Siamo appena arrivati sotto casa dei suoi genitori. Vicino in una palazzina in quasi centro a Roma, ho l'ansia di questo incontro, non so come possa andare. Simone spegne la macchina voltandosi verso di me.
“Emma”
“ scusa, sono agitata non riesco a non tremare” si era accorto delle mani che non stavano ferme e i piedi che battevano sul tappetino della macchina.
“ se non te la senti possiamo tornare a casa”
“ no. ” rispondo subito “ non mi sembra corretto andare via adesso. Tua madre ha preparato tutto per questa cena ”
“ si ma..” lo blocco.
“ devo prendere solo un po' di aria, è poi saliamo ok ? ” annuisce. Scendiamo entrambi dalla macchina, faccio entrare tutta l'aria che posso dentro i miei polmoni e prendi la mano di Simone.
“ ci sei?” annuisco senza dire una parola. Ci incamminiamo verso la palazzina, apre il portone di casa e facciamo due piani a piedi perché l'ascensore è fuori uso. Arriviamo davanti al portocino mi guarda come per chiederle se fossi convinta. Gli bacio una guancia, è fa scattare la serratura, entriamo in casa.
“Siamo arrivatiii" urla Simone. Due secondi dopo, una ragazza con i capelli lunghi morì e alta si fa spazio davanti ai miei occhi. Doveva essere sua sorella Sarà, bellissima, si assomigliavano pure.
“ oh finalmente!” dice “ ciao Emma, vieni accomodati”
“ ma io non esisto più adesso?”
“ciao fratellino. Emma non ascoltarlo, è sempre così egocentrico, quando non lo saluto o lo ignoro fa così. ”
“ ma appunto che mi ignori sto qui" gli muove la mano come segno di stare zitto è a me viene da ridere per il siparietto che stanno creando.
“ mammaa, è arrivata Emma con Simone”
“ah pensavo stessi dicendo solo Emma. Te stavo per scomunicare!”
“ma vuoi stare zitto un pochino? Stai sempre a puntualizzare tutto. ” ribadisce. Simone la guarda con lo sguardo furbo di chi presto riceverà uno scherzo belle buono per avermi messo al primo posto.
“ vedi poi cosa succede a te” le dice.
“ uuuh guarda che paura!”
“ quando la finirete di essere cane e gatto voi due? ” chiede a sto punto la madre che li guarda entrambi.
“mai” risponde Sara.
“ ha iniziato lei” la vedo alzare gli occhi al cielo.
“ neanche arrivata sta povera ragazza è voi la state facendo diventare scema, possibile che dobbiate sempre farvi riconoscere. Emma scusali, piacere Maria, la madre di questi due disgraziati”
“quanto amore che ci vuoi mamma!” esclama Simone. Ridacchiò.
“ piacere mio di conoscerla. ” dico.
“ oh no! Dammi pure del tu tranquillamente.” sorrido.
“ non ti preoccupare comunque. Anche io ho un fratello è siamo esattamente come Simone e Sara. Litighiamo sempre ma allo stesso tempo siamo insieme ogni volta che vogliamo. ”
“ questi due mi fanno disperare altro che amore” rido adesso per come ha detto la frase. Mi ha ricordato mia madre quando io e Kurt combinavamo qualcosa è ci metteva in castigo perché eravamo la sua disperazione.
“ ridi di noi?” mi domanda Simone. Scuoto la testa, voltandomi per guardarlo negli occhi.
“ in realtà ho rivisto la frase di tua madre nella mia. Mi sono solo immaginata una scena mia di infanzia. Giuro che non volevo ridere della nostra situazione” dico. Lui mi abbraccia da dietro, davanti ai suoi familiari, mancava però suo padre.
“ papà arriva tra poco se ti sta chiedendo questo. Sta ancora a lavoro” mi dice mentre la sorella e sua madre stanno parlando tra di loro. Non so come faceva a leggermi nella testa.
“Emma vieni ti mostro la casa” mi dice Sara tirandomi per un braccio facendomi ridere di nuovo. Era buffa, ma uguale a suo fratello in questi modi. Mi iniziavo a sentire a casa.
“ non sciupparmela troppo!!” esclama Simone. Sara si volta verso di lui gli fa la lingua e mi porta dentro la loro casa accogliente e calda. Già volevo bene a questa famiglia che mi aveva accolto benissimo.
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Sento che ci sei all'improvviso ❤️🏀🗞️
FanfictionEmma, giornalista alle prime esperienze deve intervistare il giocatore di basket più famoso a Roma: Simone baldasseroni. Raccogliere più informazioni possibili, ma è in esperta non sa come muoversi. Simone non sarà disponibile fin dal primo momento...