Era stato ingannato.
Raggirato.
Da colei che più di tutti aveva la sua fiducia, seppur minuscola e rinchiusa in uno scrigno che era stato custodito fino a quel momento gelosamente.
L'aspro Berlino era stato toccato, irreparabilmente.
Il Re aveva perso la sua Regina.
E le grida di Agata e Silene non erano minimamente vicine a quelle che, obliviate, risuonavano dentro Andrès.<<Tirana è morta, ca**o Tirana è morta!>>
Ripeteva Denver guardando la sua amica tra le braccia di Mosca. Il Re davanti a lei la osservava esalare l'ultimo respiro, quel colpo al cuore, mirato e veloce, non gli aveva nemmeno dato il tempo di salutarla. Perché sapeva che qualcuno sarebbe morto, ma doveva essere lui, a giorni.
Perché aveva previsto che qualcosa sarebbe andato storto, ma non per la sua amata.<<Berlino, Berlino!>>
Il Professore dal telefono lo chiamava, il fratello sapeva quale vuoto adesso avesse Andrès, ma il piano doveva continuare. <<Berlino!>>
Si rese conto di quanto tempo fosse davvero passato dallo sparo, da quando una strana sensazione gli aveva consigliato di correre da lei.
Vide Tokyo con il fucile stretto tra le mani, Nairobi accanto a lei. Dalla finestra ancora cadevano frammenti di vetro, quel dannato cecchino che aveva sbagliato ma che avrebbe di certo pagato per il suo errore. La polizia stava lentamente arretrando, quello era il momento di chiudere e barricarsi di nuovo.
Andrès lasciò la sua piccola anima tra le braccia di Mosca ed eseguì gli ordini del Professore seguito dai compagni della banda. Era saltata una buona parte del piano in realtà. Stavano improvvisando, e come aveva detto l'omone, è quando si inizia ad improvvisare che la gente si fa male.
Romilda si era fatta male.
Tirana era morta.Passarono alcuni minuti mentre le macchine stampavano a ritmi inconcepibili i contanti, mentre Mosca copriva il corpo della ragazza, che poteva essere poco più grande del suo stesso figlio, mentre la banda si copriva e creava delle difese, mentre il Professore freneticamente attendeva di sapere come fosse finita, mentre alcuni sfruttavano l'adrenalina che la rabbia della morte di Tirana gli aveva dato per proteggere la Zecca, dentro Andrès qualcosa si spezzavva. Molto lentamente, silenzioso per tutti gli altri, ma dentro di sé sentiva un gran fracasso.
Ogni pezzo del suo gelido cuore stava cadendo in un pozzo profondo, vuoto e buio.
E sentiva ogni colpo.
Per la prima volta Andrès sentì il cuore spezzarsi.
Nessun divorzio, nessun fallimento era stato così.
Il ladro era stato derubato.
Della sua anima e del suo Universo.
Berlino era morto dentro.Si ripeteva di resistere, che era normale perdere i propri cari.
Era bravo con le parole, se fosse successo a qualcun altro lui avrebbe detto di reagire e di non piangere. Il ciclo della vita, avrebbe detto.
Ma era difficile farlo davvero.La rabbia lo stava mangiando.
Per non essere riuscito ad avvertirla, per non essere riuscito a superarla subito. Si sentiva debole, perché l'amore è davvero una debolezza. E se solo ci fosse stato più tempo, qualche giorno e Berlino avrebbe realizzato la sua previsone di morire da eroe, lo aveva visto. E nel migliore dei casi, qualche mese. Per poi morire tra le sue braccia. Perché voleva essere egoista fino all'ultimo, morire lui per lei. Perché non avrebbe mai retto il dolore di perderla mentre lei era forte, lei avrebbe sopportato il dolore. Ma non gli era stato permesso di essere egoista.E tornò da lei con il viso indecifrabile di chi chiaramente nasconde le proprie emozioni. E come trasportati da una triste colonna sonora, i membri della banda uscirono dalla stanza dove Tirana era stata riposta.
Tutti immaginavano cosa Berlino avrebbe fatto al minimo suono, alla minima parola.
Voleva silenzio e lo ottenne.
Un onorevole elogio funebre, da lui per la sua sposa.Per il momento la situazione era stabile, la polizia come un ratto si era ritirata e in quella tenda adesso l'agente Massimilan stava ricevendo la più grande ramanzina di tutti i tempi.
Tokyo e Rio si erano rifugiati da qualche parte per l'ennesima volta facendo questa storia loro.
Helsinki insieme a Naiobi stava pensando a chi sarebbe stato il prossimo, sperando che non ce ne fosse stato uno.
Il Professore elaborava delle manovre di riuscita, perché qualcosa era andato storto, anche lui era impreparato ma sempre pronto a ristabilire l'ordine.
Gli altri erano semplicemente spariti, dileguati per fare il loro lavoro o per prendersi una pausa. Gli ostaggi avevano sentito quel silenzioso frastuono scendere insieme a Rio e Tokyo.
E avevano capito che qualcosa non era andato bene.Intanto Berlino si prese un momento per guardarla bene, una triste ultima volta.
I capelli corvini le ricadevano ancora fino ai fianchi. Le scheletriche dita trattenevano il suo peluche di Winnie the pooh. Perché nonostante l'età e lo scorbutico a cui aveva dato la mano, Romilda aveva l'animo da bambina. Lo aveva portato con sé perché le dava pace, nei momenti di sconforto le ricordava che la fuori la sua sorellina la stava aspettando.
E fu ripensando all'adolescente Gelda che Andrès scoppiò in un silenzioso pianto.
Non era da lui mostrare emozioni, ma per l'ultima volta davanti a lei lo avrebbe fatto.
Perché lei era l'unica a conoscere la verità: anche i mostri piangono.Le strinse la mano delicatamente lasciando cadere le lacrime sulla tuta rossa, stringeva i denti cercando di non far rumore. Si lasciò andare al suolo, in ginocchio accanto alla cassa di legno nel quale la sua sposa era sdraiata dormiente.
Berlino era caduto.
E un senso di sconforto si liberò per tutta la Zecca di Spagna, raggelando il sangue degli altri, consapevoli che non tutti sarebbero usciti vivi da lì, e frantumando per sempre ogni emozione che Andrès potesse mai provare.
Berlino era caduto.

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Just One Shot|COMPLETA
Fiksi Penggemar"Non soffocare la tua ispirazione o la tua immaginazione, non diventare lo schiavo del tuo modello." Raccolta di one shot su personaggi inventati e vip.🌟 🌷Copertina a gentile cura di @MD_Monaghan.🌷 -La Casa Di Carta💶💥 -One Piece🏴☠️⛵ -American...