Capitolo 115 - Solo l'amore impossibile è davvero romantico -

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Marsiglia, 7 giugno

"Oh Napoleone" pensò sospirando, con aria trasognante, la piccola Desirée, stava aspettando l'ennesima lettera premurosa da parte del suo fidanzato, da Parigi - È così gentile... - le scappò involontariamente. Era innamorata persa di lui. Aveva sempre avuto timore dei militari, perché li considerava tendenzialmente dei tipi violenti e pericolosi.

Sua madre l'aveva sempre messa in guardia circa la loro pessima condotta, ogni qualvolta usciva per fare la spesa o anche una breve passeggiata in città. Perciò non si era mai permessa di disobbedirle e non aveva, in nessun caso o situazione, rivolto una parola, un'occhiata fugace ad un uomo in divisa. Seppur non poche volte aveva avuto l'occasione di intravederne alcuni veramente belli ed fascinosi, tutti luccicanti e aitanti nelle loro uniformi aderenti e con indosso ampi cappelli piumati.

Tuttavia Napoleone era diverso da qualsiasi militare conosciuto fino ad allora, non era robusto, anzi, era fin troppo gracile, spigoloso, dall'aspetto trasandato, l'uniforme consumata e di scarsa qualità. Non mostrava proprio le fattezze di un uomo votato alla guerra e alla difesa della Patria. Sembrava più incline il fratello Giuseppe, per quel ruolo. Ma aveva imparato ad andare oltre le apparenze, con quel giovane corso e ne era rimasta folgorata. Nonostante la magrezza mettesse in evidenza le sue guance scavate e il colorito giallognolo, pallido lo mostrasse malaticcio, dovette ammettere che il generale Buonaparte era un bell'uomo.

"Anzi, probabilmente è l'uomo più bello che abbia mai incontrato" si ritrovò a pensare, mentre il viso s'imporporava involontariamente, persa in quei grandi occhi grigi e talmente penetranti da riuscire a leggere l'anima di chiunque li incrociasse. Inoltre mai aveva creduto di poter trovare un uomo dalle lunghe ciglia. I lineamenti fini e delicati, nascosti in parte dai lunghi capelli, erano perfetti. "Ma forse è dovuto al fatto che ne sono innamorata" si accorse di essere accaldata e tentò di nascondere il suo sempre più evidente rossore. Non aveva mai provato un sentimento così profondo e coinvolgente prima d'ora.

- Madre ma siete sicura di ciò che volete fare con lei? - domandò Julie, osservando la sorella dalla finestra, che camminava allegramente tra i cespugli, canticchiando - Le impedirete di essere felice... - sospirò poi scostando la tenda delicatamente.

- Non ci sono alternative Julie - emise severamente la madre, accomodandosi sul divano, un servo stava versando il tè nella sua tazzina - Deve dimenticarsi di Napoleone, abbiamo già un Buonaparte in famiglia, non ce ne serve un altro - fermò il servo con la mano - Basta così grazie - aggiunse poi, mostrando un sorriso tirato. L'uomo sollevò la teiera e la rimise a posto, dopodiché rivolse un leggero inchino ed uscì - Inoltre quel militare è stato arrestato, anche se per pochi mesi, no?

- Sì, ma era innocente - ribadì Julie voltandosi verso la madre. Erano state settimane terribili, sua sorella e suo marito erano stati in ansia nei confronti di Napoleone. Aveva dovuto essere la spalla di entrambi, confortarli e rincuorarli. La ragazza era sempre stata convinta dell'innocenza del cognato, non poteva non credere alle parole del suo Giuseppe. I due avevano un legame speciale, erano molto uniti ed affiatati. Come lei lo era con Desirée, più che con gli altri fratelli, alcuni molto più grandi di entrambe.

Sua madre aveva imparato ad accettare suo marito, scoprendo quanto fosse affabile e gentile, ma non Napoleone. Non si fidava di lui, non capiva le sue reali intenzioni, né la portata della sua ambizione. Aveva intuito che quel giovane corso aveva in mente qualcosa di grande, possedeva un'intelligenza fuori dal comune, era indubbia. Aveva stregato tutti con la sua parlantina, ogni volta che era stato loro ospite. Era un uomo misterioso, indecifrabile e ciò la spaventava non poco.

- Innocente o meno, Desirée non deve più avere alcun rapporto con lui, ne va del buon nome della famiglia - si alzò e si avviò verso la cassetta delle lettere, prese la prima e gliela porse.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora