16 gennaio
Il sole era sorto da poco, i riflessi dell’alba erano ancora intrappolati nelle nuvole grigie che aleggiavano sulle montagne alle spalle della città. L’aria era fredda e penetrava nei polmoni come frecce di ghiaccio.
Napoleone, sveglio come di consueto, era giunto nella scuderia per dare un'occhiata al suo destriero. Gli si avvicinò e gli accarezzò il muso con dolcezza, il cavallo mosse la testa dal basso verso l’alto - Hai voglia di correre, eh? - gli chiese passando la mano agguantata sul collo.
L’animale mosse nuovamente la testa come in precedenza - Va bene, va bene - rispose ridacchiando - Oggi correremo insieme, sei rimasto fermo per molti giorni - aggiunse spostando la mano dal muso verso le redini, le strinse con decisione, il cavallo nitrì, e capendo l'intenzione suo padrone compì piccoli passi.
- Sei molto simile a me - gli riferì ridendo, affiancandosi a lui - Non riesci a stare fermo!Mentre uscirono fuori dalla piccola scuderia, Napoleone balzò sopra di lui - Allora faremo un bel giro nelle viuzze più isolate, così saremo soli, io e te, come i vecchi tempi - gli riferì dopo aver tirato delicatamente le redini.
Correva, quasi volava, sul suo destriero lungo le vie della città silenziosa e dormiente, lo scalpitio degli zoccoli sfiorava il terreno. Il giovane ufficiale adorava quella sensazione di libertà che lo pervadeva ogni volta. I cavalli erano i suoi veri amici, lo erano stati fin dai tempi dell’accademia, gli unici in grado di restituirgli l’umanità sepolta nel suo animo, capaci di consolarlo e di fargli compagnia nei momenti più difficili, come in quel momento.
Ciò che il Patriota aveva fatto nei suoi confronti lo aveva profondamente deluso, aveva creduto in lui, lo aveva difeso, quando era un bambino, da tutti quei francesi che avevano provato a denigrarlo. Non si sarebbe mai aspettato un atteggiamento simile da parte sua "Avessi saputo...".
Sperava, con quella cavalcata, di liberare la sua anima dalle catene che bloccavano, dal macigno che ostacolava la sua ascesa verso l’alto, verso qualcosa di superiore, nemmeno lui sapeva a cosa ambisse, nè dove fosse diretta, di una cosa era certo: voleva respirare a pieni polmoni l’odore della libertà, quella vera - Forza! Vai più veloce amico mio, so che puoi farlo, raggiungiamo i nostri limiti - lo incoraggiò dandogli un leggero colpo con gli stivali. Il cavallo nitrì, l'entusiasmo palpabile del padrone che sembrava essere tornato indietro nel tempo.
All’Accademia quasi tutti i giorni aveva montato sul cavallo, a volte persino per una giornata intera, senza scendere a fare una pausa o sgranchire le gambe, era un tutt’uno con il suo fido destriero. Quei giorni tornarono alla mente, lo spazio di cui aveva a disposizione, però, non era un piccola struttura all'interno dell'accademia, ma l’intera città, lungomare e foreste comprese.
Il cielo improvvisamente si fece cupo e l’aria divenne sempre più fredda, il vento si rafforzò. Neanche ciò sembrava fermarli, avevano ancora tanta energia in corpo. Usciti da parecchie ore dalla città, stavano attraversando la costa più rocciosa della zona, quella in cui, da ragazzino, andava ad ascoltare il mare, e solo lì, dopo aver rivolto lo sguardo verso l’immensa distesa d’acqua, fermò il cavallo.
Anche se grigio e lievemente agitato, quel mare lo rasserenava nel cuore, il suono delle onde che si rinfrangevano sugli scogli, così potente, così familiare, lo fece sorridere; chiuse gli occhi e riscoprì di avere dentro di sé quell’energia irrefrenabile, quella forza incrollabile. Il vento sibilò intorno creando melodie sempre diverse in base al luogo in cui soffiava.
Il destriero nitrì nuovamente, muovendo la testa a destra e a sinistra, il ragazzo riaprì gli occhi, pervaso dalla solitudine di quel luogo incontaminato e puro come lo era da tempo. Una goccia di pioggia scese sul suo capo, accompagnata da un’altra e un'altra ancora che si susseguivano sempre più rapidamente.
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L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]
Historical FictionNapoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola. C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato. Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui...