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La cena è andata alla grande, Simone è diventato quasi il braccio di mio fratello e rideva ad ogni cavolata detta da mio padre. Stare con tutti loro mi ha faceva stare molto meglio. Era da un po' di tempo che non mi sentivo realmente così. Stare bene finalmente mi sembrava quasi un reale miraggio. Invece, Simone si era integrato dentro la mia famiglia come se ci fosse sempre stato.
Lo vedo infilarsi il giubbotto mentre gli altri sono tutti a fare qualcosa di proprio. Mamma a sistemare la cucina, papà al suo giornale e Kurt in camera sua.
“ dove vai?”
“ a casa.” mi dice.
“ non resti ancora un po'?”
“ credo di aver disturbato già abbastanza ai tuoi genitori. Sono qui da questa mattina dopo la visita. Tu stai meglio.” lo guardo.
“ se ci sei tu ci sto ancora di più”
“ non voglio essere un peso qui. Domani dovrai andare a lavoro poi. ”
“ non credo di doverci andare anche perché ho ancora poche forze e non me la sento. ” gli dico ancora. Non capivo perché volesse scappare, era tranquillo fino adesso, ora invece è strano.
“ te lo detto non voglio essere di disturbo. In più ho una spalla rotta, non credo di voler essere un peso per te stanotte. Quindi vado a casa. Ho già chiamato Sara. Sta arrivando a prendermi. ”
“allora vengo con te” gli dico. Non volevo stare lontana da lui. Non c'è ne era motivo. Eravamo già due notti ognuno a casa propria, per me lui non era un peso.
“Emma”
“ dovresti fare una visita anche dall'otorino perché secondo me non ci senti molto bene." Mi appoggio al muro guardandolo ancora.
“ credo invece di non volerti pesare su qualcosa che non è...”
“ cosa mi hai detto prima in camera?”
“ che avrei voluto affrontare questa cosa con te e ascoltandoti anche. ”
“ ora cosa stai facendo esattamente?”
“ il contrario”
“ ecco appunto”
“ non lo faccio apposta. Sono abituato al fatto che me la so cavare da solo. Non mi piace appesantire le persone. Questo coso così me lo sono pure cercato. ”
“ non ho mai pensato che ti sei cercato una spalla rotta, forse più il punto di guarigione sarebbe da rivedere. Simo, voglio stare con te e vicino a te. ”
“ vai a prendere le cose allora”
“ bello l'amore mio” gli dico strizzandogli una guancia. Passo in camera da letto, mio padre mi vede è mi sorride, con quello sguardo anche da : stai attenta. Lo abbraccio poco dopo e raggiungo il mio fidanzato che mi sta aspettando.
“ sto da Simone in questi giorni. " Dico. Mia madre mi saluta con la mano capendo che tanto prima o poi mi sarei quasi trasferita in quella casa. Eravamo diventati una cosa sola io e Simone. Non me lo sarei mai fatto sfuggire ora che era mio.
“ sei sicura?” ma lo devo picchiare o no? Santa pazienza che ci vuole con questo ragazzo!
“ se mi fai questa domanda di nuovo ti lascio per sempre” gli dico
“ ok ok ho capito. Sei sicura" annuisco.

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