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Avevo passato la notte in bianco. Simone non aveva fatto altro che cercarmi anche dopo avergli risposto di lasciarmi in pace per l'ennesima volta. Mi sentivo uno straccio. Sarei rimasta a letto molto volentieri fino a data destinarsi. Stare da sola sarebbe stato l'ideale ma mia madre non la pensò così.
“ io e te dobbiamo parlare?”
“ non ho niente da dichiarare”
“ io invece si. È mi ascolterai!” sbuffo come quando ero bambina. “ e non sbuffare. Senti a me: sei rientrata ieri sera quando non sarebbe dovuto succedere. Tuo padre ti ha chiesto cosa ci facessi di rientro non hai risposto. Non hai mangiato. Stanotte hai fatto solamente casino - indica le cartelle che avevo buttato giù dalla scrivania -  ti ho sentito anche piangere. Che cazzo ti sta prendendo?”
“ sto benissimo. Non devo dire niente a nessuno"
“Emma" mi richiama dura. Sono costretta a parlare.
“ io e Simone ci eravamo promessi delle cose. Ci stavamo frequentando. Ieri ha rovinato tutto. "
“ ma in che senso? ”
“ mi ha nascosto una conversazione con il mio capo. Non gli credo più. Forse se l'è pure scopata. Io mi immischiò sempre in cose che non mi riguardano. ” si siede. Sembrava una psicologa che doveva ascoltare i tuoi drammi. “ mamma non ho altro da dichiarare. Ti ho detto tutto. Vorrei essere lasciata in pace. ”
“ non abbiamo finito niente. Lo hai ascoltato questo cristiano?”
“ cosa dovrei sentirmi dire? Mamma non lo difendere. Non lo conosci nemmeno. Mi ha solamente presa in giro. ”
“ tu sei solamente impaurita! Sei piena di insicurezze, che non riesci nemmeno a vedere che in ogni gesto non c'è del marchio. " Respira “ perché ha parlato con quella tizia"
“ per avere possibilità di avermi. Ma ti pare che deve chiedere consensi agli altri. C'è sono un giocattolo!" Dico nervosa.
“ Emma: sei stata tu la prima a dirmi che Helen non voleva nemmeno che ti avvicinarsi a uno della squadra. Avrà sentito questo Simone è per questo che...”
“.. che doveva dirmi questa cosa! Non ha scusanti"
“ sei solo testarda. Vuoi vedere sempre solo nel tuo giardino"
“ il mio giardino non voglio più sporcarlo con bugie e prese per il culo" mi alzo dal letto apro la porta. “ è stato bello chiacchierare con te ma non ho più voglia. ”
“ devi parlare con lui" alzo gli occhi al cielo. Odiavo quando mi sentivo obbligata a fare qualcosa che non volevo assolutamente.
“ io non devo parlare con nessuno. Domani dirò ad Helen di darmi un altro incarico e non lo vedrò più”
“ sei sicura di questo?"
“ si. Ne sono sicura. Non ne voglio più sapere. Non voglio uno che mi mente. Non voglio uno che dice prima A e poi fa B. Mi deve stare lontano. ” dico arrabbiata ancora di più. Se solo penso che avrei voluto concedermi a lui, mi viene la voglia di piangere ancora, mi sarei aspettata tutto ma non questo.
Mia madre esce dalla stanza, prendo le rose di Simone che stavano in camera, le butto nel cestino. Accartoccio ogni biglietto che mi aveva regalato.
“Vai a fanculo!” urlo.
Odiavo stare così. Odiavo lui. Odiavo i suoi atteggiamenti che mi piacevano. Odiavo voler sentire ancora il suo profumo. Odiavo sentire il cuore spezzarsi di nuovo. Mi sentivo anche una cogliona ad aver creduto qualcosa di inestistente. Stupida!
Faccio scivolare la schiena lungo il muro toccando poi il sedere per terra, porto le gambe verso il mio petto.
Fragile. Ecco cosa ero in questo momento.
Ferita.
Ero pronta a darti tutto. Nonostante tutto.

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