💗Ari Levinson-Red Sea Diving💗

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mary98_6
Spero ti piaccia!♥

*Non ricordo il nome della figlia di Ari, né se venga mai detto quale sia.*

























<<Non sei costretta a portarlo, lo sai?>>
<<Vuoi che lo tolga, signor Levinson?>>
<<Magari solo un pochino.>>
Non è la prima volta che mi trovo in questo ufficio, da quando sono scappata dal rifugio mi ci ritrovo spesso a dire la verità.
Sembrava ovvio dal momento in cui Ari mi ha proposto di vivere con lui, e sembrava ancora più ovvio dal momento in cui ho accettato di collaborare con lui e il suo gruppo di salvatori; così li chiamiamo noi.
Siamo ancora in attesa, qui da circa quindici minuti.

<<Poco così?>>
Mi guarda in modo lascivo, si tocca i capelli e la barba prima di annuire.
<<Un altro pò?>>
Chiede, e sposto ancora il velo che mi copre il collo.
<<Solo perché sei tu.>>
<<Solo...>>
Sottolinea la prima parola e si lecca le labbra.
<<... perché sono io.>>
Il suo sguardo mi perfora dentro, gli occhi chiari diventano piano più scuri, fa quasi impressione vederlo così.
<<Cos'è quell'espressione?>>
Ancora una volta si morde il labbro, poi con la mano mi fa cenno di raggiungerlo.

Oltrepaaso la scrivania sul quale ero seduta pochi secondi prima e mi accomodo sulle sue gambe.

<<Ti ho mai parlato di mia figlia?>>
<<Ah ah.>>
Scuoto la testa, so che ha una figlia e una ex moglie, ma non ha mai approfondito l'argomento.
<<Nancy. La piccola Nancy non mi riconosce nemmeno. È in quell'età in cui preferisce i giocattoli e chi le compra le caramelle piuttosto che chi vede una volta all'anno.>>
Ascolto ogni sua parola, dal tono di voce capisco quanto questa cosa lo renda triste.
Purtroppo il rammarico non è più forte del senso di giustizia.
<<So perfettamente quanto suoni egoista, ma lei ormai ha il suo patrigno, Jim. Sara è felice, io non posso permettermi di tornare nelle loro vite e non credo di volerlo. Le persone cambiano, fanno errori, cercano di redimersi. Io voglio ricominciare.>>
Sento la sua mano accarezzarmi la schiena coperta dal lungo vestito bianco.
Le sue dita libere si intrecciano dolcemente alle mie, mi prendo un attimo per osservare il contrasto della sua pelle bianca, un pò abbronzata. La mia è naturalmente più scura.
Capisco dove vuole arrivare, mi chiedo quali caratteristiche potrebbero avere dei nostri ipotetici figli.

I suoi brillanti occhi azzurri e il mio incredibile genio.

<<Con te.>>
Solleva lo sguardo, vengo trascinata sul suo bacino, mi circonda la parte inferiore dei fianchi con le mani e stringe delicatamente.
<<Sposami, Marye.>>
Il mio sbigottimento dura poco.
<<Perché dovrebbe funzionare stavolta? Ari, ti trovi qui adesso invece di stare con tua figlia.>>
<<Non succederà.>>
<<Non puoi esserne certo, ti chiameranno e mi trascinerai->>
<<-Non succederà.>>
<<Ari.>>
<<Non succederà. Finisce oggi. Questa è l'ultima missione. Per entrambi. Per sempre.>>
Le sue labbra mi sfiorano la guancia, vi posa un lento e generoso bacio che termina con un sonoro schiocco.
<<Promesso.>>
<<E poi?>>
<<E poi torniamo a casa, ordiniamo una pizza, mettiamo su un film e facciamo l'amore.>>
<<Ari...>>
<<Sposami... habibi.>>
<<Habibi. Habibi?>>
<<Lo dici spesso, ho dato per scontato fosse una cosa carina.>>
Gli sorrido, voglio avere fiducia in lui.

Mi ha portata via insieme alle mie sorelle, ai miei nipoti, mi ha dato una casa e un lavoro, mi ha rispettata per oltre due anni, inoltre mi ha regalato un enorme peluche rosa.
Forse merita qualcosa di più.

<<Lo è. È una cosa carina, habibi.>>

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