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L'articolo è pronto non vedo l'ora di darlo ad Helen. Ho trascritto tante cose, ho cercato di fare notare ogni piccolo particolare su ogni giocatore ed esaltare un po' Simone, che poi è quello che hanno detto i suoi compagni di squadra. Apro il cassetto della mia scrivania, mettendo tutto ciò che avevo scritto dentro, lo chiudo e spengo la lucina. Julia mi sorride, quando sono tornata: è stata l'unica delle tre a salutarmi. Ha detto che ha seguito la partita in TV ed era felice di avermi visto intervistare da una parte i giocatori, ed ero pure brava.
“vai a casa?” annuisco alla sua domanda.
“ sono molto stanca. Voglio finalmente stare un po' con i miei e mio fratello!”
“ riposati. Domani sarà il grande giorno,vedrai che Helen sarà soddisfata”
“ speriamo. Ho un sacco di ansia”
“ non ti devi preoccupare assolutamente. Ho letto qualcosa mentre lo scrivevi, ci devi credere che farai faville" sorrido.
“ ci vediamo domani ”
“a domani Emma” sorrido prendo borsa e giacca ed esco dall'agenzia. Cerco le chiavi dentro la borsa ma non le trovo, che palle, ogni volta dentro questa cosa non trovo mai nulla. Il bello che la preparo il giorno prima per non avere inconvenienti. Il telefono mi squilla senza guardare chi rispondo.
“pronto?” silenzio. Solo un respiro. “ pronto?”
“ sono Simone”
“ è successo qualcosa?” chiedo era strano che mi avesse chiamato da quando ero tornata non era successo.
“ no. Mi chiedevo se potevamo fare due chiacchiere”
“ io e te? Non mi avevi chiesto di starti lontano?” ero stata anche io a chiederlo visto per come mi stava trattando.
“ si. Anche tu però ”
“ facciamo come i bambini? Hai iniziato tu! No tu! Simone che c'è? Cosa è che ti preoccupa? È per questo che hai chiamato. Hai solamente paura che possa fare del male alla tua carriera”
“ sei stata così brava nel primo articolo che..  non lo so.. può essere che questa voglia cambiare le carte e visto che abbiamo litigato scrivi cose non vere. ”
“ Ho appena finito di scrivere l'articolo,ho scritto solo cose veritiere, i tuoi compagni hanno parlato bene di te e io penso lo stesso dal primo giorno che ho scritto l'articolo su di te. Non sono cambiate le cose. Sarà un intervista basata sulla squadra in primis e poi parlo anche di te. Non ti devi preoccupare di questo. ”
“ non voglio arrivare alle maniere forti. Personaggi che si sono permessi di rovinare la mia immagine sono stati licenziati. ”
“ spero non sia il mio caso questo. ” rispondo schietta. Fino a qui era andato tutto bene, Julia era riuscita a bloccare le ragazze qui a Roma con Helen che ha dato a loro un incarico importante. Quando però sono rientrata mi hanno guardato male, sparlavano alle mie spalle di qualcosa che non voglio sapere, ma quella ragazza mi ha promesso che non mi avrebbe voltato le spalle.
“ lo spero anche io” apro lo sportello, butto tutto dalla parte del sedile passeggero e entro dentro la macchina. “ dove sei?” questa domanda non me lha aspettavo sinceramente.
“ sto tornando a casa dai miei genitori. Domani darò ad Helen l'articolo. ”
“ ok”
“Simone non ti devi preoccupare assolutamente della mia probabile rovina alla tua carriera. Sei un grande quindi stai tranquillo. ”
“ se lo dici tu!”
“ scusami è... Qui l'unica che ha scritto sono io.. me devi ascoltare”
“ si sì ma non ti alterare per favore. ”
“ sono stanca vorrei andare a casa. Se tengo il telefono non posso guidare, quindi buonanotte e ci sentiamo appena verrà pubblicato l'articolo. ”
“ d'accordo. Buonanotte” chiudo la chiamata. Il cuore mi batte forte, le guance le sento andare a fuoco, guardo le mie mani è un po' tremano. Non potevo essere in queste condizioni, non per lui, non lo conoscevo. È non sarei davvero piaciuta a un ragazzo del genere.
Dubitava  di tutto. Di me, del mio lavoro, dei miei modi di fare. Non avrei sopportato di non avere le attenzioni che meritavo. Il basket era la sua vita, non sarei mai stata una sua priorità.

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