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Il sonno questa notte tardava ad arrivare. Mi sentivo frastornato, nervoso e ogni volta che chiudevo gli occhi dopo due minuti li riaprivo. Stiamo prendendo l'aereo per tornare a Roma. Non vedo l'ora di vedere Emma è stare un po' con lei. Mi è mancata soprattutto ieri. Pazzesco come riesca ad avere quel potere di calmante nei confronti.
Stamattina mi aveva chiesto a che ora arrivavo, ma non le ho detto nulla perché voglio farle una sorpresa.

Arriviamo a Roma finalmente, ritiriamo la valigia, prima che io possa prendere un taxi per tornare a casa mia Corrado mi ferma.
“ mister mi dica”
“ ho capito benissimo cosa sta succedendo. Ti chiedo solo di non fare entrare la tua vita privata dentro il lavoro. ”
“ io non lo sto facendo. ” mi guarda “Riccardo mi ha provocato! Lo ha visto pure lei a cena ”
“ è tu hai risposto. Voglio che sia tutto come prima Simone, altrimenti sono costretto a prendere dei provvedimenti seri. Non sto scherzando. Sono contento che tu abbia trovato qualcuno che ti voglia bene e tu lo stesso, ma dobbiamo lavorare, quando succede che si spacca lo spogliatoio poi devo dare conto a tutti. Non giocate più come prima è a me non sta più bene”
“ non posso permettere che qualcuno parli male di lei”
“ dovesse succedere: interverrò io. Ma non agire esattamente come ieri sera. ”
“ va bene. ” rispondo. So bene che Riccardo lo stava facendo apposta, che voleva provocarmi, allo stesso tempo però voleva Emma. Questo però non avrei potuto lasciarglielo fare.
“ puoi andare. ” annuisco. Lo saluto, chiamo un taxi, rientro a casa appoggio tutto in camera da letto. Mi accorgo di un biglietto sul letto. Preoccupato lo prendo.

«Ciao piccolo raggio di sole, ho preso di nascosto le tue chiavi di casa l'altra sera, sono passata qui per rubarmi qualcosa di te. Mi manchi. Ti amo»

Noto persino il doppione delle chiavi sul comodino. Un sorriso nasce sulle mie labbra. Il cuore invece va velocissimo.
Così decido di andare a trovarla a lavoro, tanto stava per staccare, mi lavo e poi mi vesto.
Una volta in agenzia, trovo Julia fuori che stava fumando, allunga la mano per salutarmi.
“Emma è con Helen" mi urla.
“ tranquilla. Aspetto qui. Non dirle nulla” sorride. Spegne la sigaretta ed entra dentro.
Mezz'ora dopo escono insieme come tutti gli altri giorni. Emma le bacia una guancia perché Julia era arrivata alla sua macchina. Il suo sguardo si volge verso di me, la borsa cade in terra e prende velocità per buttarsi addosso al mio corpo. La avvolgo con le mie braccia stringendola forte, il suo profumo arriva dritto alle mie narici. Quanto cazzo mi era mancata?
“Amore, quando sei arrivato?”
“ poco fa. Ho trovato il tuo biglietto a casa. Non vedevo l'ora di vederti”
“ come stai?”
“ ora che ti vedo benissimo. ”
“ anche io. Mamma Simo, quanto mi sei mancato”
“anche tu piccola”
“ ti prego, dimmi, che stasera possiamo stare insieme?” rido. Perché pensava che le dicessi anche il contrario? Che l'avrei lasciata andare a casa senza poter stare un attimo con lei dopo due giorni lontani?
“ certo. Tu, però, devi andare a casa”
“ giuro il tempo di farmi solamente una doccia. ”
“ ehi, non scappo. ” sento la sua stretta nelle mani farsi molto forte.
“ lo so. Ma..” sorrido.
“amore, davvero, non voglio altro che stare con te. Stai tranquilla per favore. Non avere nemmeno fretta perché ti aspetto. ”
“ mi devi raccontare assolutamente questa partita. Helen sì e dispiaciuta perché non è riuscita a trovare un posto per me.”
“ ti racconto tutto. ” le prendo il viso tra le mie mani è la bacio.
L'aria torna nei polmoni. Il gomitolo nello stomaco anche. Il cuore invece prende un ritmo molto più accelerato. Era tutto. Veramente tutto in poco tempo.

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