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Ferma nelle gradinate, senza scrivere nessuna parola nel mio quaderno, foglio vuoto penna buttata dentro la borsa. Non sapevo cosa scrivere. Quelle parole che potevano essere nulla, erano tutto, lui dubitava di nuovo di me come quella volta che mi ha conosciuto. Dubitava del mio lavoro. Dubitava del fatto che avrei potuto rovinare o meno la sua carriera o la mia per delle parole su foglio di carta. Questo non mi piaceva proprio per niente.
“alex non mi sento bene. Torno a casa” affermo buttando tutto dentro la borsa senza nemmeno guardarlo.
“ Emma, ma gli allenamenti non sono finiti, mancano solo venti minuti per Simone. ”
“ voglio andare a casa Alex. " Gli dico.
“ Come fai ad andare via? Sei venuta con me”
“ chiamo un taxi. Vado un po' dai miei. Non ti preoccupare” gli dico.
“ che devo dire a Simone?”
“ niente. ” rispondo. Se quello che pensava era vero, mi sentivo in grado di non dovermi nemmeno più muovere per nessun motivo. Un rapporto non può continuare se non c'è fiducia e non c'è voglia nemmeno di vedere la verità. Se fosse stato una schifezza oggi, io avrei scritto solamente la gioia dei suoi compagni di rivederlo in campo, non mi sarei mai azzardata a scrivere di altro. Helen in questi mesi mi ha sempre dato carta bianca. Non penso minimamente che se non avessi descritto a pieno il suo allenamento sarebbe cascato il mondo.
“ in che senso niente?”
“ nel senso che hai capito. Non gli devi dire nulla. ” rispondo a tono. Scendo le due gradinate grandi è arrivo alla ghiaia. Attraverso i parcheggi è chiamo un taxi.
Quando arriva gli chiedo di portarmi a casa di Julia, avevo bisogno di sfogarmi con un amica.

....

“ perché sei qui? Sapevo che c'erano gli allenamenti pensavo fossi con Simone” mi dice una volta che sono dentro casa sua.
“ è successa una cosa grave oggi? Credevo che rientro al campo lo avrebbe aiutato ad essere più felice. ”
“ invece?”
“ è tornato il Simone delle prime volte. Chiuso, arrogante e coglione”
“ Emma non ti seguo”
“ i suoi compagni sono stati tutti carini. Erano contenti di vederlo lì e lui pure lo era. Quando gli ho detto che: avrei lavorato all'articolo nuovo con il suo rientro. Ha iniziato a dire cose senza senso.
Del tipo che: scrivevo di lui che faceva cagare. Che mi sarei prestata alle richieste di Helen per non perdere il lavoro. Che la gente non aspettava altro che un mio articolo contro di lui. ”
“ e tu che gli hai detto?”
“ non gli ho risposto. All'inizio ho cercato di salvare quello che mi stava dicendo, rispondendo che stava dicendo cazzate che non era così, ma poi mi sono sentita ferita. Dubita ancora di me. ” mi passo la mano sulla guancia scacciando le lacrime.
“ Emma” mi abbraccia “ passerà anche questa”
“ non lo so. Sai che gli avevo chiesto persino di andare a vivere insieme? Cazzo Julia! Ho fatto un passo enorme verso di lui in queste settimane, ho quasi finito il trasloco e adesso? Mi ritrovo accusata di cose non vere. ”
“adesso calmati. Sarà solo un momento. Non credo lui veramente dubiti di chi sei tu”
“ invece io credo che non ci sarà mai spazio per nessuna se non per il basket. È sempre stata la sua vita. Io non c'entro niente ”
“ non dire così tesoro. Si aggiusterà la cosa. ”
“ posso restare qui oggi?” chiedo sorridendole a forza. Non volevo rientrare dai miei, mamma avrebbe incominciato a chiedermi tutto e non volevo dare spiegazioni. Julia viveva da sola da tempo ed era l'unica occasione per stare un po' per i fatti miei e anche con lei.
“ d'accordo solo per oggi. Domani vai è ci parli” scuoto la testa.
“ non ho niente da dirgli. Domani vado dai miei è starò lì. Forse, la convivenza era troppo affrettata” confesso con l'amaro in bocca.

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