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La cena è andata alla grande. I miei genitori hanno accolto Emma con grande piacere, mia sorella invece la presa sotto un ala come se fosse una di famiglia da sempre. Non mi sarei mai aspettato tutto questo. Anche Alessandra era stata accettata fin da subito,ma non così, non in questo modo. Soprattutto da mia sorella che aveva sempre uno sguardo più clinico e attento. Amavo il fatto che ci scherzasse con Emma, perché lei ne aveva assolutamente bisogno.
“ quindi andate via?” mi chiede mamma mentre Emma si chiude il giacetto.
“ si. Emma deve lavorare e io ho allenamento”
“ domenica venite a pranzo? Siamo solo io e Sara, papà è a lavoro” domanda ancora. Emma mi guarda.
“ mamma c'è la partita domenica. ”
“ lo so. Magari viene solo Emma”
“ ehm" anticipo io la mia ragazza.
“mamma, Emma è in campo con noi. Nel senso che lei essendo giornalista ci segue. Lo so che siamo a Roma se vuoi veniamo per cena!" Le dico. Non volevo che ci rimanesse male. Emma annuisce.
“ certo. Allora per cena va bene. Tanto papà farà tardi sicuro” mi dice.
“allora domenica verremmo sicuramente qui Maria”
“quanto sei bella tesoro!” esclama mia sorella abbracciandola.
“ me l'hai già consumata troppo direi anche meno" rispondo un po' geloso. Emma ricambia la stretta di Sara e mi fa la lingua. Glielo faccio vedere io alla signorina qua.
“ allora grazie di tutto”
“ grazie a voi ragazzi. ” risponde mamma as Emma. “ ci vediamo domenica. Se cambiate idea avvisatemi perché sai che devo preparare le cose”
“ non c'è bisogno che diventi matta, a me basta anche un piatto di pasta Maria! Davvero!"
“ lo so tesoro. È che voglio che tu ti senta a casa” sorrido. Infilo le chiavi in tasca insieme al telefono e il portafoglio.
“ avete fatto tanto per me oggi, pensavo che non vi sarei piaciuta nemmeno, invece in poco tempo mi sono sentita una parte di voi. Sembrava di essere sempre stata qui. Davvero, un piatto di pasta per me va benissimo. ”
“ l'importante che tu ti senta sempre cosi”
“ sono felice di avervi conosciuto. ” mia madre sorride, le bacia una guancia tenendole le mani e le dice qualcosa all'orecchio. Emma sorride. Le salutiamo ed usciamo dall'appartamento.

Una volta in macchina, metto in moto, la guardo per qualche secondo nel silenzio che si era creato.
“ che c'è?” domandò. Si volta con gli occhi lucidi.
“ hai una famiglia stupenda. E io che pensavo di non poterne mai farne parte. Grazie Simo”
“ma amore. Non mi devi dire grazie. Ti hanno accettato perché sei stata in grado di farlo. Tu sei fantastica. ”
“ non so cosa io abbia fatto per trovare te dopo Joe, ma spero di poterti meritare tutti giorni perché ho estremo bisogno di essere amata come sai fare tu. Stare con la tua famiglia mi ha fatto capire: di poter contare sul tuo amore, di potermi fidare totalmente di te e che quello che ho avuto prima era solamente un idea di qualcosa che non è mai esistito. Se non dentro la mia testa. ” la voce spezzata dal pianto, mi fa allungare per abbracciarla fortissimo.
“ cercherò di renderti felice ogni giorno. Ogni volta che mi sveglio cercherò di non farti mai iniziare la giornata senza il muso. ”
“Ti amo. ” sorrido. Le lascio un bacio sulle labbra.
“anche io. Ti devo portare a casa?” domandò rimettendomi al posto della guida.
“ no. Voglio stare con te stanotte. ”
“allora andiamo a casa mia" mi mette le mani sulla coscia lasciandomi poi un bacio sulla guancia. Parto verso il nostro nido, perché la mia casa stava diventando un po' anche sua.

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