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La squadra di Corrado era riuscita a vincere anche questa partita, mantenendo il primo posto in classifica. Avevo annotato tutto sul quaderno e adesso li stavo raggiungendo.
“Emmaaaaa sei il nostro porta fortuna" urla Carlos prendendomi in braccio facendomi girare. Rido. Non appena mi mette giù, la testa inizia a girarmi, mi era mancato questo posto. Gli scleri. I festeggiamenti.
“ siete esagerati però!” esclamò.
“ dovresti esserci per tutte le partite!”
“ mi dispiace deluderti Yuri, ma credo che la prossima partita non sarà la mia” dico.
“in che senso?”
“ nel senso che sto a Barcellona per una sfilata molto importante, Helen vuole che io faccia il miglior articolo che lei conosca. Sono la migliore” dico ridendo facendo l'occhiolino. Ogni tanto mi atteggiavo in questo modo anche se non era da me. Mi prendevo in giro da sola.
“ come a Barcellona? Ci abbandoni così?”
“ beh la sfilata di moda più importante in Spagna, e non posso mica perdermela!” rido di nuovo. Simone mi guarda, non gli avevo accennato nulla oggi, non credo si riprenderà da questo. La verità è che non sono proprio riuscita a dirglielo.
“ hai ragione! Quando ricapita più un occasione del genere agli spagnoli” Carlos ci metteva del pepe ad ogni cosa che diceva. “ ti invidiano ovunque. Pensa in Spagna”
“ dai quelli che hanno meno invidia sono gli americani. Quelli non ti guardano mai, si fanno i fatti loro ed io sto in pace con me stessa. ”
“ menomale allora” risponde. Simone sorpassa tutti compresa me senza guardarmi.
“ scusate!” dico. Lo raggiungo negli spogliatoi, mi siedo sul tavolo di Corrado, erano tutti fuori tanto.
“ Simo..”
“ lascia stare. ”
“ posso spiegare?”
“ Emma non ce nulla da spiegare. Mi hai messo fuori da qualcosa che potevi dirmi, ma io non posso pretendere niente giusto?”
“ non è così. Non ti ho detto nulla non perché volevo metterti fuori, ma perché volevo parlartene con calma. Mi è uscito spontaneo adesso perché Carlos mi ha preso come vostro porta fortuna ma so benissimo che siete bravi anche senza di me. ” dico
“ non devi darmi nessuna spiegazione!”
“ invece si. Sei partito subito. Ti senti ferito, è capisco il tuo stato d'animo, sappi che non sto facendo niente per ripicca. Te lo avrei detto”
“ potevi almeno accenarmelo oggi a pranzo”
“ non mi sembrava il posto adatto! Non eravamo soli..”
“ ah perché adesso con chi eravamo? Lo hai detto a tutta la squadra Emma.. dai non mi prendere per il culo... Per favore. ” resto ferma seduta.
“ non ti sto prendendo per il culo. Avrei voluto chiederti una cosa: so per certo che avendo la partita tu non accetterai mai. ” gli dico. Si volta dopo essersi messo la maglietta pulita, i suoi occhi si scontrano con i miei è sento il cuore esplodermi. “ avrei voluto che mi accompagnassi ma so benissimo che non potrai farlo! Ecco perché volevo parlartene con la dovuta calma. ”
“ tu...” annuisco “ avrei comunque potuto chiedermelo. Adesso sei tu che decidi per me”
“ non sto decidendo per te. Sto dicendo che hai una partita importante è che come il mio lavoro lo è, lo deve essere per te" scendo dal tavolo avvicinandomi.
“ mi piacerebbe accompagnarti” sorrido.
“ lo so. Ci saranno altre occasioni!”
“ ne sei sicura?”
“si. ” gli lascio un bacio sulle labbra. “ cambiati che torno dagli altri. Stasera ci vediamo a casa?” tiro fuori le chiavi.
“ vuoi stare con me”
“ si baby. Muoviti” ride. Ed esco dagli spogliatoi. “ beh adesso io andrei... Ci vediamo presto eh! Mi raccomando non combinate danni in mia assenza. ” dico a voce alta andando via.

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