare la forma della mano che si muoveva sotto la stoffa.
<<Ricordo i tuoi occhi, così innamorati, che mi bruciavano addosso.>>
Con la mano raggiunse la spalla dell'uomo e intanto si era interposta tra lui ed il tavolo circolare, sentiva il suo corpo pressato.
<<Avevi così tanta paura di ferirmi, ai tempi eravamo tutti terrorizzati dall'intimità.>>
Gli occhi dell'Oscuro erano fissi su quelli della ragazza, non capiva perché dopo centinaia di anni lei fosse ancora così attratta da lui, nonostante ciò che intendeva fare.

Era tornata da qualche giorno al Piccolo Palazzo, questa volta in veste di venditrice di erbe curative. Non lo vedeva da mezzo secolo ma lui si fidava di lei, essendo l'unica a parte l'anziana a sapere la verità, e aveva garantito al Re.

<<Ma adesso è diverso, no?>>
Agilmente le cinque dita di Amara scesero lungo la tunica per infilarsi sotto di essa e accarezzare il petto nudo che nascondeva.
<<Adesso non abbiamo paura.>>
<<Perché sei tornata?>>
Lei non si fermò, bensì scese sempre di più e gli sorrise dolcemente.
<<Non di certo per parlare.>>
<<Vuoi riportare alla luce vecchi sentimenti, perché?>>
<<Sei sempre stato paranoico.>>
L'Oscuro ebbe un sussulto quando sentì sfiorarsi, si costrinse a resisterle per capire il perché di quelle avances.

Dopo la creazione della Faglia lei era cambiata, non aveva mai fatto nulla del genere, il suo amore si era trasformato in terrore e si era allontanata giurando di non rivelare mai la verità.
Ma qualche volta tornava, tuttavia non erano mai stati così vicini in secoli.

<<Forse non gradisci tante attenzioni, da me?>>
Gli passò per la testa che potesse essere gelosa dell'Evocaluce, ma lei era solo una pedina ed era chiaro-l'Evocaluce.

Alina.

Ecco la risposta.

Amara era intelligente, conosceva la sua sete di potere e la sua avidità, aveva sicuramente capito.

<<Credi che delle coccole notturne possano farmi cambiare idea, Amara?>>
<<Credo solo che tu abbia bisogno di attenzioni.>>
<<Io credo che tu voglia fare l'eroina.>>
<<Sei qui, Ksai, da qualche parte->>
La mano che adesso si trovava sul suo petto venne gelidamente bloccata tra le dita dell'Oscuro, la stringeva tanto da sentirne le ossa.
Il suo sguardo si era trasformato, cupo e tetro le squadrava il viso, poi le portò due dita sulla guancia e la costrinse ad affiancarlo.
Lei si voltò dandogli le spalle, posò la mano sinistra sul tavolo e sospirò pesantemente.

<<Sei così coinvolto in questo piano di conquista che non ti fidi più nemmeno dell'unica donna che ti abbia mai amato nonostante la tua oscurità.>>

Sapeva bene dove colpire, sapeva come manipolarlo.

<<Sei così spaventato che qualcuno possa intromettersi che non hai nemmeno il coraggio di fare l'amore con me.>>
Si voltò con le lacrime a gli occhi, era un ottima attrice.
<<Con me, Aleksander. No, non Aleksander, ma Generale Kirigan.>>
Si inchinò sarcasticamente e girò i tacchi, stava quasi per andarsene.
<<Spiacente di averla disturbata.>> Aggiunse.

Prima che potesse aprire la porta venne però fermata dall'Oscuro che con una rapida mossa la costrinse a voltarsi e la baciò.
Incollata al muro, Amara, ebbe la soddisfazione di vedere una vera emozione in Aleksander, aveva ragione, lui era ancora lì.

Purtroppo quella notte d'amore non sarebbe servita, come tutti sappiamo.

Le mani del Generale stringevano cautamente i fianchi di Amara, le sue labbra cercavano esperte di averne di più, era affamato pareva.
C'era tanta rabbia in quel bacio ma anche tanto bisogno, bisogno di sentirla più vicina, di averla dentro la carne.
Le loro labbra si cercavano intrise di ansimi e di necessità.

Solo quando entrambi fecero fatica a respirare, si staccarono.

<<Voglio farlo.>>
Disse.
<<Voglio fare l'amore con te.>>
Le lacrime che scendevano dagli occhi gentili dell'Oscuro furono come un deja-vu, avrebbero fatto l'amore piangendo, ancora.

Si spostarono piano sul letto, Aleksander la spogliò lentamente ricoprendola di baci sulle spalle, sul collo, sulle guance, sulle gambe, fino ad arrivare al suo dolce nascondiglio.
Amara lo guardava rifugiarsi tra le sue gambe e regalarle piacere senza chiedere nulla in cambio.

Era un amante generoso,
lo aveva ben tenuto a mente.

I loro movimenti erano sincronizzati, armoniosi.
Due corpi che si conoscevano bene e che si ritrovavano dopo anni.
I lenti baci sulle labbra erano i favoriti dall'Oscuro, mentre si muoveva dentro di lei adorava coccolarla, adorava dedicarsi a lei e vedere la beata espressione sul suo viso.
E Amara si arrese all'idea di aver riacceso una sorta di umanità in lui intanto che le ripeteva quanto bella fosse.

Quanto si sbagliava.

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