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Avevo un male alla testa incredibile, ho chiesto ad Helen di poter restare a casa perché non sarei riuscita nemmeno un secondo a guardare lo schermo del PC. Sono buttata nel letto da più di due ore. Non ho molta fame. È mi sento anche calda. Forse ho preso pure freddo ieri.
Vedo mia madre entrare con il termometro nelle mani.
“ tieni”
“ non penserai che ho la febbre?”
“ hai la faccia pallida. Non hai fatto colazione e tipica storia dell'influenza. ” annuisco. Non protesto perché tanto con lei è proprio inutile. Metto il termometro sotto l'ascella è aspetto che suoni.
Cinque minuti dopo: lo prendo nelle mani è leggo “ 38”
“ visto avevo ragione”
“ ma io non voglio uffi!”
“ beh invece c'è! Te ne stai al caldo ti preparo anche qualcosa”
“ non ho molta fame”
“ non si discute amore. ” sbuffo “ un po' di brodo di carne ti fa bene. Vedrai. Se sale ancora di più fatti una bella doccia fredda. Ora vado di la a preparare così ti prendi la Tachipirina meglio a stomaco pieno”
“ va bene mamma” si alza.
“ ma hai litigato con Simone?” mi domanda. Non avevo detto niente a loro srl perché ero tornata a casa, ormai erano abituati quasi a non avermi tra i piedi.
“ più o meno. Lui non vuole avermi in casa o meglio credo di essere di intralcio al fatto che deve stare bene. Vuole fare di testa sua è d'accordo. Io sto qui. Lui a casa sua”
“ ancora per la spalla? Ha deciso di fare sciopero delle indicazioni che le servono per guarire?”
“ si mamma. Lui si sente chiuso, lo comprendo,ma non è dandomi contro e non parlandomi che risolve le cose”
“ hai ragione. Magari però ha bisogno di tempo per capire che deve farsi aiutare. ”
“ glielo sto dando. ” rispondo stizzita. Non potevo continuare a corregli dietro, oltretutto ricevevo solamente schiaffi con le sue parole. Allora restasse da solo. Vedo che esce dalla mia stanza. Guardo l'orario, mi bruciano gli occhi nel mentre vedo tre messaggi da lui e uno da Julia. Non ho davvero le forze per leggere niente. Appoggio l'iPhone sul comodino un'altra volta, mi copro fino alla testa e chiudo gli occhi.

....

“Emma” qualcuno mi sveglia piano piano. Cavolo mi sono addormentata. Apro gli occhi lentamente, trovo Simone al mio fianco, lo guardo per poi tirarmi su. Ma la testa mi gira. “ehi, no stai giù. Tua madre mi ha detto che hai la febbre”
“ si. Non sono comunque in punto di morte”
“ non lo metto in dubbio. ” mi sdraio di nuovo perché mi fa troppo male la testa.
“ non dovresti essere qui. Soprattutto non avresti dovuto guidare con quel braccio che ti ritrovi” dico bacchettandolo ancora.
“ non sono venuto in macchina da solo. Mi sono fatto accompagnare da Sara, ha dormito a casa e abbiamo parlato”
“ sono contenta per voi”
“ ho sbagliato...”
“non voglio sentire nessuna scusa Simone. Hai fatto quello che ti sentivi di fare. Questo è il tuo modo di reagire, va bene così, io sto bene qui. ” rispondo nella difensiva. Non volevo assolutamente sentire ancora e ancora scuse. Tanto ero sicura che il giorno dopo mi avrebbe trattato di nuovo di merda perché secondo lui io non comprendevo.
“ posso parlare?”
“ cosa mi devi dire? Che hai sbagliato? Che mi chiedi scusa? Che ti dispiace per come mi hai trattato? Simone, anche l'altra volta hai fatto lo stesso, mi hai detto che avevi bisogno di me. Poi mi hai parcheggiata in un angolo. Ti dicevo dei medicinali: sai cosa cazzo mi rispondevi? « Emma non adesso. Voglio stare da solo. Tu non capisci come mi sento» così tutte le volte. Da due settimane che ti guardo, che sto zitta, che sento dentro di morire perché non riesco a farti comprendere che quello che faccio, è perché ti amo da impazzire. È che di quel coglione non mi frega niente! ” tiro fuori tutto quando. Mi massaggio le meningi perché non riesco a sopportare nemmeno più la mia voce. La febbre deve essere salita ancora di più.
“ non mi accorgevo di niente. Il fermo mi ha messo così tanta pressione che pensavo di non riuscire a superare questo ostacolo. Aspetta - respira - non credo ci siano giustificazioni ai miei comportamenti perché sono stato un vero stronzo. È lo so benissimo che di lui non ti frega, non avresti affrontato tutti quei giornalisti da sola. Ho solo paura di non farcela. Di non poter tornare più a giocare. Ci vuole un sacco di tempo per essere di nuovo quelli di prima. ”
“ ma non eri solo ad affrontare quella cosa. Se ti dicevo di prendere le medicine è perché senza non puoi essere hurk!” esclamò sorride.
“ rimettiti sotto che poi prendi freddo di nuovo” lo guardo. Mi accorgo in ogni caso che la fascia.
“ ci ho dormito anche. È non lo ancora tolta. Domani ho la visita per provare a vedere quando iniziare la fisioterapia ma credo che ci voglia ancora!” sposto il lenzuolo con la mano e prendo la sua.
“ se fai quello che ti dice il medico non ci vorrà molto Simo.” mi guarda negli occhi adesso.
“ sei il mio angelo” sorrido io adesso.

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