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Tutti in campo oggi, nuovo allenamento per la partita della domenica. Giochiamo in casa stavolta quindi non dobbiamo spostare. Abbiamo fatto primo riscaldamento, ora tiri al canestro, le prendevo tutte. Per la spalla ogni sei mesi dovevo andare a controllo perché poteva succedere la qualunque e sarebbe successo un disastro per la mia carriera.
Yuri mi dà un colpo per farmi girare all'entrata, Emma è appena arrivata, canottiera bianca e jeans. C'era veramente caldo oggi.
“ vuoi continuare a non parlarle ?”mi domanda senza farsi sentire da nessuno se non ha me.
“ si. È questo che lei vuole. ” rispondo. Non avevo ricevuto risposta da quel gesto della casa. La proprietaria mi ha detto che non ha restituito le chiavi segno che ci sta pensando.
“ ne sei sicuro?” annuisce.
“ ma possibile che ti importi tanto?" Domandò. Mi stavo un po' innervosendo da questo continuare a volermi fare qualcosa quando già avevo fatto. Non era per riparare le cose ma per vederla triste. Tra noi non si sarebbe mai aggiustato niente. Io le avevo fatto troppo male.
“ mi importa di te. Mi importa del fatto che vi ho sempre visto felici insieme. Non voglio che state appesi così. È un anno che ti fai del male all'idea che non puoi averla per la cazzata della tua decisione. Potresti iniziare a farle mettere una pietra sopra amandola” respiro.
“ Emma per me è talmente importante che potrebbe rifarsi una vita: è non sarei geloso. È sai perché? ” mi guarda “ perché è colpa mia se stiamo così. Quindi lei merita di essere felice”
“ lo meriti anche tu. Che discorsi fai scusa?”
“ non potrei essere felice sapendo che lei non lo è con me. Non ce la faccio Yuri te lo giuro !” sto per avere un crollo. Ma non qui, non con lei a due passi dal campo, non in allenamento. Corrado non sarebbe contento. Torno a concentrarmi su quello che devo fare, Yuri fa lo stesso, ci portiamo a casa un sacco di canestri. Per fortuna non ne ho sbagliato neanche uno.
“potete andare a casa per oggi abbiamo finito. Ci vediamo domani per l'ultima sessione.” ci dice allenatore. Prendo ciò che mi serve andando verso lo spogliatoio.
“Simone” la voce di Emma mi fa girare. La guardo negli occhi. Lo stomaco si contorce di nuovo come tutte le volte che i nostri sguardi si incontrano. Non dico niente. “ possiamo parlare?” non so cosa risponderle. Mi aveva chiesto di non rivolgerle parola.
“ non credo sia una decisione giusta. ”
“ io invece credo di sì. Cambiati. Ti aspetto al parcheggio. ” mi dice. Annuisco. Entro nello spogliatoio, una doccia veloce e mi metto la roba che avevo portato di ricambio. Esco da lì è raggiungo lei ai parcheggi.
“ eccomi” le dico. Alza lo sguardo verso di me abbandonando il telefono che aveva tra le mani, lo infila in testa.
“ sono rimasta spiazzata dal gesto che hai fatto. Soprattutto perché senza sapere hai trovato qualcosa che cercavo da tempo. ”
“ sono contento. Se questo dovevi dirmi io vado. ”
“ perché non riesci a dirmi quelle cose che hai scritto guardandomi. A parte che non gli hai scritti nemmeno tu!”
“ gli ha scritti Sarà: non volevo che capissi fin dal primo biglietto che ero io. Ci sono riuscito per fortuna. Sapevo che se ti fossi accorta della mia scrittura avresti fatto lo stesso dell'altro giorno ovvero tutto nei cestini. È così che ti ho conquistato con i biglietti e le rose.” le dico.
“ ricordo”
“ non riesco a dirti quelle cose perché so che dirtele non cambia. Non è cambiato scriverle e di conseguenza non succederà guardandoti. Mi dispiace davvero Emma. Tu meriti qualcuno che non rompa quel cuore mai più. Meriti qualcuno che ti protegga. Meriti qualcuno che ti ascolti e non che ti allontani. Meriti qualcuno da amare perché io scappo troppe volte e non sono riuscito a fartelo fare. Meriti qualcuno che la mattina ti pensi e anche la sera. Meriti qualcuno che non pensa solamente a se stesso. Meriti qualcuno che non si porti dietro la paura del suo passato e di essere di nuovo tradito. Meriti qualcuno che ti baci tutte le volte che ne hai bisogno e non solo a casa perché magari c'è il pericolo che qualcuno possa scrivere stupidaggini su un giornale. Meriti una persona che non sia io, una persona che creda realmente in quello che sei e che non possa mai dubitare di niente.
Quelle chiavi sono segno di tutto questo. Quella casa è un nuovo tuo inizio. ” le dico crollando definitivamente in un pianto liberatorio. Era da troppo tempo che tenevo tutto questo dentro di me. Ora sono esploso.
“ mi chiedo perché pensi che tu debba decidere anche per me”
“ stavolta decido per te perché voglio proteggerti. Lo hai detto anche tu: mi merito di restare solo e che mi merito quelle corna. Il tuo cuore è troppo a pezzi per perdonare uno come me. Ti prego voglio solo che sei felice nient'altro!” le dico un singhiozzo a fine frase mi attraversa.
“ non volevo dirti quelle cose ero arrabbiata...”
“ non ti devi giustificare davvero hai detto quello che pensavi. Ora vado a casa. Ci vediamo domani" le dico girandomi di spalle. I miei piedi si muovono per andare alla macchia, ma la sua mano mi ferma.
“ non ho detto quello che pensavo. Ero arrabbiata per come ti sei comportato quel giorno di un anno fa: ma non è giusto dirti quelle parole perché nessuno merita di essere scaricato in quel modo e infamato ai giornali. ” mi dice. “ perché non proviamo a costruire i pezzi dei nostri cuori insieme di nuovo. L' orgoglio non mi porta da nessuna parte, non ti sto dicendo che mi passa tutto in fretta e dimentico cosa è successo, ma so per certo che non voglio continuare a farmi la guerra con te, ad ignorarti, quando il mio cuore chiede solo di abbracciarti o di baciarti. ” mi dice con gli occhi lucidi.
“ io...”
“ lo so,  che lo vuoi anche tu. ”
“ non voglio che stai male ancora. Sono un pericolo” le dico preoccupato.
“ non sei nessun pericolo Simo. Sei sempre stato la mia cura anche quando tutto andava a rottoli” si butta sul mio petto stringendomi, avvolgo le mie braccia al suo corpo ricambiando il gesto. Mi era mancata un sacco.

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