Appoggio la penna dentro la borsa con tutti i fogli in cui avevo scritto. Non ricordavo che fossero così bravi, avevano preso coscienza dei loro punti forti, erano consapevoli del gruppo. Simone si era ripreso bene con la spalla. In un anno era riuscito a fare scivolare quell' infortunio lontano da lui stesso. Mi metto la borsa a tracolla, scendo gli spalti uno per volta stando attenta a non farmi male, raggiungo Corrado che era lì davanti alla porta degli spogliatoi.
" è stato un piacere essere qui. Avrai ciò che ti meriti" gli dico. Mi guarda.
" non ti ho chiamato solo per l'articolo"
"Corrado non credo ci sia molto da dire. " avevo compreso che voleva che io e Simone parlassimo. Ma a me non interessava.
" invece: io credo che voi dobbiate dirvi tante cose. Quelle che in un anno non vi siete detti" lo guardo.
" Simone ha fatto le sue scelte, io le ho subite, non credo debba dirmi molto. Ha preferito che facessi carriera che farmi essere realmente felice" affermò.
" la tua felicità era quella di essere una giornalista" mi volto ed era alle mie spalle. Capelli completamente bagnati e vestito jeans e maglietta a maniche corte.
" hai sbagliato invece. Non sto qui a ripeterti cosa per me era la felicità, credo che se tu non lo abbia capito prima, non possa capirlo nemmeno dopo un anno. È nemmeno mi interessa!" sono molto arrabbiata adesso.
" ho lasciato soltanto che tu facessi la carriera che ti meriti"
" tu non hai capito un cazzo è lo ridico. La carriera l'avrei potuta farla anche essendo la tua ragazza. Non era cambiato niente. "
" sarebbe cambiato tutto. "
" ma cosa? Simone non sai come sarebbero potute andare le cose. Non avrei scritto mai cazzate in un giornale, nemmeno che tu possa fare schifo! Complimenti in ogni caso perché sei riuscito a trovare la tua dimensione anche senza di me. Alla fine avevi ragione è meglio che stai solo!" gli dico per ferirlo. " tu con qualcuno non ci sai stare. La tua ex ti ha messo le corna, hai pregato quasi che io non te le facessi, ma mi hai scaricato come un barile. Come se non fossi mai esistita per te. Sappi che allora quelle cazzo di corna te le meriti! Tutte! E adesso te ne puoi andare a fanculo!" gli urlo in faccia. Girando i tacchi è andandomene. Lascio andare le lacrime sul mio viso.
Non dovevo. Ho esagerato. Ma credo che si meriti delle parole dure da parte mia. Mi fa male persino dirgliele.
"Emma" lo sento chiamarmi. Non lo ascolto continuo a camminare. "Emma" mi volto arrabbiata.
" che vuoi ancora?"
" io so benissimo quello che ho fatto. So che non ti merito."
" è allora? " gli dico.
" non credo che tu possa dirmi quelle parole. Sai quanto ho faticato..."
" hai faticato sta minchia! Mi hai lasciato Simone! Mi hai mandato a casa! " urlo " io non ti odio, non lo mai fatto, mai lo farò. Ma non vincerai. Non avrai niente da me. Nemmeno più un sorriso. Niente. Dovrai pagare per come sono stata! Perché mi sono fidata. Mi sono detta che eri l'unico che poteva farmi riprendere fiducia in un mondo di merda di uomini. Invece, sei come tutti gli altri,non sei diverso nessuno. Ama il basket che l'unica cosa che ti viene meglio. Ad amare una donna non lo so." apro la macchina ed entro dentro andandomene. Sapevo che non dovevo venire qui. Io... Non dovevo vederlo.
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Sento che ci sei all'improvviso ❤️🏀🗞️
FanfictionEmma, giornalista alle prime esperienze deve intervistare il giocatore di basket più famoso a Roma: Simone baldasseroni. Raccogliere più informazioni possibili, ma è in esperta non sa come muoversi. Simone non sarà disponibile fin dal primo momento...