12 giugno
Quasi un mese dopo aver ricevuto la lettera, i suoi genitori arrivarono al collegio e rimasero di sasso nel vedere le misere condizioni in cui versava il loro caro figlio. Le aveva descritte nelle lettere, ma credevano fossero delle esagerazioni, conoscendo la sua grande passione per la lettura e i grandi stili che poi replicava nei suoi scritti.
Mentre pensavano ciò furono interrotti dalla sua comparsa, la sua figura quasi si ergeva, con la divisa indosso e gli occhi un po' lucidi, emozionato, pur desiderando trepidamente di poterli rivedere. Era cresciuto parecchio dall'ultima volta, però era anche dimagrito tantissimo: il volto scavato e pesanti occhiaie circondavano i suoi occhi grigi sempre vigili e attenti. Fin dai primi anni a Brienne, infatti, aveva cercato di mangiare poco, un solo pasto al giorno, per abituarsi alla vita militare e di condurre uno stile di vita parsimonioso, spartano in modo da evitare sprechi e lussi eccessivi.
- Nabulio, figlio mio - gli disse la madre che gli si avvicinò commossa; quel nomignolo così dolce lo fece sentire per un momento a casa, dopo tanto tempo sulle sue labbra si formò un sorriso, seppur timido - Sei sicuro di stare bene? Sei magro come un chiodo! - lo accarezzò dolcemente sul viso, come se volesse accertarsi che fosse davvero lui.
- Sto bene, madre - confermò mentre la madre lo stringeva amorevolmente e lo guardava con preoccupazione - Non dovete preoccuparvi di questo! Non sono più abituato agli abbracci, sapete? - aggiunse orgoglioso. La sua voce, leggermente più profonda e mascolina, risuonò diversa nelle orecchie di Letizia e Carlo, a constatare il fatto che era realmente cambiato: il loro piccolo Napoleone stava diventando un uomo senza di loro. L'estraneità della sua voce mise in luce questa verità alla quale, soprattutto Letizia, non voleva credere.
- Figlio mio, perché dici questo? Sei ancora un bambino, il mio bambino, e hai bisogno di nutrirti bene, di curare il corpo e l'anima attraverso l'amore, i rapporti con gli altri, le amicizie, non puoi pensare solo al tuo dovere e al tuo futuro - gli ricordò la donna, negando a sé stessa l'evidente maturazione di Napoleone, sovrapponendo all'immagine odierna, quella del suo secondogenito prima che se ne andasse da lei.
- No, madre, ormai sono un uomo, anzi di più, sono un soldato pronto a svolgere il suo dovere: combattere per la Patria! - gridò fiero, posando la mano sul petto, in italiano, per non farsi capire dagli altri - Soprattutto al fianco di mio padre e di Paoli, che sono sicuro tornerà presto, una volta insieme libereremo la Corsica dall'opprimente dominio francese, restituendole la sua identità
Il padre si rese conto di quanto pericolosa fosse quell'esclamazione pronunciata in quell'ambiente ostile. Tra le mura di casa, quelle poche volte in cui vi faceva ritorno, per lui i francesi restavano nemici, invasori, con i quali doveva convivere per sopravvivere, esattamente come Napoleone stava constatando. Nel profondo era orgoglioso di lui, aveva creduto, ormai con convinzione e rassegnazione, che lì fosse diventato un cittadino francese a tutto tondo: altezzoso, saccente e indolente; che in quelle lettere vi fosse il desiderio di mollare ogni progetto, di rassegnazione di fronte al nemico, ma a parte la divisa e la lingua, non era cambiato molto da quando era partito da Ajaccio. Nei suoi occhi chiari risplendeva con nitidezza la luce del riscatto.
- Continua ad impegnarti ragazzo mio! - lo incoraggiò il padre soddisfatto, che era rimasto muto ad osservarlo per tutto il tempo - Ormai sei arrivato ad un ottimo livello
Il ragazzino lo guardò velocemente ed annuì, poi chiese - Come stanno i miei fratellini?
- Non pensare a loro - rispose il padre intuendo lo stratagemma per cambiare discorso e non pensare allo sforzo immane per adattarsi - Stanno bene! - aggiunse, volendo tranquillizzarlo un po'.
- Anche Giuseppe? - domandò ancora.
- Sì, anche lui, non preoccuparti - confermò nuovamente Carlo. Anche il suo pensiero per le sorti e le condizioni della famiglia non era svanito con il tempo, la sua natura paterna non si era affievolita, sembrava essere lui il capofamiglia in quell'istante. Non era cambiato di una virgola.
STAI LEGGENDO
L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Ficción históricaNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...