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“Simoneee, esci dal bagno per favore! Ho lezione tra poco!” mia sorella aveva sempre questo vizio di urlare di prima mattina. Non la digerivo mai quando stavo a casa, è si comportava in questa maniera, non le rispondo. Prendo l'accappatoio avvolgendolo nel mio corpo dopo aver finito la doccia. Il mio iPhone si illumina, lo prendo in mano pensando che fosse Alex per l'allenamento di poco fa. Invece è un numero sconosciuto. Apro il messaggio WhatsApp: c'è l'articolo che Emma aveva fatto per me,alcune foto della partita e tutte le domande che avevamo fatto. Un primo articolo fatto bene, senza nessun cambio di parole, come le avevo spiegato quel giorno qui c'era scritto. 
Leggo sotto le tre foto: « ciao, questa è la mia intervista mi avevi chiesto di inviartela. Da domani è su tutte le piattaforme giornalistiche e sul giornale a cui lavoro. Spero ti piaccia. » sorrido al messaggio.  Metto il cellulare nella tasca, faccio scattare la serratura della porta e trovo mia sorella incazzata. 
“ mi hai rotto le palle! Quando stai a casa non c'è mai il bagno libero. Io ho lezione” 
“ tieni tieni. Ti lamenti sempre!” 
“ certo. Tre ore peggio delle donne e io non sono nemmeno cosi. ” ringhia. 
“ vai a cagare!” 
“vacci prima tu di me” 
“ ho già fatto” le rispondo alzando il braccio.
Entro in camera mia lasciandola ancora lamentarsi per il casino adesso che avevo creato. Ero casinista e non ci potevo fare niente. Oggi stavo da loro perché avevo gli operai a sistemarmi un tubo in cucina e essendoci il proprietario dell'appartamento non potevo vestirmi e lavarmi la. 
Infilo le mutande, i pantaloni e una maglietta per l'allenamento. Riprendo il telefono che avevo appoggiato sul comò per non bagnarlo. Salvo in rubrica il numero di Emma. Nome: Occhi azzurri. Clicco ok. Decido di scriverle un messaggio: « intervista grandiosa non pensavo che fossi realmente così brava a scrivere. Credo tu sia una delle prime ad aver riportato tutto come si deve. Grazie. Aspetto ancora la tua risposta per l'invito a cena. » invio. Metto tutto in tasca compreso il porta foglio e raggiungo Alex al campetto. 
“ciao Simo”
“ciao Alex. Oggi cosa facciamo?” chiedo mettendo quello che non mi serve nella panchina, compresa la borraccia dell'acqua. 
“ prima ti riscaldi. Senti hai letto l'intervista?” 
“ si. Molto bella. Pensavo di non potermi fidare, invece, ha scritto esattamente ciò che le avevo detto ” 
“ è una ragazza in gamba. Secondo me può avere successo in questo campo” 
“ se tratta tutti alla stessa maniera mia sicuramente” 
“ stai pensando che lo abbia fatto solo perché sei tu?” 
“ probabile. ” alzo le spalle “alla fine non ci guadagnerebbe nulla se scrive male di altre persone al mio contrario. ” 
“ io non penso che lei abbia scritto così bene solo perché sia tu. Ho letto un altro articolo era di una ragazza disabile, è stata così dolce e comprensiva”
“ magari si comporta così, quando è nei posti che non può permettersi di sbagliare.” affermò prendendo la palla. 
“ sei solito stronzo Comunque! Prima dici che hai sbagliato a fidarti, ora invece pensi l'esatto contrario. Che abbia scritto quell'articolo per bene solo perché sei tu. Simone sei un ragazzo normale te lo vorrei ricordare!” 
“ il migliore in questo campo anche per i miei compagni sono il più forte! Lei non mi vedeva come un ragazzo normale, ma come qualcuno già impostato in questo mondo di famosi. ” 
“ sei solo sbruffone!” 
“ perché? Dico la verità. Lo hai detto pure tu no: che se non avrebbe fatto l'intervista con me l'avrebbero licenziata. Avrà avuto modo anche di scrivere bene perché avrebbe fatto la stessa fine” 
“ io credo che Emma possa solo essere la ragazza che ti mette la testa sotto i suoi piedi. Tu continui a negarlo perché vuoi fare solo lo sbruffone ora allenati altrimenti poi domani quando dobbiamo essere con gli altri farai schifezze” 
“ Emma è solo una ragazzina! ” 
“ che hai invitato a cena ti vorrei ricordare” 
“ si lo ricordo. Alla fine è una cena che non avrà alcun valore” 
“ spero ti dia filo da torcere perché te lo meriti” era sempre così pungente quando mi parlava di ragazze, un po' come se fosse un padre che mette in guardia il figlio. Alzo le spalle senza rispondere e torno al mio allenamento quotidiano. Questa era la mia vita non le donne

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