Nizza, 26 marzo
Una carrozza dall'aspetto semplice sfrecciava velocemente lungo le silenziose della città, era diretta verso l'accampamento dell'Armata d'Italia. Molti cittadini erano incuriositi dal suo passaggio, non sapendo chi vi fosse all'interno, anche se alcune voci circolavano, poiché si era diffusa la notizia dell'arrivo il nuovo comandante da Parigi.
- Guardate Junot, torniamo a Nizza dopo un bel po' di tempo - disse Napoleone sporgendosi leggermente per osservare quelle facce curiose e nervose. Intuiva il motivo di ciò, non vi era simpatia per i militari in quel momento, tuttavia voleva accertarsene di persona.
- È vero comandante, un po' mi era mancata - rispose il suo aiutante di campo, mentre scrutava la città. Abbassò gli occhi e vide che Bonaparte non aveva chiuso il libro che teneva tra le mani, era uno di quelli che aveva portato con sé e che leggeva con interesse. Da quel che era riuscito a capire parlava di alcuni condottieri antichi, tra cui Annibale, non si stupiva che si stesse soffermando su di lui, conoscendo la sua famosa impresa - Soprattutto per l'aria di mare...
- Oltre che per il caldo - fece Napoleone, che ben conosceva quel tipo di clima e temperatura, sin dall'infanzia. Anzi poteva dire che lì fosse più arieggiato rispetto alla Corsica, da quel che sembrava ricordare. Erano anni che non metteva più piede sulla sua isola, non avrebbe potuto, né era intenzionato a farlo. Oramai era passato e lo aveva ribadito definitivamente attraverso il cambio di cognome con cui si firmava nelle lettere che mandava quasi tutti i giorni alla moglie.
Quel pensiero lo fece scattare e rivolgere le iridi chiare al piccolo ritratto della sua amata Joséphine che aveva fatto realizzare, in modo che non soffrisse la sua mancanza o quanto meno, poteva sentirsi meno solo. Anche lei aveva un suo piccolo ritratto, che teneva sul comodino. Lo accarezzò leggermente, avrebbe tanto voluto stare con lei, o averla tra le sue braccia, ma non sarebbe stato conveniente portarla in un'avventura tanto pericolosa.
Come se non bastasse non rispondeva con il suo stesso zelo alle lettere che le mandava, persino qualche giorno dopo la partenza le aveva scritto, perché aveva sentito da subito la sua mancanza. Aveva dovuto fare tutto di fretta e per quanto lui fosse un uomo quasi ossesionato dal tempo, dalle ore e dai giorni, per una volta avrebbe voluto gustarsi i giorni immediatamente successivi alle nozze, con calma e amore.
Era riuscito a trovare un po' di tranquillità subito dopo aver celebrato il rito civile, fino a quando non erano andati in camera, quando si era trovato sul letto quel maledetto carlino, che non aveva avuto nessuna intenzione di farlo coricare assieme a lei, gli aveva persino morso sulle gambe. I segni non erano scomparsi, gli dolevano ancora, in un primo momento era stato tentato di scacciarlo via a calci "Sarà pure piccolo ma morde!" aveva riferito alla moglie che lo aveva giustificato. Alla fine era stato costretto a dormire con quella bestiaccia, come il generale vedeva Fortunè, concludendo velocemente la nottata di fuoco che avrebbe voluto trascorrere assieme a lei.
Tuttavia le risposte che riceveva dalla moglie non lo appagavano affatto, anzi, mentre le sue erano colme di sentimento, sincere, nonostante gonfiate dalla teatralità che amava molto, in cui esprimeva il suo senso di solitudine, il dovere da compiere e la sua mancanza; quelle di Joséphine erano, quando si ricordava di scrivergli, molto formali, fredde, quelle che potevano scambiarsi due conoscenti che non avevano mai stabilito un vero rapporto di complicità. E questo non faceva altro che alimentare quell'inquietudine che Napoleone serbava nel cuore da sempre, quell'insicurezza che provava specialmente per quanto riguardava l'amore e le donne.
- Per quando è previsto l'arrivo del comandante? - chiese il generale Masséna, mentre si dondolava sulla sedia accanto alla scrivania vuota, che era riservata all'ufficiale che sarebbe arrivato per prendere il posto del generale Schérer.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Ficción históricaNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...