Capitolo 170 - In tempo di pace prepara la guerra -

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Mantova, 20 ottobre

L'atmosfera era lugubre e pesante attorno alla fortezza nella quale i soldati asburgici, assieme al feldmaresciallo Wurmser, erano praticamente trincerati; rispecchiava lo stato d'animo degli austriaci, stanchi, malarici, sempre più indeboliti e affamati. Le risorse stavano finendo, gli uomini decimati e i francesi, che erano stanziati nelle vicinanze, capeggiati dal generale Kilmaine, non permettevano neppure il minimo spostamento: la situazione era al limite della sopportazione. Nessuno poteva sapere per quanto tempo avrebbero resistito ancora.

- Comandante! - una voce sopraggiunse dalla porta del suo studio di fortuna - Ho una lettera per voi! - gli occhi di Wurmser presero a brillare, forse c'era una speranza per lui e i suoi uomini.

Improvvisamente riacquistò le forze e chiese, facendolo entrare immediatamente - Da parte di chi? Di sua maestà mi auguro! - il cuore prese a galoppare per l'emozione, si stava aggrappando letteralmente ad un filo. Forse l'imperatore aveva ascoltato le sue preghiere.

- No, comandante, è da parte del generale francese Bonaparte! - fu la secca risposta del sottoufficiale, riportando in parte la risposta del corriere francese che gli aveva consegnato la missiva - È arrivata pochi istanti fa da Modena! - poteva leggere la delusione dipinta sul volto scavato e cadente di Wurmser. Come tutti loro si era aspettato novità da parte dell'imperatore Francesco, che fossero rinforzi o l'arrivo di altri feldmarescialli, giunti ad aiutarlo.

- Il comandante... francese? - chiese sorpreso, come se volesse ulteriore conferma di ciò che aveva appena udito. Ma senza aspettare la risposta, prese la lettera direttamente dalle mani dell'ufficiale che si stagliava dinnanzi a lui. Ruppe il sigillo, la aprì delicatamente e cominciò a leggerla: era datata 25 vendemmiaio secondo quell'assurdo calendario, che avevano adottato, il 16 ottobre per i non rivoluzionari. Attraverso esempi eclatanti e frasi potenti, quel giovane generale lo stava invitando a consegnargli Mantova, ponendo fine alla Campagna.

'I prodi dovrebbero affrontare il pericolo, non soffocare le epidemie' Si permetteva persino di dargli consigli, quello sbarbatello! Come se fosse il più anziano ed esperto tra i due! Ne aveva di fegato per rivolgersi così ad uno come lui! Non aveva colto la maniera rispettosa di Bonaparte, il quale non voleva affatto burlarsi di un comandante del suo calibro, nonostante il tono scherzoso. Sembrava quasi che tenesse all'armata austriaca più del loro stesso sovrano.

- Non mi arrenderò fino a quando non sarà sua maestà ad ordinarmelo o quando questa fortezza sarà caduta completamente in mani nemiche - emise determinato Wurmser, pur sapendo che un simile atto di resistenza costituisse una follia. Però aveva fiducia in sua altezza imperiale: presto sarebbe calata un'altra piccola armata, che avrebbe sconfitto quei rivoluzionari francesi e li avrebbe liberati, riportando l'ordine "Non è ancora detta l'ultima parola, quel ragazzo ci sta mettendo in seria difficoltà, però nemmeno il suo esercito è messo troppo bene!" e aggiunse ancora tra sé "E poi io non posso prendere liberamente decisioni, come fa lui, quelle spettano soltanto all'imperatore, se mi arrendessi adesso verrei considerato un traditore".

Ora doveva soltanto attendere le informazioni dal Consiglio Aulico di Vienna, era convinto che non sarebbe stato abbandonato dal suo sovrano - Affidiamoci a Dio! - sospirò, nel mentre osservava la nebbia infittirsi, coprendo la visuale e il plumbeo cielo d'ottobre.

Milano

- Allora Rose, come sta tuo marito? - domandò Hippolyte Charles alla prestigiosa donna che teneva stretta tra le sue braccia, a letto, sotto le lenzuola sfatte, per l'effusione d'amore appena consumata.

- Non ho avuto aggiornamenti dal 26 vendemmiaio - fu la sua risposta, lo sguardo andò al cassetto nel quale teneva le lettere inviate da Bonaparte. Nell'ultima il marito si era lamentato delle condizioni di salute, l'aveva ripresa e la stava rileggendo 'Ieri l'altro sono stato tutta la giornata in campagna. Ieri sono stato in letto. La febbre ed un violento mal di capo mi hanno impedito di scrivere alla mia adorabile amica'. Il malanno era principalmente dovuto al clima terribile dell'area veneta in quella stagione e alla sua incessante attività politica degli ultimi giorni, non si era risparmiato niente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 30 ⏰

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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora