🔴Billy Russo-The Punisher🔴

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<<È Christie. Vuole parlare con te.>>
Prendo il telefonino e cerco di trovare quanta più calma possibile prima di rispondere a quella che un tempo era la mia partner.
In tutti i sensi.
<<Ciao, Billy.>>
<<Ciao, tesoro. È strano sentirti adesso, proprio quando tuo fratello sta cercando di uccidermi.>>
<<No. Non lo è. Sei sotto tiro, Billy. Non hai molte possibilità.>>
<<E volevi sentire la mia voce prima della fine?>>
<<Non fare l'idiota.>>
<<Se mi lasciate uscire da qui vivo, posso venire da te, ovunque tu sia. E ricordarti un utlima volta com'è, stare dalla mia parte. O sopra, o sotto. Non fa molta differenza.>>
<<Billy, sai che lo farà. In un modo o nell'altro. Prima o poi.>>
<<Curtis è ferito, tesoro. Se non riesco ad uscire vivo da qui, nemmeno lui lo farà. Mi spiace, fratello.>>
Mi rivolgo al mio vecchio amico.
Lei rimane in silenzio per qualche secondo, immagino stia pensando a cosa fare.
<<Lasceresti morire tuo fratello, Billy?>>
<<E Frank? Ucciderebbe suo fratello?>>
<<Billy...>>
<<E tu? Lasceresti morire il padre di tuo figlio?>>
Non risponde.

Colpita in pieno.

Le lascio qualche secondo per pensare.
<<Frankie lo sa? Sa che sei incinta?>>
Vedo Curtis guardarmi, la sua testa pelata sporge dalla cucina, ha un aria preoccupata. 
Come dargli torto.











Qualche mese prima...

<<Sei sola?>>
Mi invita ad entrare, per l'ennesima volta.
Una relazione clandestina, perché nessuno deve saperlo, nessuno.
È tarda notte, domani mi aspettano le nuove matricole, ma il mio pensiero ancora una volta va a lei.
Lei che può sembrare una ragazzina, ma che in realtà è più matura di me.

Una foto di suo fratello e sua cognata appesa alla parete, per ricordare che noi siamo la causa della loro morte.
Questa casa è ciò che ci ha guadagnato, più una macchina, una barca, una casa al mare, una piscina, delle governanti.

Non posso fare a meno di guardare quelle forme che si muovono sinuosamente intanto che versa del liquore nei bicchieri.
Si volta e me ne porge uno, quei pantaloncini mi distraggono insieme al reggiseno nero e ai lunghi capelli lisci che le ricoprono le spalle.
Beviamo il nostro whiskey, non mi guarda negli occhi, non lo fa mai. Osserva la mia camicia ben stirata e la cravatta.

<<Vuoi aiutarmi a mettermi comodo?>>
Le chiedo e, senza mostrare emozioni, la piccola vipera comincia dalla cravatta.
Poi la cintura.
La giacca, mentre io continuo a sorseggiare il drink e la guardo, mettendola in imbarazzo.

È sempre stata una relazione complicata.

Odio e amore.
Se così si può dire.

Odio, quando, tornato dalle missioni non andavo da lei ma da altre "sciacquette".
Amore, quando, per farmi perdonare, le regalavo mille notti di fuoco.

<<Guardami.>>
Ma non lo fa.
Anzi, senza neanche troppa rabbia, mi strappa via la camicia e comincia a baciare il mio petto nudo.
La lascio fare, intanto mi prendo la libertà di giocare con il bordo dei suoi pantaloncini, strofinando le dita dentro e fuori.
La avvicino a me, facendo scontrare i nostri corpi, e la sento piccola, fragile.

Ma so che non è così.
Frank in persona l'ha addestrata.
Non è per niente fragile.

La sua bocca si dirige indisturbata verso il mio collo, deve alzarsi in punta di piedi per arrivarci, così per evitarle ulteriore fatica, oltre a quella di stare con me, la sollevo su di me.
Le mie mani sprofondano in quelle cosce così morbide.
E la bacio.
Come piace a lei, dolcemente, senza mailizia.
Sento le sue piccole dita scompigliarmi i capelli, non importa, lei  di me può fare ciò che vuole.
Per quanto mi costi ammetterlo, appartengo a questa donna.

Ma nessuno dovrà mai saperlo.

<<Fa l'amore con me.>>
All'improvviso la sua voce delicata mi colpisce dritto al cuore, che ho nascosto per bene.
La guardo, anche lei mi guarda ora.
Con occhi gentili, mi penetra l'anima, mi ferisce con tanta dolcezza, non riesco a sopportare il suo sguardo.
<<Fa l'amore con me, Billy.>>
Passa qualche secondo, forse minuti, prima che io riesca a muovermi.

La bacio di nuovo, senza dire niente.
È una versione di me troppo diversa ma che con lei non riesco a controllare.
E succede tutto molto lentamente.
Come vuole lei.

Sempre come vuole lei.

Ormai nudi, ci ritroviamo sul tavolo della cucina, uniti, sudati, affamati di piacere.
Adoro morderle il seno, adoro affondare le dita nella sua pelle, adoro tirarle i capelli, e adoro che sia lei a chiedere queste cose.
Adoro sentirla muoversi sotto di me perché non riesce a controllarsi, adoro sentire i suoi gemiti, adoro stare dentro di lei.
E in preda al piacere, alla passione, abbiamo dimenticato ogni forma di protezione, ma continuiamo a fare l'amore, l'amore selvaggio che amiamo.
Adoro le sue dita che premono sulle mie ferite, e adoro premere le mie dita sulle sue ferite. Adoro vedere la smorfia di dolore mista all'espressione di puro godimento che ha.
E quando viene, non riesco a capire più niente, e vengo anche io.

Dimenticando che potrebbero esserci delle conseguenze.

E mentre il sole sale e ci riscalda sotto le coperte, un nuovo giorno non diverso dagli altri inizia.
E noi facciamo di nuovo l'amore, prima di lasciarci e tornare ad odiarci.













Adesso...

<<Tuo fratello sa come hai gridato quella notte? Come ti sei data senza neanche pensarci?>>
<<Smettila.>>
<<Frank sa quante notti insieme abbiamo passato dopo aver preso quei soldi? E come li abbiamo spesi? Quanto abbiamo goduto su quel tavolo? Sa quante volte hai->>
Una pallottola attraversa il vetro della finestra e finisce per piantarsi nel pavimento a pochi centimetri dal mio piede.
Cerco di riprendere fiato, poi la sua voce torna a parlarmi.

<<Uscirai da lì e sparirai per sempre, o la prossima te la ficco su per il culo. Chiaro, Billy?>>
<<Come desideri, bambolina.>>

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