89.

417 25 2
                                    

È passato un mese dall'incidente con Riccardo. Simone domani inizia la fisioterapia avendo migliorato situazione nel riposo assoluto. Domani devo riprendere il mio lavoro con i ragazzi del basket, è lui non ci sarà perché non è ancora pronto poter giocare.
A lavoro con Helen ci sono rientrata pochi giorni dopo essere stata dal medico, non era niente di grave solo un po' di influenza. Non sono piaciuto a nessuno gli articoli della mia collega, neppure a Corrado che ha più volte richiesto che potessi tornare. Purtroppo essendoci un gonfiare mediatico contro di Simone, Helen ha preferito che le acque si calmassero.
“ vuoi proprio andare?” Simone è sulla porta che mi guarda mentre aggiungo l'ultimo maglioncino non troppo pesante nella valigia.
“ non posso continuare a tenermi lontano da ciò che facevo prima. Abbiamo già troppa gente che ha parlato Simo”
“ si ma vedrai quel coglione, io non ci sono”
“ non ti preoccupare. Non succederà niente. Anche perché ho chiesto a Corrado di non vedere gli allenamenti dalla panchina. So che si parlerà anche di questo, però non me la sento di vedere oltre quello che già successo!” affermò appoggiando le mie mani sul petto che fa su e giù mentre respira. Teneva la fascia ancora per non fare movimento bruschi.
“ non mi sento pronto a lasciarti andare li”
“ Simo domenica sera sono di nuovo qui."
“ non mi fido di quello" mi piace il fatto che lui si preoccupasse per me. Sapevo allo stesso tempo di potermela cavare.
“ fidati di me invece. Questa cosa la dobbiamo affrontare”
“ d'accordo. Se succede qualcosa però..”
“ non succederà niente. Stai a casa, ti vedi la partita e io ti chiamerò tutti giorni.”
“ questa idea non mi piace moltissimo" ridacchiò, gli bacio la guancia. Mi abbraccia come può cercando di stringermi.
“ che facciamo a cena?” gli chiedo cambiando discorso. Non volevo che si appesantisce con questo discorso. Non sarebbe successo niente.
“ andiamo a mangiare il sushi se vuoi?” non siamo quasi mai andati a cena fuori. Perché con il fatto dei giornalisti abbiamo evitato.
“ ci sto" rispondo. “ dobbiamo andare avanti con questa storia. ”
“ non voglio rinchiudermi in casa. Se ci beccano frega realmente un cazzo. Alla fine anche io posso avere una vita privata. ”
“ è come c'è l'hai la vita privata che fa scalpore. ”
“ sei una ragazza normale. Se fai la giornalista cosa cazzo cambia a loro, alla fine devi piacere a me e non a tutti quelli”
“amore lo so. Stai tranquillo. Adesso ci cambiamo e andiamo ok"
“ ok amore" lo bacio a stampo e mi dileguò in bagno. “ non ci mettere una vita però che devo lavarmi anche io. ”
“ prometto amo” alza gli occhi al cielo e lo vedo ridere anche. Gli piaceva troppo prendermi in giro in questo senso, ero ritardataria a volte, ma lui accentuava la cosa facendo come se facessi ritardo ore e ore. Mi piaceva che non prendesse sul serio la cosa anzi rideva. Mi spoglio mettendomi in doccia, sento rumori dalla camera consapevole che sta cercando la roba da mettersi ma sta combinando solamente disastri con quel braccio che non può usare. Lascio che l'acqua scorre nel mio corpo ed esco poco dopo. Mi infilo l' accappatoio per raggiungerlo dove stava.
Non vedevo l'ora di andare a cena con lui soli soletti.

Sento che ci sei all'improvviso ❤️🏀🗞️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora