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Abbiamo appena finito di pranzare al sushi, ha cambiato idea all'ultimo momento, mi mancava passare del tempo con lei. Mi si era colmato un vuoto che da troppo tempo c'era. Ed era persino colpa mia se era comparso.
“ ora che facciamo? Torniamo al campo è facciamo finta di niente?” mi domanda pulendosi la bocca.
“ se è questo che vuoi!” esclamò.
“ tu cosa vuoi esattamente”
“ non è importante cosa voglio io....” sbuffa.
“ Simone, se mi devi fare i favori, non voglio nemmeno stare qui. ”
“ non è farti un favore. È essere realistici. Visto che ho fatto determinata cosa: vorrei che fossi tu a decidere cosa dobbiamo fare. A me sinceramente va bene uguale. ”
“ ti va bene cosa esattamente? ” mi chiede. I nostri occhi si incrociano.
“ io non lo so quale santo ti stia dando la forza di stare qui e di parlarmi. Dovresti farmi del male, massacrarmi, farmela penare eppure non esiste tutto questo. Siamo a pranzo insieme. Ci baciamo. Ci abbracciamo. ”
“ non hai risposto alla mia domanda però. ”
“ a me va bene quello che vuoi tu. ”
“ se non rispondi seriamente. Mi alzo è al campo ci torno da sola, è non ti parlo più!”
“ perché è importante sapere quello che voglio io. Non credi che abbia già deciso abbastanza”
“ voglio vedere solo se è quello che penso io”
“ te lo detto poco fa: a me va bene uguale. Sia che non ci veda nessuno. Sia che invece ci vedano. Non mi cambia niente. Sarei felice se fossimo liberi, ma se non ti senti pronta visto quello che hai passato accetto tutto. ” rispondo sincero. Non volevo più mettere me davanti a certe cose, se dovevamo scegliere qualcosa volevo che o lo scegliessimo insieme o che scegliesse lei per entrambi.
“ ok. Allora torniamo al campo insieme come se non fossimo mai stati a pranzo qua” annuisco. Mi alzo dal tavolo per andare a pagare, quando mi blocca per un polso, mi fermo vicino a lei.
“ dimmi”
“ la mia parte” dice aprendo la borsa. Non le do nemmeno il tempo di mettermi i soldi nelle mani che vado alla cassa. Torno al tavolo una volta pagato, la trovo con il telefono in mano, chissà chi è? “Simo non hai preso la parte dei miei soldi” dice.
“ non li voglio” mi metto la giacca.
“ perché? Guarda che ho mangiato anche io”
“ siamo stati fino a un minuto fa a mangiare, lo so, non voglio che metti un euro tu. Ho già pensato io a pagare”
“ allora prendili tu”
“ non mi servono. Tienili per comprarti qualcosa” le dico. Metto il mio cellulare in tasca insieme al portafoglio. Aspetto che si vedrà anche lei ed usciamo fuori dal ristorante.
“ non te la sei presa per prima vero?” mi chiede. Cerco la sigaretta nella tasca del giubbotto.
“ su cosa esattamente? ”
“ sull'ignorarci”
“ no. Perché dovrei? È una tua scelta che appoggio. Non sei pronta lo capisco”
Anche se mi sentivo costretto a non essere al pieno me stesso, credo che lei avesse bisogno di capire che appoggio le sue scelte. L'unica cosa che posso fare anche per riconquistare la fiducia che c'era prima.
“ sembri un po' deluso”
“ non lo sono invece” dico. Una volta finito di fumare, entriamo nella mia macchina, metto in moto è arrivo quasi subito al campetto. Tra noi quasi il gelo. Prima di scendere si volta verso di me.
“Ti amo” mi bacia è scende.
Che fatica starle dietro. Questo è solo un assaggio di quello che mi merito per averla lasciata andare. Sarei stato curioso di sapere chi fosse al telefono quello che le mandava messaggi. Ma non posso essere geloso. Non posso proprio invadere dei spazi non più miei da tempo.

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