Capitolo 53 - Valmy -

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Mentre i due Buonaparte si erano messi in viaggio per ritornare sull'isola natale, tra i piani alti parigini la situazione politica era tutt'altro che chiara e serena. Le votazioni per eleggere i deputati della Convenzione, per il quale avevano abbandonato il sistema elettorale censitario, adoperando quello universale maschile, non avevano portato a dei risultati convincenti: solo il 10% della popolazione, ossia sette milioni, aveva votato.

Questo deludente risultato fu la conseguenza della giornata del 10 agosto, che aveva convinto gli ultimi sostenitori incalliti della monarchia ad abbandonare il paese. La paura e il terrore regnavano sovrano in Francia e quasi nessuno avrebbe voluto avere ritorsioni o perdere la vita per colpa di una scelta politica sbagliata.

La Convenzione fu composta da 749 deputati repubblicani e per gran parte borghese, divisi in tre gruppi: a destra i Girondini, fra cui spiccava Brissot, i  moderati, sostenitori della borghesia provinciale, anziché del popolino, del quale diffidavano a causa della sua incontrollabilità. Non volevano assolutamente il ritorno dell'Ancient Regime, incoraggiavano perciò la lotta contro l'aristocrazia, speravano in vittorie militari decisive che permettesse di mantenere saldo il loro potere.

A sinistra siedevano i Montagnardi, i cui membri illustri erano Danton, Marat, Robespierre e il più giovane dei deputati della Convenzione, Louis Antoine de Saint Just, appena venticinquenne. Erano chiamati in questo modo perché occupavano le zone più elevate ed erano più propensi ad ascoltare le richieste dei sanculotti, schierandosi dalla loro parte in caso di necessità e a proteggere il paese dal pericolo.

Al centro vi era una maggioranza non ben definita, denominata Pianura o anche Palude, per via dei posti a sedere che occupavano in basso, che patteggiavano ora per l'una, ora per l'altra parte: con i Girondini quando volevano tutelare le proprietà e le libertà, con i Montagnardi quando c'era di mezzo il bene del Paese.

Valmy, 20 settembre

Nelle giornate precedenti il generale Charles Dumouriez, a capo delle armate del Nord, aveva tentato di invadere il Belgio, trasferendo le truppe ad Argonne, per impedire il passaggio ai nemici, intimando il collega François Kellerman di raggiungerlo immediatamente da Metz. Tuttavia l'altro era giunto sul campo quando ormai aveva sfondato la zona di difesa a nord. Per cui Dumouriez si trovò costretto a disporre l'ala nord verso Châlons-sur-Marne e la destra nelle Argonne e nei pressi di Sainte-Menehould.

Kellermann si unì allo schieramento. Una volta ottenuto il controllo di tutte le forze militari, circa 32.000 uomini, le posizionò tra due corsi d'acqua, Auve alle spalle e Brionne. I due generali erano profondamente diversi, Kellermann, figlio di un valente generale, aderiva alla rivoluzione non tanto per spirito ed ideologia quanto per fedeltà, infatti era un saldo sostenitore monarchico. Dumouriez lo era ancora di più, in quanto aveva ottenuto notevoli vantaggi dalla monarchia. Aveva accettato l'incarico di combattere gli alleati solamente per fame di gloria, approfittando della mancanza di ufficiali esperti, accettando incarichi sempre più facoltosi.

- Che diavolo sta facendo quel pazzo? - imprecò Kellermann intuendo la pericolosità di tale posizione per l'intero esercito. Senza perdere tempo lo raggiunse al galoppo - Generale Dumouriez! - esclamò questi, affannato, senza nemmeno scendere da cavallo - Dobbiamo...far arretrare le truppe... e riattraversare l'Auve...

- Dannazione, dirmelo prima no? - sbraitò il collega furente, dando una speronata al cavallo. Si rivolse alle truppe - Torniamo indietro... - i soldati, stanchi di questo continuo camminare senza un obiettivo preciso, obbedirono controvoglia.

Un colpo di cannone in lontananza, però, infranse le speranze del generale Dumouriez che, allarmato, controllò la situazione, si fece passare il cannocchiale: i nemici stavano attaccando - Merda! - bonfonchiò tra i denti - Azionate l'artiglieria! Muovetevi! - gli ufficiali incaricati prepararono velocemente le batterie e risposero al cannoneggiamento, tenendo duro.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora