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Sono riuscita a farmi dare altro tempo, ovvero fino alla partita, che è adesso in questo momento Sono sugli spalti che aspetto che finisca ovviamente.
Ci sono un sacco di ragazzine appese alla rete solamente per lui. Sembra che non avevano visto mai un ragazzo bello. 
A Simone non le si poteva dire nulla di brutto, era un bellissimo ragazzo, biondo con gli occhi neri e il fisico statuario soprattutto alto. 
Queste, però, esageravano alla lunga. Urlavano come delle oche in calore. 

« sei bellissimo» 

«siamo tutti con te»

« ragazze, avete visto mi ha guardata. Oddio ora svengo » 

« chi non si farebbe toccare da uno come lui» 

« Simone segna dai!» 

Ero queste erano le frasi più dette in giro di un minuto. Perché se dovessi calcolare le altre ecco meglio lasciar perdere. 
La sua squadra stava perdendo di un punto.  Sarebbe bastato un canestro per pareggiare la partita. Più ci provavano più non ci riuscivano. Era come se quella palla non volesse entrare. Sposto lo sguardo verso di lui che ha la palla in questo momento, la fa rimbalzare per due volte, la sposta al suo compagno che gliela ripassa - mi guarda, non so nemmeno come abbia fatto a vedermi in mezzo a tutta questa gente - si volta e tira da lontano. Guardo la palla arrivare sul canestro che tocca il cerchio, gira, l'ansia mi sale e poi scende giù dentro. Il punto va alla squadra. Parità. L'arbitro fischia mandando tutti negli spogliatoi. Mi alzo di fretta cercando di non stare più a sentire quelle ragazzine che avrei potuto strozzare per il linguaggio. 
“ Emma” la voce di Alex alle mie spalle mi fece voltare. “ sei venuta a vedere la partita?”
“ si. È poi mi è stato dato altro tempo per intervistare il ragazzo, so che non vorrà farlo anche oggi ma io ci tengo. ” 
“ sono contento che ti abbiano dato un opportunità in più. Simone ha tanto da dire secondo me. ” alzo le spalle non convinta di ciò. La sensazione di prima quando mi ha guardata la devo dimenticare al più presto. 
“eccolo. Allora come ti senti?”
“ sono contento per il punto tanto alla fine non avremmo potuto vincere, questi sono tosti.” 
“ sono contento che  tu non sia arrabbiato” 
“ no. Mi sono allenato tanto però questi erano più forti, uno in particolare Job ” 
“ bene. Senti.. ” sta per dirgli di me, ma lui lo sposta tranquilla. 
“ ti senti mi dispiace per come ti ho trattato quel giorno. Sono fatto in questa maniera, prima della partita come rito non lascio interviste e mi piace restare concentrato. Se vuoi però adesso possiamo sederci al ristorante del hotel e parlare un po'” sorrido soddisfata, avrei creato un articolo pazzesco. 
“ si certo. ” rispondo. Prendo la mia macchina dopo che Alex mi ha detto la via dell'albergo. Li raggiungo la, aspetto che Simone si faccia la doccia giù in reception. 
“Eccomi” mi dice alle mie spalle sorpassando mi. Ci sediamo in uno di quei divanetti,alla fine ha optato per così, senza dover andare nel ristorante in mezzo alla confusione. 
“ io comunque sono Emma” 
“ piacere mio. Il nome già lo conosci” rido. 
“ mi hanno chiesto di intervistarti perché sei il migliore in questo campo, hai vinto un sacco di cose e quindi vogliono conoscerti di più” 
“ sono disponibile. Dimmi tutto” 
“partiamo con le cose basilari” annuisce “ tu sei nato qui a Roma giusto?” 
“ si, a Roma a dicembre in pieno freddo. Poco prima di Natale ovvero il 19. ” 
“ sei figlio unico?” 
“ no i miei prima di avere me hanno avuto mia sorella Sarà, a ciò voglio un sacco bene” 
“ è più grande di te quindi!” annuisce. Scrivo ogni particolare. “ studia?” 
“ si all'università si deve laureare ancora. Ma lei è bravissima, e io sono il fratello più orgoglioso al mondo anche sono il più piccolo di casa. ” 
“ come è nata la passione per il basket?” 
“ fin da piccolo. Quando andavo al mare non mi divertivo mai realmente a giocare a calcio ma non volevo deludere i miei amici. Poi un giorno mi sono ritrovato la palla in mano e ho iniziato a farla rimbalzare. Così non ho più lasciato questo sport. 
Mi sento libero di essere me stesso. Di lasciare ogni pezzo di cuore a quella palla mentre entra dentro il canestro. ” 
“ e gli amici che giocavano a calcio ci sono ancora?”
“ si ovvio. Loro quando possono passano a giocare con me a basket e io poi ricambio giocando a calcio facciamo un po' come ci viene. Non mi hanno mai messo da parte solamente perché non volessi fare la loro stessa professione” 
“ loro sono calciatori” 
“ ci provano. ” 
“ Ti sei mai chiesto se non fossi chi sei,chi vorresti essere?”
“ no, perché voglio essere chi sono adesso.” 
“ sei soddisfatto di chi è Simone baldasseroni?” 
“ non sono mai soddisfatto di me stesso. C'è sempre qualcosa che vorrei migliorare” 
“ la partita di oggi come ti è sembrata?” 
“ la più difficile della mia vita. Quando ho visto che perdevamo già dal secondo minuto ho temuto che avremmo realmente perso, invece poi non mi sono abbattuto, ho cercato lo sguardo dei miei compagni. Dovevamo almeno portare a casa un punto in qualsiasi modo. Loro in ogni caso erano forti. I miei complimenti. ” 
“Sa che ci sono poche persone sportive come lei. Dopo un pareggio sofferto fa i complimenti agli avversari. ”
“ non potrei mai dare contro qualcuno che non mi ha fatto un torto. ” sorrido. 
“ quindi già ha la testa per la prossima partita con la squadra” 
“ certo che sì. Domani inizio già ad allenarmi. ” 
“ ultima domanda: so che non ti piace parlare della tua vita privata ma, oltre al basket c'è posto per qualcuna?” si blocca. Respira. 
“ non c'è nessuna nella mia vita. Il basket è ciò che mi tiene compagnia, non saprei dare abbastanza amore ad una ragazza con i tempi frenetici dei miei allenamenti. ” afferma convinto. Appoggio la penna. 
“ grazie Simone. Sei stato esaustivo e gentissimo oggi almeno"
“ mi devi perdonare davvero. ” 
“ non importa. Sono felice che almeno mi è stato dato del tempo in più da poter procedere all'articolo. Se hai paura che possa travisare ogni tua parola, ho registrato la tua intervista con il mio telefono potrò ascoltare ogni cosa e trascriverla. La registrazione dopo l'invio alla redazione verrà automaticamente cancellata” 
“ confido in te. Sono sicuro che sei una brava ragazza” 
“ grazie” rispondo. Butto tutto in borsa tenendo la cartella. “ ti allego una volta finito tutto l'articolo al telefono di Alex..” 
“ no. - prende un foglietto bianco dell'albergo ci scrive su il suo numero - vorrei che mi invii tu questa intervista. È poi.. per scusarmi vorrei che venissi a cena con me.” 
“ io... Non lo so.. il lavoro non mi permette” mi blocca. 
“ se ho fatto canestro lo devo a te. Ti ho guardato poco prima - quindi non mi ero sbagliata! - quindi perciò vorrei perdonarmi ancora venendo a cena con me ti faccio sapere poi in settimana” 
“ io non so se potrò.” annuisce. Saluto Alex e me ne vado. Era impazzito! 

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